“Come ho portato l’Africa in Coppa America”

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Il coloratissimo IACC (International America's Cup Class) Shosholoza e il suo multietnico equipaggio, capitanato da Tommaso Chieffi e Paolo Cian, in navigazione a Valencia, alla Coppa America del 2007. Il team sudafricano giunse al settimo posto alla Louis Vuitton Cup mancando di un soffio la qualificazione alle semifinali.
Il coloratissimo IACC (International America’s Cup Class) Shosholoza e il suo multietnico equipaggio, capitanato da Tommaso Chieffi e Paolo Cian, in navigazione a Valencia, alla Coppa America del 2007. Il team sudafricano giunse al settimo posto alla Louis Vuitton Cup mancando di un soffio la qualificazione alle semifinali.

 

La trentaduesima edizione dell’America’s Cup a Valencia, nel 2007, ha rappresentato un evento storico. Non tanto per la vittoria del defender svizzero Alinghi, quanto per il debutto di una nazione africana nella competizione velica più antica e prestigiosa del mondo. Come dimenticarsi di Shosholoza, il coloratissimo e multietcnico team della Repubblica Sudafricana? La barca con tanti ragazzi africani (e i nostri Tommaso Chieffi e Paolo Cian) a bordo, per i quali era impossibile non tifare. La presenza in Coppa di Shosholoza si deve a un solo uomo, cittadino sudafricano ma italiano al 100%. Salvatore Sarno, nato lontano dal mare (nel 1946) a Nocera Inferiore, primo comandante delle navi MSC (compagnia della quale ha contribuito allo sviluppo assieme al fondatore Gianluigi Aponte): è stato il capitano, fondatore, guida nonché presidente del team.

Credere nei sogni

Sarno, che si è sempre autodefinito un sognatore, racconta nel bel libro “Shosholoza. Un comandante in Coppa America” come è riuscito a far partecipare Shosholoza – parole sue – “in Coppa America non per conquistarla e portarla in Africa, ma per portare una parte della nuova Africa alla Coppa America e al mondo”. Il volume, edito da Mursia (354 pagine, 18 euro), è un’intensa autobiografia, ricca di aneddoti, “dietro le quinte”, ricordi e fotografie (celebre quella del presidente sudafricano Nelson Mandela con la divisa del team assieme a Sarno).

“Shosholoza”, rivela Sarno “è la realizzazione di un sogno, il sogno di tanti giovani che cercano un avvenire migliore. Il sogno di Mandela di sconfiggere il razzismo e vedere il suo paese unito con neri, bianchi, colorati e indiani lavorare in armonia. Shosholoza è anche un canto, poi diventato inno che invita al lavoro di squadra. La parola ‘Shosholoza’ significa ‘procediamo, andiamo avanti’ e il ritornello ripete: tiriamo e spingiamo insieme, sotto il sole e sotto la pioggia, tiriamo e spingiamo come se fossimo una sola persona”.

Oltre a Shosholoza

Ma attenzione. Nel libro non troverete solo la grande avventura dell’Africa in Coppa America, di un Paese desideroso di lasciarsi alle spalle il periodo buio dell’apartheid. In questa autobiografia, Salvatore Sarno rivela la trama della sua vita. Attraverso il sogno di diventare Comandante di Marina, Sarno ripercorre con emozione una vita avventurosa fatta di grandi fatiche e di altrettanto grandi soddisfazioni, sempre con la moglie Sandra al suo fianco, pronta a supportarlo in ogni impresa.
Una lettura consigliatissima e una storia da cui trarre ispirazione.

*news sponsorizzata

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