Speciale America’s Cup, i sei team al via: a chi la Brocca?

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Il tempo dello “show down” sta per iniziare, adesso tutti i team devono mettere le carte in tavola, non c’è più tempo per le strategie, si inizia a fare sul serio. Dal 22 agosto per la prima volta scenderanno in acqua in un confronto ufficiale gli AC 75 con cui si correrà la Coppa America, con la Louis Vuitton Cup che inizierà il 29 agosto (Scopri QUI come seguirla). Chi è lo sfidante favorito per affrontare Team New Zealand in finale? Il defender è ancora imbattibile? Ecco le nostre previsioni.

Luna Rossa Prada Pirelli (ITA)

Luna Rossa

Per Patrizio Bertelli e il team italiano si tratta del sesto assalto alla Coppa America (sette contando la sfida per Bermuda  2017 interrotta) ma, a distanza di 25 anni dalla prima, che Luna Rossa è quella di oggi? 

Vincere la Louis Vuitton Cup è l’obiettivo minimo di un sindacato che si è molto rafforzato nel sailing team (con l’ingresso di Ruggero Tita e Vittorio Bissaro) ma forse è meno stellare nella squadra di design dopo l’uscita di Martin Fisher e Mario Caponnetto. 

L’AC 75 italiano è stata una delle barche più continue nella fase di preparazione alla Coppa, quello che tra gli sfidanti ha avuto il numero minore di inconvenienti tecnici, segno di affidabilità del mezzo che con queste barche non è mai scontato. L’approccio di design sembra essere stato “moderato”, salvo l’importante riduzione della superficie anteriore dello scafo che risulta estremamente magra e aerodinamica, Luna Rossa non ha elementi “estremi” come l’ala di poppa di Alinghi o la coperta “alare” di American Magic. Il sindacato italiano ha forse preso qualche rischio progettuale in meno rispetto ad altri sfidanti, ma promette di avere una barca versatile e competitiva fin dalle prime regate. Basterà per arrivare fino in fondo? La sensazione è che Luna Rossa possa realmente ambire alla finale sfidanti, per andare oltre servirà avere una barca più veloce degli altri.  

ALINGHI (SVI)

Alinghi Red Bull Racing

Ernesto Bertarelli torna in Coppa America, dopo averla vinta nel 2003 e difesa con succeso nel 2007, sconfitto nel 2010, e come era prevedibile le sfide di Alinghi non sono mai banali, a maggior ragione questa volta ,con la partnership con la scuderia di F1 Red Bull Racing. A Capo del design team c’è Marcelino Botin, ma un ruolo chiave nella squadra lo ricopre anche l’italiano Silvio Arrivabene, co-general Manager. 

Alinghi è all’’nfuori di Luna Rossa, e insieme ad American Magic, uno dei team con più italiani, tra i quali anche Pietro Sibello nella veste di coach. La barca è quella con le scelte forse più estreme e interessanti tra tutti gli sfidanti, ma c’è stato il grosso inconveniente del doppio disalberamento. Un cedimento strutturale di due alberi, che adesso lascia Alinghi con pochi margini di manovra, dato che il Protocollo consente la costruzione di soli due alberi e a questo punto Alinghi correrà solo con profili riparati e rilaminati.

Il sailing team è tutto elvetico e ruota intorno al leader e timoniere Arnaud Psarofaghis. Un equipaggio giovane di velisti all’esordio in Coppa America, questo potrebbe pesare sulla competitività in quest’edizione, ma il progetto sportivo di Bertarelli non sembra essere a breve termine. Aspettiamoci comunque un’Alinghi molto competitiva, pronta a regalarci possibili sorprese lungo la Louis Vuitton Cup.

Team New Zealand (NZL)

ETNZ

I kiwi si sono tenuti i più lontani possibile da Barcellona in questa fase di preparazione, e sono stati gli ultimi ad arrivare sul campo di regata catalano con il nuovo AC 75, per lunghe settimane sono circolate infatti pochissime foto di Team New Zealand in allenamento. Una quasi palese volontà di tenere le carte nascoste. 

In realtà i neozelandesi hanno fatto in Spagna una lunga sessione invernale, ma con la vecchia barca. La nuova è un’evoluzione dell’idea vincente della scorsa Coppa, con un team che è cambiato pochissimo (anche per la media età già molto giovane), e vede schierati gli uomini chiave ancora in prima linea: Dan Bernasconi a capo del design, Burling e Turke a guidare il sailing team, con l’inserimento del fluoriclasse Nathan Outteridge come secondo timoniere, più un blocco di velisti e designer che lavora insieme praticamente dal 2017 a Bermuda, quando Team New Zealand si presentò con una squadra completamente rifondata e strappò via la Coppa ad Oracle iniziando questo nuovo ciclo vincente.. 

Dal 1996 quando si parla di Coppa America i kiwi sono sempre tra i team da battere, passano le generazioni di velisti e progettisti ma la loro filosofia vincente non cambia. Sarà anche stavolta molto difficile battergli e conquistare la Coppa America. 

American Magic (USA)

American Magic

Per certi versi può essere considerato come lo sfidante, sulla carta, più pericoloso per Luna Rossa. Con l’ingresso di Tom Slingsby il livello del pozzetto americano è salito di molto, e al tempo stesso il design team si è rinforzato con l’arrivo di Mario Caponnetto. 

L’AC 75 del New York Yacht Club sembra uno dei più evoluti da un punto di vista aerodinamico, con una forma alare della coperta che ingloba le postazioni dell’equipaggio, a prima vista una delle soluzioni migliori tra la nuova generazione di AC 75.  Gli altri sfidanti infatti hanno ancora le postazioni dell’equipaggio in una posizione più rialzata e meno racconrdata col resto dello scafo rispetto alla barca americana. 

Già nella scorsa Coppa con Patriot la sensazione era che il progetto della barca fosse molto competitivo, prima della disastrosa scuffia che ne causò di fatto il fallimento. Immaginarli in finale di Louis Vuitton Cup, magari contro Luna Rossa, potrebbe non essere solo una fantasia. 

Gli americani questa volta sembrano avere le carte in regola per provare a giocarsela fino in fondo. La Coppa America manca dalla bacheca del Club newyorkese dal lontano 1983, quando cadde a Newport l’egemonia americana contro Australia II.

ORIENT EXPRESS (FRA)

Orient Express Racing Team

Nell’elenco dei favoriti i transalpini vanno piazzati in ultima posizione, se non altro perché hanno iniziato la campagna per ultimi, comprando il progetto base della barca di Team New Zealand per accorciare i tempi. Attenzione però perché il sailing team è di primo piano, con le stelle Kevin Peponnet e Quentin Delapierre al timone, e hanno dimostrato con gli AC 40 di sapere stare nella mischia e potere piazzare anche la zampata. 

Certo la Coppa America sarà un altro gioco, e c’è da capire quanto i francesi riusciranno a sviluppare con soluzioni proprie il progetto della barca. Sono i classici outsider, potenzialmente pericolosi se arrivassero alle regate ufficiali con la barca a punto, anche grazie al fatto che il pacchetto progettuale base dei kiwi garantirà una barca comunque interessante. 

La Francia ha una lunga storia di sfide in alla Coppa, mai nessuna però ha ottenuto la Brocca. 

Non sembra essere neanche questa l’occasione per vincerla, ma i “cugini” non vanno sottovalutati. 

Ineos Britannia (UK)

American Magic, Day 17 of AC75 (B3), Sailing day with Patriot in Barcelona. – 4June2024. 37th America’s Cup Recon.

I britannici sono gli eterni incompiuti della Coppa America. La inseguono da sempre, ma le loro sfide quasi mai arrivano fino in fondo a giocarsela e neanche Sir Ben Ainslie fino a ora ha invertito questa tendenza. Il nuovo AC 75 sembra un’altra barca “particolare”, apparentemente poco armoniosa, ma l’estetica in Coppa America non conta più di tanto e a volte barche definite come “brutte” si sono dimostrate invincibili. 

Difficile dire sa sarà questo il caso degli inglesi, apparsi già zoppicanti come team sugli AC 40, dove incredibilmente erano quasi sempre nelle retrovie pur con un sailing team stellare. C’è un Ben Ainslie forse assorbito in troppi ruoli in contemporanea: capo del team, uomo immagine, timoniere e leader tecnico. Pare che ci sia stato anche qualche malumore interno a tal proposito, e non è detto che Big Ben continuerà a essere una presenza fissa sull’AC 75 nelle regate ufficiali. Ineos è una grande incognita: budget pressoché illimitato, sailing team di talento e design team all’avanguardia, ma anche due sfide di fila alle spalle quasi totalmente fallimentari. Sarà la volta buona per cambiare rotta?

Mauro Giuffrè

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