Classic IOR: quando anche le “piccole” diventano barche leggendarie
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Guardare al passato, parlando di vela, evoca spesso una certa nostalgia, un’aurea di possibilità e di “semplicità” forse ormai perduta. In quel quasi-trentennio leggendario che fu lo IOR (la International Offshore Rule, di cui qui trovi la storia), nacquero infatti scafi d’ogni tipo e per ogni destinazione d’uso e, soprattutto, nacque forse la più grande partecipazione di sempre nei confronti della regata e della competizione, dalle grandi Whitbread e Admiral’s, alle varie Ton Cup, quest’ultime tra le più “democratiche”, divise, come erano, su dimensioni e budget ben disparati. Quello IOR fu, in breve, un periodo unico, fautore di Classic Boat eccezionali, oggi, sfortunatamente, in parte perdute o dimenticate. Noi, però, riteniamo sia il caso di celebrarlo al meglio, e per farlo vogliamo censire le barche sopravvissute, uniche e preziose, per raccontarne la storia. Per questo il Giornale della Vela lancia un appello a tutti gli appassionati: segnalateci i Classici dello IOR, dove sono e in che stato si trovano. Ve ne saremo grati.
Classic IOR: AAA icone della vela cercasi
Lo scopo è quello di inserire queste barche nel nostro “registro” delleClassic Boat by Giornale della Vela (vi spiegiamo come fare QUI). . ATTENZIONE, però, inserirle nel registro non vuol dire esclusivamente censirle, vuole anche dire valorizzare tutte quelle barche che hanno una storia e un pedigree che permette di evidenziarne il reale valore storico –esattamente come accade nel mondo delle auto e degli immobili– per restituire loro lo status che realmente meritano, e così il loro vero valore. Coglieremo l’occasione non solo per crearne un grande archivio accessibile a tutti, ma anche per raccontarle e condividerle al meglio, così che lo IOR, a suo modo, possa in parte sopravvivere, recuperando lo status che merita e consentendo a noi, e a voi, di vedere di nuovo queste barche in mare, e perchè no, magari anche in regata…
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Classic IOR: non solo giganti
Realizzati tra i tardi anni ‘60 e i primi anni ‘90, gli scafi IOR sono spesso identificati tramite grandi nomi e grandi palmares. Attenzione però, lo IOR non fu solo composto da scafi ad hoc, pezzi unici e budget enormi. Certo, non mancano le leggende come il Phantom o come il Brava, per citarne alcune, ma lo IOR fu, e non dovremmo dimenticarcene, anche composto da piccole barche, da “classi minori” e da scafi di serie direttamente attrezzati a regata e forti di equipaggi grandiosi. Anche questi popolarono lo IOR e, alcuni, seppero ugualmente raggiungere le più alte vette. Anche loro, ci interessano.
Un nome tra i maggiori nella sua prima fase progettuale, in questo senso, fu quello del “Mago Bretone”, il mitico Alain Jezequel, cresciuto al fianco dei grandi maestri francesi e diventatone uno a sua volta, partì proprio dalle “piccole”, diventandone presto il vate: i Sesta Classe, tra cui svetterà il suo enorme successo, Charlie Papa. Piccoli, più economi e più gestibili, i sesta classe furono una sorta di inizio per tanti, diventando presto scafi fondamentali. Scafi che, oggi, ancora esistono e navigano, però in sordina. Anche loro, però, sarebbe bene ricordare più spesso, e voi potete aiutarci a farlo.
L’altra grande scuola, sempre sotto lo IOR, fu quella Half Tonner, tra cui svetta il maestro italiano, Vallicelli, con il suo piccolo e splendido Ziggurat. Meno discreta della VI Classe, quella Half Ton fu un vero e proprio campo di battaglia e di prova, un mondo che seppe dar vita a piccoli scafi d’eccezione, di serie e non. E anche loro, come già abbiamo visto più volte, seppero far la storia. Barche piccole, certo, ma barche non meno eccellenti. Ecco tre esempi di piccoli giganti IOR.
BURIDONE | Dal Ferro
Cantieri Dal Ferro; 1977; 7.90 x 2.30 m; Alain Jezequel
Dalla matita del Mago dei Sesta Classe, Jezequel, nel 1977 nasce il Buridone, un 1/4 Tonner di 7.90 metri in fasciame di mogano molto tecnico e velocissimo. Pezzo unico, questo VI Classe fu un un mostro sotto brezze leggere, dislocante appena 1.200 Kg contro una superficie velica di tutto rispetto: 34 mq di tela armata a 7/8. Ovviamente, interni spartani, ma l’obiettivo era un altro, volare. E, con la giusta sensibilità e la giusta gestione dei pesi, il Buridone sa fare esattamente quello. Refittato e ben mantenuto, corre ancora oggi, dando grandi soddisfazioni.
CM FORMENTERA | Galetti
Galetti; 1979; 10.58 x 3.75 m; Sciomachen
Lo studio Sciomachen, a suo tempo, fu tra i più rappresentativi dello IOR, soprattutto in Adriatico. Suo, firmato a fine anni ‘70, il 3/4 Tonner CM Formentera, un 10.58 metri varato nel 1980 a Venezia. Tuga a spigolo, baglio abbondante, appena arretrato, slanci puliti, taglienti, ne fanno un classico esempio di prototipo IOR, un racer puro costruito da Galetti del Garda.
LA RIVALE | CPR
CPR, Ziggurat 916; 1968; 9.16 x 3.01 m; Andrea Vallicelli
Come dicevamo, Vallicelli fu uno dei grandi progettisti IOR, e decisamente non solo in Italia. Ma ogni storia ha un suo inizio e, quella di Vallicelli, nasce con lo Ziggurat, un prototipo di Half-Tonner eccezionale. Tanto eccezionale che CPR ne comprerà subito i disegni, per convertirlo a serie. Nasce lo Ziggurat 916, un half tonner convertito a cruiser-racer che, per anni, comparirà sempre sui più svariati campi di regata. La Rivale ne è un esemplare raro, è del ‘68, ha una tuga un po’ più lunga del classico 916 e un pozzetto diverso con dei paraonda più alti. È più comoda dentro, ma non per questo è solo da crociera, anzi…
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1 commento su “Classic IOR: quando anche le “piccole” diventano barche leggendarie”
The Real Person!
Se La Rivale è uno Ziggurat è impossibile che sia del 1968, visto che Ziggurat venne disegnato per la Half Ton Cup di Trieste nel 1976. Inoltre a quella data Andrea Vallicelli aveva 17 anni: precoce sì come designer, max non così tanto!