Coppa America dei giovani, Luna Rossa è un missile. Gradoni/Ugolini show!
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Oggi seconda giornata per la Unicredit Youth America’s Cup, la Coppa America dei giovani che si corre a bordo dei monotipo volanti AC 40. Strapotere di Luna Rossa Prada Pirelli, che vince le due prove odierne e con i parziali 1-2-1-1 domina la classifica del gruppo A (che vede i sei team rappresentanti dei partecipanti alla Coppa America: Italia, Nuova Zelanda, USA, Regno Unito, Francia, Svizzera). Ecco come è andata per i nostri (Marco Gradoni, Gigi Ugolini – oggi era il suo compleanno! -, Federico Colaninno, Rocco Falcone).
Unicredit Youth America’s Cup – Gruppo 1 – Regata 3
Terza prova per gli AC40 impegnati nella Unicredit Youth America’s Cup. Un problema prima della partenza per Luna Rossa causato dal gommone dell’organizzazione, intervenuto per riparare un guasto, che ha sbattuto contro la barca italiana causando un danno, tanto che Luna ha corso il rischio di non prendere il via. Partenza a 5 barche senza problemi (francesi out) con vento attorno ai 12 nodi e onda sugli 130cm. Ottima quella dei nostri.
Alla fine del primo lato si trovano in posizione di testa NZ, LRPP e GB con un passaggio in boa complicato dove le barche sembrano toccarsi e Luna Rossa si prende una penalità (poco giustificabile) per essersi infilata tra la boa e gli inglesi. Intanto gli americani sono squalificati per aver lasciato il campo a causa di un problema tecnico che li ha costretti ad abbandonare. Alla fine della 2° bolina Luna Rossa conduce su Ineos, a 500 m, ETNZ a 700 e Alinghi a oltre 1km. Gradoni & C continuano saldamente in testa e dopo la terza bolina il loro vantaggio aumenta ancora ma nell’ultimo lato, grazie al variare dell’aria sul campo, Ineos e ETNZ recuperano un po’ d’acqua. All’arrivo Luna Rossa Prada Pirelli vince nettamente staccando gli inglesi per 48” seguiti dai kiwi e dagli svizzeri, più staccati.
Unicredit Youth America’s cup – Gruppo 1 – Regata 4
Quarta prova con vento in calo e onda sui 130 cm. Luna Rossa parte a centro linea, si porta sulla sinistra del campo e va in testa, tallonata da ETNZ. Prende la boa di sinistra, seguita a 50m dai kiwi. Più staccati svizzeri e inglesi. Nel secondo lato gli italiani mantengono il distacco e si portano di nuovo sulla sinistra seguiti dai neozelandesi, che sembrano perdere acqua, mentre si fanno sotto gli inglesi, che hanno scelto la destra del campo e si prendono la seconda posizione. Luna è sempre in testa e dopo la 2° bolina sceglie la boa di sinistra.
Le barche viaggiano oltre i 30 nodi e alla boa di poppa il vantaggio degli italiani sugli avversari è nettamente aumentato. I kiwi hanno un problema tecnico e li si vede lavorare in coperta. Luna Rossa Prada Pirelli termina la bolina con un vantaggio di 600m sugli svizzeri e di 700m sugli inglesi, mentre i kiwi sono persi nel campo di regata, in ultima posizione a 2 km. Gradoni e i suoi vincono alla grande, nonostante uno spettacolare splash down in avvicinamento alla boa. Dopo 53” tagliano gli inglesi mentre gli svizzeri cadono dai foil e passano terzi il traguardo con barca dislocante.
Considerazioni sulle due prime regate
Ieri in partenza avevamo sentito Marco Gradoni dire al microfono interno “solo cose facili”. Bene, se quelle erano manovre facili nemmeno possiamo immaginare quali siano quelle difficili. Tutti i giornalisti che sono in sala stampa mai si sono appassionati, divertiti, preoccupati così tanto dall’inizio di queste regate di Coppa America. Certo, una partenza di Spithill, un incrocio di Burling, un ingaggio in boa di Ainslie ci avevano tenuti con il respiro sospeso, ma si è sempre trattato di pochi secondi. E invece ieri il ‘gioco’ spettacolare e pericoloso degli AC40 è andato avanti per tutta la durata delle due regate che, viste le condizioni, erano fortunatamente state accorciate.
Con un’onda che andava dai 110 ai 140 cm, il vento fino a 16 nodi ha permesso a questi scafi di raggiungere i 30 nodi nei lati di bolina e i 40 in quelli in poppa (American Magic all’arrivo della 1° regata). Velocità davvero inimmaginabili per barche di 12m portate dai 4 dell’equipaggio come si trattasse di un videogioco. Ma sul campo le secchiate d’acqua erano vere, le cadute dai foil erano improvvise e rischiavano di far perdere posizioni, e più di una volta gli scafi sono stati sul punto di scuffiare. E così un minuto dopo l’altro, senza tregua. Sono barche elettroniche che richiedono la notevole abilità manuale di timonieri e trimmer, oltre alle capacità veliche e alla prontezza di riflessi e mi domando come si possano affrontare quattro quattro di seguito con il mare in queste condizioni, quando gli AC 40 sembravano cavalli selvaggi da domare.
Una considerazione importante va fatta sulla resistenza dei meccanismi e dell’elettronica in queste condizioni di vento, tanto che l’organizzazione ha richiesto agli svizzeri e ai neozelandesi di tenere pronti i loro secondi scafi, in caso di rottura di uno dei sei scafi ufficiali impegnati in gara. (Bertarelli ne ha uno personale con cui – dicono – sia uscito qualche volta). Ieri ha avuto problemi meccanici a un arm la barca francese (ancora in cantiere) e un black-out elettronico quella svizzera. Oggi ha riscontrato qualche guaio lo scafo neozelandese. Ieri ci sono state anche alcune penalità di troppo soprattutto per i limiti del campo: con queste condizioni di mare è difficile rispettarli.
Colpisce molto la facilità di questi scafi a riprendere il volo (se si è capaci) una volta caduti dai foil e ci si è ‘parcheggiati’ come barche dislocanti. Ma gli AC40 hanno la carena a prua che ha la forma di un V deciso, profondo e i bracci sono posizionati molto a prua rispetto a quelli degli AC75. Tutto questo favorisce un veloce incremento della portanza dei foil e la ripresa del volo. Come già detto stupiscono inoltre le velocità raggiunte, incredibilmente alte e che in certe condizioni addirittura si avvicinano a quelle degli AC75.
dalla nostra inviata a Barcellona Ida Castiglioni
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