Così Persico Marine costruisce superbarche (anche per la Coppa America)
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Gli arm e i profili dei leading edges e dei trailing edges (i bordi di attacco e di uscita degli arm) per la maggior parte dei team, il terzo AC75 di Luna Rossa e, ovviamente, molti segreti. La 37a America’s Cup vede ancora una volta protagonista Persico Marine, entrato nel circus del Trofeo sportivo più antico al mondo nel 1992 con la sfida del Moro di Venezia, dal 2004 cantiere di fiducia del team di Patrizio Bertelli (l’AC75 per Barcellona è il sesto scafo) e da allora presenza fissa nelle varie edizioni.
“Dal punto di vista costruttivo” spiega Marcello Persico, presidente di Persico Marine “non direi che ci sono grandi differenze tra gli AC75 del 2021 e quelli di Barcellona 2024. Per noi costruire i primi due AC75 di Luna Rossa e questo sono stata sfide simili, che assolutamente non vuol dire facili. Anche perché quando devi laminare un elemento di carbonio con inserti metallici sottili come la lama di un coltello non è così semplice. Le tolleranze praticamente non esistono. E un lavoro per nulla banale”
Il cantiere di Nembro (Bergamo) attualmente è una delle più importanti realtà “hi-tech” della vela internazionale ed è una presenza fissa in Coppa America (non solo con Luna Rossa).
“Certo” prosegue Persico “ci sono stata delle evoluzioni. E va dato atto al team di Luna Rossa di aver fatto un grande lavoro progettuale intervenendo su volumi, forme, profili. Aspetti che però non alterano le stide per il nostro lavoro di costruttori. Insomma, dal punto di vista della metodologia costruttiva il terzo AC75 Luna Rossa non è diverso dai primi due. La stida è principalmente sulle appendici”.
Perché avete realizzato anche quelle…
“Sì e potendo contare sulla Automotive Business Unit del Gruppo Persico dove tra l’altro abbiamo venti frese ad altissima precisione. Per le appendici si tratta di realizzare elementi composti da un mix di materiali anche metallici, titanio, acciai e leghe speciali e, per esempio, schiume. Lavorazioni molto complesse dove operiamo in sinergia tra noi per il composito e Automotive per la parte diciamo metallica. Alla fine siamo in grado di fornire un pacchetto completo”.
Verrebbe da dire che da Persico Marine oltre il carbonio c’è di più…
“Diciamo che per quanto riguarda la struttura del nuovo AC75 di Luna Rossa, comprese le appendici e lo stampo dell’albero (poi costruito dal loro team, ndr), siamo l’unico cantiere che per le regate di Barcellona ha fornito a un Challenger la barca chiavi in mano, a parte sistemi e idraulica. Ma anche li abbiamo una marcia in più…”
In che senso?
“Che grazie all’esperienza accumulata con le tante barche custom costruite in questi anni, penso alla serie dei Mini Maxi, ai TP52, ai vari Imoca 60, ma anche al Multi50 oppure al Wally 100 Tango, allo SwanClub 80 My Song o al 145′ Kauris IV, siamo diventati, oltre che costruttori, anche system integrator, in grado di implementare nella barca gli impianti più innovativi”.
Quindi, da una parte c’è la ricaduta che viene dalle costruzioni portate all’estremo dell’America’s Cup e dei racer e dall’altra quella che viene dagli armatori privati con le loro richieste di custom sofisticati, orientati a performance e innovazione?
“Esattamente. E spesso le cose si uniscono come per il catamarano di 72′ dotato di foil di sette metri con controllo automatico della portanza e degli angoli di attacco che sarà varato all’inizio del 2025, un progetto di Morrelli e Melvin. Non un cat foiling ma un cat con volo a pelo d’acqua, in skimming. Velocità di crociera di 25 nodi, 36, anche 40 nodi, con 18 nodi di vento reale, propulsione ausiliaria elettrica, albero rotante e tanta tecnologia e ricerca”.
Perché qui si uniscono le due ricadute?
“Perché nella costruzione dei foil abbiamo impiegato le stesse tecniche usate per la costruzione degli arm forniti ai team dell’America’s Cup.
Consiste nella realizzazione di una serie di pannelli monolitici in carbonio dello spessore di tre centimetri e con le fibre disposte secondo gli schemi di carico.
I pannelli, li chiamiamo plates, vengono poi uniti con speciali collanti e quindi fresati nelle dimensioni e con il profilo di progetto. Anche i timoni, gli elevator del nuovo cat, sono costruiti come quelli di un AC75 mentre per altri elementi utilizziamo Coriolis, il robot per la laminazione automatica di strutture, ma non solo, di molte barche custom. E, sempre in tema di ricadute, sul cat stiamo trasferendo tutta l’esperienza fatta con Kauris IV e l’estrema complessità dei suoi sistemi di bordo. C’era di tutto: propulsione ibrida, eliche retrattili, DP System per il posizionamento automatico della barca…”
Un passo indietro. Chi è l’armatore di questo cat e come è arrivato da voi?
“È americano, pilota aeronautico, grande appassionato di volo in generale; anche di barche che volano. Si è interfacciato con la società di Dan Bernasconi (capo del team di progettazione di Emirates Team New Zealand, ndr) per i sistemi di controllo in volo e ha cominciato lavorare sul suo progetto di una barca da 30 nodi. In casa si è costruito un simulatore e ha contattato Morelli e Melvin. A quel punto ha cercato tra chi opera nel giro dell’America’s Cup chi costruisse il suo progetto. Alla fine gli hanno detto che l’unico in grado di farlo era Persico Marine. È cominciato così ed è un progetto che interessa molti. Potrebbe dare il via a una nuova serie di cat da diporto ad alte prestazioni e stiamo impiegando tutte le nostre capacità. Anche quelle che usiamo per l’aerospazio…”
Già perché siate impegnati anche in quel settore…
“Che è comunque collegato all’America’s Cup. Perché costruire un elemento o una wing foil di un AC75 oppure un componente per Asthros, il telescopio della NASA che con un pallone stratosferico sarà lanciato a dicembre o i serbatoi per il carburante a – 150°C dei lanciatori di Avio è praticamente uguale: stesse difficoltà, sfide e minime tolleranze. In più però servono impianti e macchine speciali, ambienti dedicati, clean room, nuove certificazioni, nuove professionalità. Qualità e conoscenze che stiamo aggiungendo a quelle maturate in America’s Cup”.
*news sponsorizzata
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2 commenti su “Così Persico Marine costruisce superbarche (anche per la Coppa America)”
Se solo Luna Rossa fosse stata meno fragile forse la LV Cup la si vinceva.
Caro Sergio con i se non si vincono le regate. Luna Rossa e il suo Team ha rappresentato un unicum veramente straordinario! Ti invito a leggere l’intervista rilasciata dal Patron di ETNZ, dott. Matteo De Nora che riporta considerazioni altrettanto straordinarie. L’intervista la trovi su http://www.corriere.it del 7 ottobre scorso.
Cordiali saluti