Incidente Team New Zealand: quando tornano in acqua i kiwi? Tutti gli scenari

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Il volo da 6 metri d’altezza, un botto che si è sentito a decine di metri di distanza, e la Coppa America di Team New Zealand che imbocca una strada imprevista e quanto mai pericolosa. Il primo giorno di Louis Vuitton Cup ha portato in scena il “dramma” dei kiwi, che in un clamoroso incidente alla loro base hanno seriamente danneggiato l’AC 75.

Il team era da poco rientrato alla base dopo la vittoria su Luna Rossa, e nelle operazioni di alaggio della barca pare che una gru abbia ceduto: la barca si trovava nella perpendicolare sull’invaso, ed è stata questa la salvezza, con la struttura che ha almeno parzialmente attutito l’impatto. La struttura che regge la sella dell’invaso anteriore si è aperta di quasi 40 gradi per l’impatto, con l’AC 75 che è arrivato a toccare con i foil a terra.

Lo shore team dei neozelandesi, e tutto l’equipaggio, è intervenuto prontamente per mettere in sicurezza la barca. Alcuni uomini sono subito entrati all’interno iniziando a “picchettare” per individuare le zone delaminate, concentrandosi sulle strutture a cavallo di albero, invaso di prua e di poppa. Poco dopo sono iniziate le prime verifiche con gli ultrasuoni, mentre era già all’opera il piano per raddrizzarla e farla entrare dentro il capannone della base kiwi.

Poco prima di mezzanotte le operazioni si sono avviate verso il termine, ma la luce dentro la base neozelandese non si è mai spenta. Il piano per riportare Taihoro in acqua è già partito.

Incidente Team New Zealand – Gli scenari

La barca si ripara, su questo non esistono dubbi, ed è altrettanto certo che Team New Zealand tornerà in acqua con un mezzo efficiente. L’incidente infatti è del tutto diverso da quello occorso ad American Magic nel 2021, quando la scuffia e il semi affondamento della barca causarono danni importanti agli impianti interni.

Verosimile pensare che gli impianti della barca kiwi, che consentono tutte le manovre dell’AC 75, non abbiano subito alcun danno, il problema è quindi solo allo scafo e alle sue strutture, con probabile interessamento ad albero e rig. Appare improbabile pensare a un ritorno in acqua a brevissimo, come già accennato da Grant Dalton nelle prime dichiarazioni a caldo.

Verosimile che sarà necessaria oltre una settimana di lavoro, e difficilmente vedremo in acqua i neozelandesi durante i Round Robin della Louis Vuitton Cup, come originariamente previsto. Con ogni probabilità vedremo i kiwi in modalità regata direttamente con l’AC match. Attenzione però, perché i neozelandesi sono anche gli uomini delle sorprese: lo hanno dimostrato dopo la scuffia di Bermuda nel 2017, quanto tornarono in acqua nel giro di 48 ore nonostante danni importanti alla barca, e andarono a vincere la Coppa.

In ogni caso ci sarà qualche cambiamento per i piani di sviluppo della barca: alcuni giorni senza potere navigare, in questa fase della campagna, complicano le cose allo squadrone neozelandese che per forza dovrà rallentare nei miglioramenti in programma. Tutto il team, o quasi, sarà impegnato nelle riparazioni, che ruberanno tempo a eventuali sviluppi sulle performance che erano stati programmati.

Insomma il defender esce ferito da questo imprevisto, con i piani di sviluppo della barca che gioco forza non saranno più gli stessi. E con i prossimi giorni che, indipendentemente da ciò che accadrà in acqua, potranno già essere decisivi ai fini dell’assegnazione della Coppa America.

Ne parliamo a Il Giornale della Coppa

Alle ore 18,30, tutti i giorni dopo le regate, Mauro Giuffrè, Luca Sordelli e i loro ospiti, commentano quanto accaduto a Barcellona con Il Processo alla Coppa. In diretta su YouTube e Facebook del Giornale della Vela.

Mauro Giuffrè

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