Come si va in crociera in barca a vela sul Lago Maggiore
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Capita spesso di raccontare di avventure, regate e traversate al limite del verosimile, esperienze “salate”, per così dire. Meno, però, capita che si parli di laghi. Eppure la vela non è certamente estranea alla tradizione lacustre, e non parliamo solo di derive. Basti pensare alla Centomiglia del Garda, piuttosto che ai tanti velisti che, del lago, qualsiasi lago, fanno il loro oceano mare. Ce ne ricorda un nostro lettore, offrendoci un’opportunità non da poco, farci raccontare del lago da chi, in fin dei conti, il lago lo conosce. Ecco, quindi, uno spaccato di lago per ricordarci che, alla fine, ci bastano vento e acqua, e poco più.
Come si naviga sul Lago Maggiore
Prima, però, un briciolo di contesto: siamo sul Lago Maggiore (Verbano, o Lagh Magior, in dialetto), il secondo lago italiano per superficie, diviso tra Piemonte, Lombardia e Svizzera. Fondamentalmente, una superficie navigabile di oltre 200 km², principalmente stretta e lunga, con una media di 3.9 km di larghezza per oltre 60 km . La nostra breve storia ci porterà a risalirlo, partendo dalla sponda Sud, in Lombardia.
Crociera sul Lago Maggiore
Il suo desiderio di vederli è nato quando le stavo raccontando come fosse andata la regata Mazzarditi, fatta con degli amici. Non era particolarmente interessata mentre le parlavo di strambate eseguite coi fiocchi sotto un enorme gennaker, o dell’esaltante arrivo in volata in notturna, o ancora del Gin Tonic pre-partenza delle 08:00 di mattina, per darci la carica. Quando però le ho raccontato del suggestivo passaggio a vela tra gli scogli dei Castelli di Cannero l’ho stregata: mia moglie Alice mi ha fatto capire, come solo le donne sanno fare, che avrei dovuto portarla lì al più presto.
Ma procediamo con ordine, non ci siamo ancora presentati. Siamo Francesco e Alice, due ragazzi amanti della natura e della spensieratezza. Siamo velisti. Io provo ad esserlo da quando ero bambino, mentre lei è stata contagiata una decina di anni fa. Siamo velisti di acqua dolce, navighiamo su uno splendido esemplare di Nicholson 33, restaurato in ogni sua parte da mio padre Fabrizio. Colui che a suo tempo mi contagiò con questa splendida “malattia” chiamata Vela. Heart and Soul, questo il nome della barca (Fabrizio è il terzo proprietario, ma fortunatamente il nome è sempre stato mantenuto) ci accompagna in splendide veleggiate. È fantastica, veloce, solida, fisica. Una barca d’altri tempi. Non mi dilungo oltre nel tesserne le lodi, anche perché Alice sta aspettando trepidante in banchina: Cannero e i suoi castelli ci aspettano!
La barca è stata preparata nei giorni che precedono la partenza proprio come fate anche voi “marinai del mare”: carico di acqua, gasolio, riforniamo la cambusa e diamo una controllata all’attrezzatura. Partiamo da Lisanza, frazione di Sesto Calende ultimo paese a Sud sulla sponda Est del Lago Maggiore. Rivolgiamo la prua a Nord e inizia la nostra lunga bolina per risalire il bacino, qui molto stretto e poco profondo. Riusciamo a metterci in poppa Arona, Angera e la sua Rocca Borromea che domina il basso Verbano. Doppiando Ranco, il lago si apre parecchio diventando maestoso. In lontananza si staglia la roccia che sovrasta l’Eremo di Santa Caterina. Cerchiamo di arrivarci a vela, in questo angolo di lago semplicemente magico. Il monastero è già suggestivo visitandolo da terra, ma poterlo ammirare dalla barca ha qualcosa in più. Vediamo i turisti che dal loggiato ci scattano foto, bello sapere che resteremo nei loro ricordi.
Si avvicina il mezzogiorno e con esso la fame e la fine del vento. Se alla mattina normalmente soffia da Nord la Tramontana, spesso vivace, nel pomeriggio dal quadrante opposto arriva l’Inverna, più dolce e mite. In giornate calde come quelle d’estate ci possono volere ore prima che questo accada. Cosi ne approfittiamo per un tuffo rinfrescante e per mangiare, mentre procediamo a motore verso la meta della nostra prima tappa: Feriolo, in fondo al golfo delle isole Borromee. Un porticciolo ben ridossato, con alla spalle un paesino che offre parecchi ristorantini dove rifugiarsi per cena. Qui c’è la garanzia di passare una notte tranquilla, senza onde e protetti dai venti. Una vera pacchia. Prima di dormire facciamo sempre un controllo del meteo e con i nostri occhi cerchiamo un riscontro con quanto vediamo sopra alla montagne.
Come previsto abbiamo passato una notte dolcissima, ninnati dal dolce movimento della barca. Di prima mattina faccio un bel tuffo nell’acqua limpida per svegliarmi, colazione e poi salpiamo. Usciamo al lasco con un venticello leggero, che appena oltre Pallanza, diventa una tramontana vivace. Nessun problema, una mano alla randa, rolliamo un po’ il genoa e via di bolina per risalire il lago. Qui passiamo davanti a Laveno, che si specchia con Intra sulla sponda piemontese. Le due cittadine sono collegate tra loro con numerosi traghetti giornalieri. La loro rotta è una sorta di “equatore” tra il basso e l’alto Lago. Questa’ultimo più ventoso, più verde più austero con le alte montagne che lo sovrastano. Sfiliamo al largo di Caldè, definita la Portofino di lago. Merita una visita, ma noi abbiamo ben altri piani: noi vogliamo, anzi dobbiamo andare a Cannero. Sono anni che vogliamo farlo, ma vari imprevisti ed impegni si sono messi sempre in mezzo. Col passare della giornata il vento cala, così anche oggi siamo costretti ad arrivare a motore. Poco male.
Ormeggiamo finalmente nel porto di Cannero e facciamo amicizia con i vicini di barca. Andiamo in spiaggia e pianifichiamo la giornata successiva prenotando anche il ristorante e relativa boa per la sera seguente. Vediamo in lontananza i castelli e sogniamo pregustando la veleggiata di domani e il suggestivo passaggio tra gli scogli. Dopo cena facciamo due passi per le vie del centro e iniziamo ad avvertire vento fresco che scende dalla montagna. Nulla di che pensiamo… andiamo a dormire. Passano un paio d’ore, e quel vento che poco fa era piacevole è diventato cattivo. Ha scombinato il lago, il cielo e soprattutto i nostri piani. Il lago è diventato brutto, l’acqua è spruzzata da raffiche di 40 nodi. La barca ha bisogno di cure per rimanere sicura al pontile. Aggiungo parabordi, rinforzo gli ormeggi. Sono inquieto. Scruto il cielo nero. Lampi ovunque, ma non sopra di noi. La spingo lontana dal pontile sotto le raffiche più violente. Ci incliniamo. Quel maledetto vento soffia proprio al traverso. Passano le ore e la mattina arriva: il vento finalmente cala d’intensità.
Tuttavia il lago rimane gonfio e sottocoperta sembra di stare in una lavatrice. Guardando le previsioni e il cielo decidiamo di rivedere completamente i nostri piani. Oggi sarà ancora molto ventoso, arriva il Mergozzo: il vento più temuto sul lago che soffia violentemente proprio dal golfo delle Isole, dove avremmo dovuto passare la notte. La decisione è presa, torniamo a casa. Partiamo verso Sud con l’amaro in bocca, guardando i castelli di Cannero in lontananza. Ci deve essere una maledizione, anche questa volta Alice non ha circumnavigato i Castelli. Pensare che erano ad un miglio da noi!
Anche la nostra cena romantica all’Isola dei Pescatori a base di ottimo pesce di lago (da provare assolutamente il risotto alla Borromea) rimarrà un sogno. Quel luogo sarà per sempre legato ad un ricordo bellissimo. Una sera di fine Agosto di qualche anno fa, cena in riva al lago, Heart and Soul poco distante da noi e tramonto da cartolina sullo sfondo. Dopo l’ottimo pasto, siamo rimasti in coperta ad ammirare il cielo limpidissimo, carico di stelle che tinteggiavano l’oscurità. Non riuscivo a prendere sonno, era troppo bello per chiudere gli occhi. Avremmo tanto voluto ripetere… sarà per un’altra volta!
Torniamo a casa felici e grati dell’esperienza vissuta, ma con la consapevolezza che anche al nostro amato Lago è meglio dare del Lei. Anche se non ho mai veleggiato sul mare, posso affermare che l’unica vera grande differenza siano le grandezze. Questo però non vale per le emozioni: queste non hanno limite. La luna piena che sale piano piano all’orizzonte e si specchia nell’acqua è la stessa, sia per noi che per voi. La sensazione di quando siamo al timone e la barca corre felice è la stessa, sia per noi che per voi. In fondo siamo solo velisti che navigano acque diverse.
Buon vento!
un racconto di Francesco Berrini
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7 commenti su “Come si va in crociera in barca a vela sul Lago Maggiore”
Ma che meraviglia! ✨
Grazie Francesco di aver dipinto un quadro che parla di tempi rallentati e di forze della natura, di magiche atmosfere e di un amico lago in grado di riportarci ad una dimensione umana, in cui possiamo riscoprirci in grado di ascoltare le nostre emozioni!
CM
che bello, ho letto tutto di un fiato,
speravo di trovare un accenno anche a Oggebbio, un bel paesino dove abito io a pochi km (o miglia..) da Cannero, sponda piemontese.
Anche da noi si può attraccare, abbiamo un ristorante sul lago e camere per il soggiorno se non volete dormire in barca, vi aspettiamo la prossima volta che vorrete circumnavigare i Castelli di Cannero,
arrivederci
Silvia, http://www.casaevela.com
Che emozione!
Grazie GdV e grazie Francesco.
Prima o poi li vedrò anche io questi castelli di Cannero… nel frattempo, buon vento a tutti.
Alice
Posso solo confermare quanto scritto. Ho acquistato la mia prima barca solo 3 anni fa, proprio sul lago Maggiore. Questa estate ho avuto la possibilità di godere a pieno del lago, vivendo e lavorando in barca per l’intero mese di agosto, esperienza meravigliosa.
Bellossima esperienza. Abitando un tempo a Laveno ho sempre amato il nostro lago. Ho avuto come barche in quattro con. Da cannotaggio con questa barca andavamo al Cobianchi come studenti. Poi avevo in beccaccino allora 63 anni fa le vele in porto a Laveno erano 3 la mia, una star e una deriva. Poi ho avuto un grosso burchiello che guarda caso si chiamava Malpaga in onore dei Mazzarditi Quanto ai castelli di Cammero sono meravigliosi amche per le leggende che li riguardano.
Grazie Francesco, bel racconto . Io sono un velista del Lago Maggiore da 30 anni..giro in lungo ed in largo il Lago, anche in notturna e il tuo racconto rispecchia perfettamente l”‘andare per Lago” a vela. @GDV: dovresti pubblicare in rivista qualche bell’articolo sul Lago Maggiore ..vissuto da velisti!
Una legge non scritta del lago maggiore recita: “Il vento soffia sempre dai castelli”. Non importa l’ora, il vento o il giorno, arriva sempre da quei maledetti castelli, sarà stato proprio per questo se furono scelti dai temibili pirati.
Ogni volta che si punta la prua verso di loro si sa di andare incontro a un calvario: spesso il vento molla, questa volta, ironicamente, era troppo!