INTERVISTA I pontili galleggianti di Ingemar compiono 45 anni

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Loano SV- Ingemar
Il Marina di Loano (SV) nella foto è uno tra i più importanti interventi realizzati da Ingemar in Italia.

Dal 1979 una società italiana permette a moltissime barche di ormeggiare in maniera sicura in Italia e nel mondo. Ingemar compie quest’anno 45 anni, e i suoi pontili continuano ad affollare porti e marina nel Mediterraneo e non solo. Abbiamo intervistato il suo fondatore, l’ingegnere Lorenzo Isalberti, in occasione di questa speciale occorrenza.

45 anni di pontili in mare non sono pochi. Il vostro lavoro è iniziato nel 1979. Quali sono stati i primi porti a dotarsi dei vostri pontili?

A ben vedere direi che i primi anni di Ingemar sono stati prevalentemente orientati alla progettualità e alla dimostrazione pratica delle potenzialità offerte dalle nuove strutture galleggianti rispetto a quelle fisse tradizionali, ma, fra i nostri primi lavori importanti ricordo il Porto di Trani in Puglia, prima Amministrazione di un Comune italiano a utilizzare la formula del leasing per trasformare una zona urbana depressa in un luogo vivo e apprezzato dalla città e il Porto di Palau in Sardegna dove Ingemar ha installato i primi fingers di ormeggio per un’iniziativa pubblica.

Quali sono state le tappe fondamentali per Ingemar nel suo percorso dal 1979 ad oggi?

Lorenzo Isalberti- Ingemar
Lorenzo Isalberti è il fondatore e presidente di Ingemar, azienda italiana che dal 1979 realizza pontili galleggianti, frangionde e strutture per i porti e i marina di tutto il mondo.

Per sintetizzare, potremmo dire che abbiamo iniziato la nostra sfida a Milano, lontani dall’acqua ma vicini al mare per passione, progettando e promuovendo i primi pontili galleggianti per lo sviluppo del diporto nautico. A posteriori ci hanno aiutato il rapido mutare di tempi e costumi e
Una volta cresciute le nostre attività, verso la fine degli anni ’90, abbiamo scelto di dotarci di uno stabilimento autonomo e abbiamo dislocato le produzioni a Silea (Tv), in prossimità della Laguna Veneta.
Da qui, in pochi anni, abbiamo progettato e installato pontili sempre più performanti e apprezzati ed abbiamo iniziato a trasferire le nostre esperienze sulla produzione di frangionda galleggianti, che via via abbiamo prodotto in dimensioni sempre più grandi, fino a 10x20m e 185 T. di peso.
Ingemar nel frattempo è cresciuta e l’esigenza di una risorsa produttiva più adeguata ci ha suggerito agli inizi degli anni 2000 di trasferire le produzioni a Casale sul Sile (Tv), dove abbiamo costruito uno stabilimento su misura con spazi e attrezzature in linea con le cresciute esigenze della società.
Negli ultimi anni poi abbiamo compiuto un passo ulteriore per lo sviluppo sui mercati esteri, siglando esclusivi accordi di licensing in Paesi lontani per la produzione de-localizzata degli elementi più imponenti e difficili da movimentare.

 

Come sono cambiati i pontili nel corso degli anni? Ci sono nuovi materiali, nuove tecnologie, nuovi metodi di installazione?

Dai primi pontili ai maxi frangionda attuali ne è corsa di acqua sotto i ponti: dimensioni, stabilità, portata e sicurezza sono oggi parametri imprescindibili per i manufatti che esportiamo in tutto il mondo. Inoltre, in funzione anche della dimensione internazionale, si è passati da configurazioni standard a progetti personalizzati che privilegiano scelte di materiali e sistemi di ancoraggio diversi in funzione delle normative legislative e ambientali di ciascun Paese ospitante.
Negli anni vi sono stati diversi tentativi, su richiesta dei committenti, di utilizzare materiali alternativi ai legnami pregiati dei piani di calpestio, quali i nuovi compositi Wpc (wood plastic composite), ma con risultati di scarso appeal rispetto all’originale.
Da sempre impieghiamo legnami eco-compatibili certificati Fsc (Forest Stewardship Council) e nel corso degli anni abbiamo apportato innovazione e miglioramenti ai processi anticorrosivi, alle componenti dei nuclei inaffondabili in calcestruzzo e polistirolo, ai giunti speciali dei moduli galleggianti, agli ancoraggi su alti fondali realizzati con elastomeri brevettati e con cime in Dynema®, ai sistemi di scorrimento su pali per far sì che gli approdi galleggianti assecondino i livelli di marea, fino alla realizzazione di piani di calpestio speciali che lasciano filtrare la luce alle colonie marine sui fondali.
Oggi nel reparto di Ricerca & Sviluppo affianchiamo le competenze professionali dei nostri ingegneri con sistemi software di progettazione Cad-Cam e per le simulazioni prestazionali che considerano dall’origine anche la riciclabilità/riutilizzabilità dei componenti.

 

Quali sono i nuovi mercati dove la nautica sta acquisendo un peso importante? Dove si stanno muovendo attualmente gli investimenti più importanti?

Attualmente il bacino del Mediterraneo ospita la maggior parte delle imbarcazioni di grandi dimensioni del mondo mentre le piccole e medie sono distribuite un po’ in tutti i Paesi occidentali e in Australia. E’ prevista un’ulteriore crescita del settore nautico, specie dei maxi-yacht e dei charter e quindi l’esigenza di nuove infrastrutture. La Grecia in particolare ha un elevato potenziale grazie alle sue particolari risorse naturali. I nuovi porti turistici sono però sempre più difficili da realizzare: le aree naturalmente protette e i porti commerciali in disuso sono ormai stati impiegati e le nuove realizzazioni stentano per motivi economici e ambientali. Vediamo invece grandi opportunità nel necessario rifacimento di molti impianti portuali esistenti segnati dal tempo e obsoleti per quanto riguarda le tipologie costruttive, gli impianti e i lay-out degli spazi acquei. Importanti interventi sono previsti ancora nei paesi del Medio Oriente, specie in Arabia Saudita, grazie allo sviluppo urbanistico che vede il posto barca come necessario corredo delle residenze a mare.

Com’è cambiato il sistema dei porti e dei marina nel Mediterraneo nel corso degli anni? Come evolverà in futuro?

Partendo dal mercato italiano, che è quello che frequentiamo da più tempo e dove le nostre strutture sono presenti in numerosissimi marina, potremmo dire che dalle origini di Ingemar ad oggi abbiamo partecipato a diverse fasi nel processo di sviluppo del diporto nautico dello “Stivale”.
Nei primi anni, per esempio, gli interventi hanno prevalentemente interessato la riconversione ad uso diportistico dei vecchi porti di IV° Classe e successivamente si è invece passati ad una fase che ha considerato prioritaria la realizzazione di nuovi marina in aree esterne alle zone abitate. Col tempo e dopo aver constatato che in molti casi la separazione dai nuclei urbani si era rivelata controproducente per le economie del territorio, si è passati ad una fase più recente di bonifica, riconversione e valorizzazione dei “waterfront”, dei vecchi approdi cittadini e delle aree urbane dismesse.
La tendenza del prossimo futuro pare essere quella di aggregare i marina in network organizzati per arrichirne l’offerta e di trasformare i porti attuali in strutture multi-attività che offriranno servizi per il diporto nautico e gli sport acquatici, oltre che a molteplici opportunità per il tempo libero (spazi commerciali, ristorazione, ospitalità, etc.). Proprio in un’ottica di valorizzazione e fruibilità degli spazi, Ingemar insieme ad altre aziende ed esperti, ha avviato nel 2023 il progetto Marina4all patrocinato da Confindustria Nautica, per favorire l’accessibilità e promuovere il concetto di “comfort per tutti” nei porti turistici moderni.

 

Quali sono i lavori di cui va più orgoglioso? E quali sono stati invece i più complessi da seguire e realizzare?

Ponte votivo del Redentore VE- Ingemar
Fra i lavori che ricorda con maggior piacere il fondatore di Ingemar Lorenzo Isalberti c’è il Ponte galleggiante del Redentore realizzato nel 2002 a Venezia. “Un intervento enorme con tempi stretti e tanti vincoli. Vedere quella massa di persone sul ponte, che ha uno sviluppo di 334 metri, è stata un’emozione molto forte. E qui è importante sottolineare la flessibilità dei nostri prodotti: lo stesso ponte viene infatti impiegato, in lunghezze differenti, per altri grandi eventi cittadini nel corso dell’anno”.

Fra i lavori che ricordo con maggior piacere vi è sicuramente Il Ponte galleggiante del Redentore realizzato nel 2002 a Venezia. Un intervento enorme con tempi stretti e tanti vincoli. Vedere quella massa di persone sul ponte, che ha uno sviluppo di 334 metri, è stata un’emozione molto forte. E qui è importante sottolineare la flessibilità dei nostri prodotti: lo stesso ponte viene infatti impiegato, in lunghezze differenti, per altri grandi eventi cittadini nel corso dell’anno.
Ma a dire il vero sono innumerevoli gli appuntamenti importanti che hanno visto Ingemar in campo: dal Porto Antico di Genova, con un colore speciale per le strutture galleggianti voluto dall’architetto Renzo Piano, alle installazioni per le Olimpiadi di Atene del 2004 e alle darsene per Sea City in Kuwait dove abbiamo contribuito ad allestire con pontili galleggianti 4 darsene per un totale di 33 km di pontili e finger per 2.700 posti barca. E ancora, ricordo le installazioni per i mega-yacht di Dubai Harbour, i pontili per pescherecci per Porto Duqm in Oman e 64 approdi per impieghi militari in Arabia Saudita e Kuwait, che testimoniano la nostra capacità di diversificazione. Nel Mediterraneo abbiamo contribuito, fra i tanti, ai nuovi marina di Porto Montenegro, Novigrad in Croazia, Lefkas in Grecia, Hammamet in Tunisia; così come in Italia, a titolo d’esempio, ai porti di Loano, Castellammare di Stabia, Manfredonia e La Spezia.

Federico Rossi

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