Coppa America, la dura vita del ciclista INTERVISTA
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Franco Noti, 27 anni, svizzero di Berna, è uno dei 4 cyclor di Alinghi. Viene dall’atletica. Ma c’è anche chi come Arturo Cevey è nato tra le montagne del Vallese, sopra a Martigny, e ha un passato di regate e di foiling. Arturo infatti è stato controllore di volo sul GC32, uno dei più forti tra l’equipaggio. Incontro Franco alla base di Alinghi a Barcellona, nella lussuosa zona hospitality che ha un’immensa terrazza sull’entrata del porto. Qui il team si è trasferito da un anno, dopo mesi trascorsi a Ginevra e un primo anno passato qui, in una base più modesta e defilata.
Intervita al ciclista di Alinghi Franco Noti
Franco, quale è stato il tuo percorso sportivo?
Innanzitutto, sono orgoglioso di far parte di questo team. Per molti anni ho corso il mezzofondo, poi ho avuto problemi ossei e ho cercato una nuova sfida. Ho cominciato ad andare in bici e ho trovato che in questo ruolo come cyclor posso utilizzare tutta la resistenza che avevo raggiunto allenandomi prima, quando correvo. Adesso la metto nei pedali per produrre l’energia che muove le vele.
Come vi siete allenati in questi due anni a Barcellona?
Uscite in bicicletta e palestra: 20/25 ore alla settimana in bici per creare una base aerobica di resistenza e poi aggiungere l’intensità, per essere pronti a queste gare di 25/30 minuti. Non si tratta di una volta ma di una prova che si ripete per giorni, speriamo per tante settimane.
Com’è l’allenamento quando non si regata?
Sveglia alle 7.00/7.30, arrivo alla base e prima colazione. Alcuni giorni andiamo fuori in bici per 4 o 5 ore. Altrimenti una prima sessione di intensità in palestra: 1 ora e 30 con qualche intervallo. E’ molto duro. Poi mangiamo di nuovo e facciamo un piccolo riposo. Se al mattino abbiamo fatto resistenza indoor, la sera un’altra ora di intensità, ci alleniamo di nuovo con i pesi perché dobbiamo essere forti. Alle 17.00 mangiamo e poi alla sera mangiamo di nuovo. Nei mesi passati ho dovuto mangiare anche più di adesso perché ho dovuto mettere su un po’ di peso per aumentare la massa muscolare.
Quanti chili ha preso da quando hai cominciato ad allenarti?
Circa 8 chili di muscoli, non è stato facile. Non di più, perché per correre in regata non devi essere troppo pesante.
Fate un’alimentazione di quante calorie al giorno?
Non conosco le calorie ma so che per me sono 200 gr. di proteine al giorno, che sono tantissime e che non è facile riuscire a inserire nei vari pasti. Per le calorie, più ne prendo, meglio è per me.
Mi racconti la tua dieta in un giorno normale?
Alle 7.30/8.00 del mattino una prima colazione con 3 o 4 uova, formaggio, prosciutto, pane, caffè succo d’arancia. Due ore dopo, alla fine della prima sessione di allenamento, un’altra prima colazione con ancora 3 o 4 uova, formaggio, prosciutto, pane, caffè, shake di frutta con fragole. Per pranzo, prima dei carboidrati (pasta o riso) e poi carne (di ogni tipo) oppure tofu e tanto pesce. Alle 16.00 una grande porzione di Bircher muesli (fiocchi d’avena, mela grattuggiata, nocciole tritate, latte). Per cena di nuovo pasta o riso, carne, pesce o tofu alla piastra (lo chef è molto bravo). La sera prima di dormire un altro shake con latte e proteine in polvere, per poter arrivare ai 200 gr di proteine.
La cosa più difficile è digerire il tutto.
Più che altro è difficile avere ancora appetito, aver voglia di mangiare. Per me è così: potendo scegliere, preferirei non mangiare. Ma devi mangiare. E allora devi trovare delle cose che ti piacciono molto e che sono facili da mangiare. Per me soprattutto i piatti di pasta. Mi piace la cucina italiana, mi piace molto il pesto, la pasta con il pesto e anche con il sugo di salmone.
Ma il cuoco te le fa?
No perché abbiamo un menù fisso, che cambia ogni giorno, ma si può mangiare solo quello che c’è. Qualche volta me la faccio a casa.
Abitate in un residence?
No, condividiamo un appartamento. In casa siamo in tre cyclor.
Ma fate un po’ di cucina?
Qualche volta, ma non abbiamo molta voglia.
Vorrei capire se, quando sei in barca, ti rendi conto di cosa sta accadendo in regata?
Non troppo. Per essere aerodinamici dobbiamo stare il più inclinati possibile e quindi non puoi guardare, ma sentiamo i trimmer che si parlano e capiamo quali manovre si stanno facendo.
Dove appoggiate le mani?
A un manubrio estremamente stretto, come quello delle biciclette che fanno le prove di velocità su pista (manubrio minimal, in cui le due mani sono quasi accostate). La posizione è comoda, ma il nostro pozzetto (cockpit) è caldissimo. Una volta, quando siamo tornati in banchina, hanno preso la temperatura ed erano 42°. Sudiamo tantissimo, quando si arriva a terra abbiamo sotto i piedi un laghetto (che non viene dalle onde ma dal sudore).
E quando arrivate al molo?
Quando Alinghi arriva in banchina scarichiamo le batterie della barca (batteria bracci, foil, flap e batteria timone e rake) e le portiamo alla base. E’ una responsabilità che è affidata a noi. Subito dopo laviamo con un getto d’acqua quello che avevamo addosso (per togliere sudore e sale).
A questo punto è arrivato (finalmente) il momento della doccia.
Niente doccia, andiamo direttamente nel bagno gelato. Abbiamo una macchina che abbassa rapidamente la temperatura dell’acqua e la porta a 10°. Facciamo un bagno di 5 minuti in quest’acqua gelida. E’ qualcosa che va molto bene per recuperare. Per queste regate non si tratta di far lavorare la struttura del corpo e i muscoli per una prova sportiva di qualche ora di un giorno ma di un impegno che continua per tanti e tanti giorni. E quindi è importante recuperare al massimo.
E a questo punto?
Andiamo a mangiare. Prendiamo uno shake di proteine, una scelta di carboidrati e naturalmente delle bibite preparate con elettroliti, perché sudiamo tanto.
Quanto devi bere ogni giorno?
Quando ci alleniamo per 4 ore dobbiamo bere almeno 4 o 5 litri in più di acqua o bevande con elettroliti, che vuol dire 7 o 8 litri al giorno totali. E’ tantissimo, ma siamo abituati.
Quello del cyclor è un impegno sportivo duro.
Intenso. Ma è anche un’esperienza speciale.
Pedali senza mai fermarti per tutta la regata? Con vento leggero serve produrre più energia?
Dipende dalle condizioni del vento. Con vento debole come con vento forte si deve pedalare tanto. Con vento medio, di solito meno, ma non è proprio così, dipende anche dalle onde. Con molte onde hai molte regolazioni da fare, come quando sei vicino a un’altra barca e devi manovrare: e allora bisogna spingere ancora di più.
Quando avete la pressione dell’olio al massimo, sicuramente potete fare un circling. Mi chiedo se subito dopo potreste fare senza problemi un altro circling, un giro di boa, due o tre virate?
Dipende da quanto noi spingiamo, è difficile da dire. La situazione cambia parecchio se queste manovre si fanno con un foil o se si fanno con due foil. Perché con due foil serve meno energia e quindi dobbiamo pedalare a minor velocità: la barca è più stabile, bisogna muovere meno il carrello della randa. Pedaliamo meno ma la barca è meno veloce perché abbiamo la doppia resistenza dei due foil. Quando siamo sui due foil è molto più facile per noi perché la barca è più stabile e quindi c’è molto meno lavoro per i due trimmer. E se i trimmer manovrano meno, noi dobbiamo spingere meno.
Quando fate il giro di boa e la barca prende un’enorme velocità (45, 46 nodi) voi la sentite, ve ne accorgete?
Si esattamente, quando si fa un bear away, un round up o anche un jibe, questa accelerazione si sente molto e ci sbatte contro la paratia. Ma finisci immediatamente contro la paratia anche quando il rudder si muove velocemente. Non è come in palestra, tutto si muove, ma è normale quando sei in mare.
Quanto spazio hai per muoverti?
Non molto, poco.
Si mi piacerebbe. E anche prima di venire qui ho fatto un test per entrare in una squadra ciclistica per il Tour de France.
E le gare di circuito su pista?
Non mi piace girare sempre sulla stessa pista. Non è come sulla barca, non sei sul mare.
Fate un giorno di riposo alla settimana?
Si, la domenica abbiamo il giorno libero, possiamo fare quello che vogliamo. Naturalmente non durante il periodo delle regate.
I tuoi genitori verranno a Barcellona?
Non penso, lavorano.
Ida Castiglioni
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1 commento su “Coppa America, la dura vita del ciclista INTERVISTA”
The Real Person!
Ho assistito a qualche regata e devo dire che al di là della tecnica costruttiva e della ricerca delle performance, le ho trovate di una noia pazzesca. Rispetto alla vela tradizionale non c’è paragone, non ci sono manovre particolari che mettono alla prova l’equipaggio, le tattiche sono minime, almeno nelle regate che ho visto finora. Questa vita poi dei ciclisti la trovo allucinante pur con tutta l’ammirazione per l’impegno e gli sforzi che compiono!
No, proprio non riesco ad appassionarmi!