Spy Coppa America: il vero nome di New Zealand, adieu formaggi francesi e nouvelle cuisine, il tifo delle “vecchiette”
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Se volete sapere tutto sulla Coppa America di Barcellona e su quello che succede in mare, non perdetevi il nostro Processo alla Coppa e tutte le news della nostra sezione “Il Giornale della Coppa“. Ma se volete conoscere cosa succede dietro le quinte del circo della Coppa America, negli angoli nascosti delle basi, invidie e amicizie tra velisti, buone azioni e sgarbi, gossip, qui siete nel posto giusto.
Spy Coppa America
La nostra inviata a Barcellona Ida Castiglioni vi racconta tutto quello che non vi racconta nessuno. Ecco “Spy Coppa America“, seguitelo ogni giorno!
Anche le barche classiche tifano Luna Rossa
La Marina Militare Italiana è stata rappresentata qui a Barcellona dal Brigantino Palinuro, la nave scuola su cui si svolgono i corsi degli Allievi Sottufficiali di Taranto e de La Maddalena, e fanno un breve addestramento i giovani del Collegio Morosini.
Abbiamo poi visto impegnati, in gara tra le barche d’epoca per il Trofeo Puig, lo yawl Corsaro II e il cutter in legno Chaplin, disegnato da Carlo Sciarrelli, costruito da Sangermani nel 1974 e donato alla Marina dalla famiglia Novi. Queste barche hanno lasciato Barcellona venerdì e si sono trovate in una perturbazione così forte da doversi riparare sotto costa. Il Corsaro è entrato a Mahon perché faceva rotta verso Cagliari mentre Chaplin ha riparato a Palamos. A nord-est di Barcellona, l’ultimo porto utile prima di attraversare.
Che burrasca attorno ai fulmini!
Nei giorni scorsi è cresciuta una bella polemica sui fulmini. In pratica Ian Murray, direttore del Comitato di Regata, non ha sospeso per tempo la prove. In quel momento erano impegnati nel match racing Luna Rossa e Team New Zealand. Un fulmine è caduto vicino alla barca del Comitato, un altro molto vicino a Luna Rossa, tanto che a bordo si sono preoccupati, e un terzo a poca distanza dalla barca kiwi.
Gli italiani stavano per tagliare il traguardo e lo hanno fatto vincendo la regata, i neozelandesi invece, che erano ben indietro, hanno deciso di non rischiare e cambiato immediatamente rotta dirigendosi verso i limiti del campo. Alla fine Ian Murray ha sospeso le regate. Peccato però che sul tabellone sia comparso per i kiwi un DSQ, ovvero che la loro barca sia stata squalificata, quando semplicemente (avendo comunque perso) hanno lasciato per motivi di sicurezza. Perché, anche se il carbonio è soltanto un ottimo conduttore, un albero in carbonio attira inevitabilmente i fulmini. E, anche se il fulmine non colpisce la barca, il campo elettrico che si genera vicino alla barca può danneggiare totalmente tutti gli apparati elettronici. E allora, addio Coppa America.
Chiamatemi con il mio nome!
Ho notato che il nome maori della barca neozelandese – Taihoro – qui non viene mai usato , sia nel commento ufficiale della regata, sia negli articoli dei giornalisti. Taihoro ha una traduzione in italiano un po’ complessa, ovvero: “Muoversi rapidamente come il mare, tra il cielo e la terra” ed esprime il concetto del viaggio fatto da questa barca oltre oceano, della Nuova Zelanda all’Europa.
Orient Express: fine dei giochi, ma che stile
La base del team francese Orient Express, primo a lasciare la Coppa Americano dopo l’ultimo posto nei Round Robin, è la più articolata e per arrivarci bisogna passare sotto al futuristico ponte che porta all’imbarco dei traghetti. Gli spazi non sono enormi ma gestiti con sapienza distributiva. I capannoni per ospitare barca, lavorazioni e parti di riserva occupano tutta l’aria sulla sinistra entrando e danno sul piazzale rivolto al mare. La zona hospitality è al piano alto di uno degli edifici e qui, tra ostriche (per chi le mangia) e assaggi inediti, si può assistere al dock-out della barca prima delle regate.
Una zona a livello del mare, sul cui molo è pronto a uscire il grande yacht a motore che porta fuori gli ospiti per le regate, è attrezzata con una serie di tavoli alti e sgabelli. Qui ci siamo seduti a pranzo noi giornalisti. In un piccolo edificio basso a fianco ci sono poi gli uffici e un ristorante chiuso, destinato agli ospiti dei finanziatori e degli sponsor. Il menu fisso che ci hanno offerto è speciale, cosa che ci si poteva aspettare dal patron Sebastien Bazin, CEO di ACCOR, la società proprietaria di quasi tutte le catene di alberghi francesi, di ogni livello, e che gestisce la storica linea di treni Orient Express. Menù composto da assaggi della nouvelle cuisine francese con qualche deviazione catalana: dalla vichyssoise di porro con panna acida, ai gamberi andalusi in una crema inedita, da un grande raviolo di spinaci e ricotta locale (con un involucro trasparente) a un piatto di formaggi francesi (buche de chèvre incluso), a un gelato al miele. Ospitalità di alto livello e tanta creatività.
Seguiteci per altre pillole, curiosità e indiscrezioni da Barcellona nella prossima puntata di Spy Coppa.
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