Il mistero di Bayesian, il Perini di 56 metri affondato a Palermo

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Bayesian, lo sloop Perini Navi di 56 metri con l’albero in alluminio più grande del mondo, è affondato questa notte poco dopo le 4. Una tragedia per cui sono ancora in corso le operazioni di soccorso. Delle 22 persone a bordo, tra ospiti ed equipaggio, solo 15 sono state tratte in salvo. Dalle prime notizie che sono apparse sulla stampa sembra che una tromba marina lo abbia colpito all’improvviso e ne abbia determinato l’affondamento. Una ricostruzione poco chiara, che ci lascia perplessi rispetto alle poche informazioni ad oggi disponibili.

Bayesian

Bayesian, lo sloop Perini di 56 metri affondato a Palermo

Bayesian, ex Salute, è un Perini Navi di 56 metri che è stato varato dal cantiere di Viareggio nel febbraio del 2008. Ristrutturato nel 2020, lo scafo e la sovrastruttura di questo superyacht è interamente in alluminio, così come il suo albero di 72.27 metri. Ha un pescaggio minimo di 4.05 metri, con la chiglia alzata, e massimo di 9.83 metri e a pieno carico pesa 543.4 tonnellate. A bordo c’è spazio per 12 ospiti più 10 membri dell’equipaggio, per un totale di 22 persone, esattamente quelle presenti a bordo durante il tragico incidente di questa notte.

Bayesian, ex Salute, è il Perini di 56 metri affondato lunedì notte al largo di Porticello (Palermo)
Bayesian, ex Salute, è il Perini di 56 metri affondato lunedì notte al largo di Porticello (Palermo)

Quello che sappiamo dell’incidente

Ieri sera, dopo aver costeggiato Cefalù, Bayesian è arrivata a Porticello ancorandosi in rada a circa 300 metri dal porto, accanto ad altre imbarcazioni più piccole. Durante la notte, mentre gli ospiti dormivano, una violenta tromba marina ha colpito l’area costringendo un’imbarcazione accanto, come riportano le dichiarazioni del suo comandante, ad accendere i motori per mantenere la posizione. “Stavamo pianificando di andare al porto dell’Arenella a Palermo ma siamo stati investiti da una tempesta – ha dichiarato Karsten Börner, comandante della Sir Robert Baden Powell – abbiamo provato a tenere la posizione con i motori accesi. Appena la tempesta è finita abbiamo realizzato che la barca accanto a noi non c’era più. Abbiamo visto una razzo rosso di segnalazione provenire dalla zona della barca, così io e il mio primo ufficiale siamo saliti sul tender e siamo andati a prestare soccorso. Abbiamo recuperato 15 naufraghi, compresa una bambina.”

La baia di Porticello, dove è affondato Bayesian
La baia di Porticello, dove è affondato Bayesian

Tra i superstiti del naufragio c’è chi ha dichiarato che Bayesian si è ribaltata mentre gli ospiti erano a letto in cabina, ritrovandosi immediatamente in acqua. La barca poi sarebbe affondata in pochissimo tempo.

Cosa è successo a Bayesian?

Difficile ricostruire al momento la dinamica dell’incidente. Dal tracciato dell’AIS (fonte MarineTraffic) sembrerebbe esclusa l’ipotesi che la barca sia finita sullo Scoglio della Formica, una montagna sommersa a circa 1 miglio dal porto di Porticello che da una profondità di oltre 60 metri affiora in due “punte” la superficie del mare. Tuttavia non si spiega come una nave moderna di queste dimensioni possa affondare per il vento. Tanto più che se la barca fosse stata ancorata, naturalmente si sarebbe posizionata con la prua al vento.

Può esserci stato un cedimento strutturale? Da una prima ispezione dei Vigili del fuoco sembrerebbe che lo scafo di Bayesian, ora appoggiato sul fondale a 49 metri di profondità, sia integro. Nessuna falla o danni alla chiglia, solo l’albero che si è spezzato.

I sommozzatori dei Vigili Fuoco alla ricerca del relitto di Bayesian
I sommozzatori dei Vigili Fuoco alla ricerca del relitto di Bayesian

Una ricostruzione che lascia spazio a tante domande e su cui dovrà indagare la Procura di Termini Imerese, che ha aperto un’inchiesta per accertare l’esatta dinamica del naufragio di Bayesian.

Giacomo Barbaro

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51 commenti su “Il mistero di Bayesian, il Perini di 56 metri affondato a Palermo”

  1. La ricostruzione della dinamica dell’affondamento di uno scafo di quelle dimensioni e’ poco chiara e anche poco condivisibile. Se l’albero, forse ceduto per torsione, non ha sfondato lo scafo, e’ improbabile che possa aver provocato lo sbandamento di una nave di 500 ton di stazza.
    Vedremo cosa diranno i periti che accorreranno crrto a frotte, se non altro per i risarcimenti assicurativi.

    1. Sembra che il bulbo fosse sollevato altro che albero spezzato (che i sommozzatori hanno dichiarato essere integro) chi ha sollevato il bulbo con quelle condizioni di vento ???

      1. Penso anch’io che il bulbo fosse sollevato, perchè se fosse stato tutto giù avrebbe pescato 10 metri circa dando la giusta stabilità alla nave a vela, mentre con il bulbo alzato avrebbe avuto un pescaggio di soli 4 metri circa riducendo drasticamente la stabilità , per me è questa la ragione del rovesciamento : una forte tromba d’aria con vento a 200 – 250 nodi e più e con raffiche violente ha fatto sbandare lo scafo sino a 180 gradi mettendo le croccette dell’albero al livello del mare e facendo imbarcare acqua dall’entrata del salone , dai boccaporti in coperta e dagli oblò lungo le murate causando velocemente l’affondamento . Una grave inadempienza del comandante o un guasto al sistema idraulico che manovra il bulbo ?

          1. Chiedo scusa si é vero c’è un errore su i numeri : il vento previsto in una tromba marina varia da 200 a 300 KM orari ( non nodi ) e lo sbandamento è stato di 90 gradi, probabilmente si è poi rovesciata a 180 gradi durante l’affondamento .

          1. E si… per favore Caro Paolo rifletti e documentati, il Perini affondato (56 metri con un albero di 75 metri) con bulbo alzato pesca solo 4 metri con bulbo giù pesca 10 metri , forti raffiche come quelle all’interno di una tromba d’aria lo possono far sbandare di 45 gradi e più e con il bulbo giù la barca si raddrizza ma aimè con il bulbo sù lo sbandamento diventa critico e si perde totalmente la stabilità sino a mettere le croccette in acqua e senza più raddrizzarsi .
            Il bulbo è stato concepito mobile per permettere ai Perini di ancorarsi in bassi fondali ( con tempo dichiarato buono dai bollettini metereologici ) o per entrare in porti o marina dove il fondale non supera i 5 metri . In tutte le altre situazioni il bulbo deve stare irrevocabilmente e tassativamente abbassato .

      2. Manovrando in avanti , superando la posizione dell’ancora ,magari incagliata , la catena può aggirare la deriva mettendosi al collo mentre la barca indietreggia sotto vento e si mette al traverso trattenuta dalla deriva , a quel punto cercherei di alzare la deriva

  2. La ricostruzione della dinamica dell’affondamento di uno scafo di quelle dimensioni e’ poco chiara e anche poco condivisibile. Se l’albero, forse ceduto per torsione, non ha sfondato lo scafo, e’ improbabile che possa aver provocato lo sbandamento di una nave di 500 ton di stazza.
    Vedremo cosa diranno i periti che accorreranno crrto a frotte, se non altro per i risarcimenti assicurativi.
    Che cosa poi stessero facendo a 300 m dalla riva, all’ancora, con previsioni meteo pessime e’ un’altra inspiegabile leggerezza.

  3. Pingback: Tutto sul Bayesian, il super veliero hi-tech del tycoon britannico Lynch - Startmag

  4. Giuseppe Scognamiglio

    Sono rimasto colpito da questa brutta vicenda del Perini, cosa è successo a 300 mt dalla costa di Palermo in un’ora di un improvviso fortunale se lo domandano tutti.
    Sopratutto perché parliamo di una Nave di 56 mt, di un pregiatissimo cantiere italiano, con 12 persone di equipaggio di professionisti. Una nave dal punto di vista tecnologico di grandissimo spessore dove il Comandante ed il Secondo vengono addestrati alle tecnologie della barca dallo stesso cantiere, ed in genere questi seguono la costruzione in cantiere per circa 1 anno per comprendere bene tutte le tecnologie degli impianti di bordo, oltre a tutte le complicate attrezzature veliche. Poi c’è la componente clima, grande tema da affrontare perché questo fenomeno affrontato dalle barche in rada a Palermo, si verificano con grande velocità, fortissima intensità e poca prevedibilità. Ma veniamo ai fatti, la Nave era in rada e sappiamo solo che è affondata verso le 4 del mattino. Le domande da porsi sono diverse : 1 non c’era nessuno di guardia in plancia ?, 2 non c’era un sistema radar attivo magari con una zona di allarme che abbia potuto preallertare l’equipaggio dell’arrivo di una tromba Marina ? 3 come mai non hanno lanciato un messaggio di May day ?
    Sicuramente qualunque imbarcazione in rada è vulnerabile, sopratutto per l’impossibilità immediata di salpare per poter prendere il largo. Ma cosa ha determinato l’affondamento ? Dalle prime testimonianze del comandante del Perini, l’albero si è spezzato. Una ipotesi dunque potrebbe essere quella che la caduta verticale di parte dell’albero abbia poi procurato la perforazione sia della coperta che dello scafo, procurando una grossa falla. Questa situazione non è infrequente, con un epilogo totalmente diverso capito’ al J Class Astra durante una Tre Golfi, quando in navigazione con cattivo tempo l’albero in legno di circa 50 mt si spaccò ed il troncone in testa cadde verticalmente e trapasso’ la coperta fermandosi a circa 20 cm dallo scafo. Testimonianza che mi racconto’ l’imprenditore navale Postiglione che era a bordo e che segui’ la costruzione del nuovo albero nel cantiere storico di Posillipo. ( in cantiere sono ancora visibili i supporti costruiti sul costone di tufo per movimentare l’uscita dell’albero dalla grotta del cantiere ). Così come ad una regata dell’invernale di Napoli nel 1986 con onda di libeccio un VI classe IOR di nome Duke affondo’ in pochi minuti perché l’attacco dell’albero passante uscì dalla scassa e perforò lo scafo. Questa evenienza potrebbe giustificare il repentino affondamento del Perini. Oppure altra ipotesi potrebbe essere della scuffia del Perini a seguito del violentissimo colpo di vento. Ipotesi meno probabile considerando che in questo caso l’abbandono della nave sarebbe stato più difficoltoso, e sembra non ci siano testimonianze in merito. Anche se un calcolo agli Ingegneri nautici è da considerare tenendo presente che la chiglia del Perini pesca solo 4 metri quando non è in navigazione. Attendiamo i tecnici che ricostruiranno la tragedia dell’affondamento. Riposino in pace i marinai deceduti.

    1. Io ho capito che l’albero di 75 metri è stato installato in un secondo momento, non è quello con cui lo yacht è stato costruito. C’è un video su Youtube “World’s tallest Mast S/Y Bayesian”

  5. Enrico Barbara

    In una notte infestata da fulmini, nella quale il cielo è ben coperto da un nembostrato, è poco prudente stare all’ancora con un molo che dista 300m. Da Vessel Finder, seguendo i punti in cui la Bayesan brandeggiava prima della tempesta, sembrerebbero 600 m, in ogni caso poco prudente; anche a gidicare che stavano a mezzo miglio a ovest dalla Secca delle Formiche, posizione infelice in una notte con quelle previsioni. Sempre da Vessel Finder (ultimo punto Nave registrato è alle 2:05 UTC) direi che l’ancora ha spedato , mi sento di escludere (data la traiettoria SSE) che la barca sia andata a scogli. Secondo me andrebbe capito se l’albero ha preso un fulmine, dato che è di 72 m in alluminio e dato che tutta la notte è stata infestata di fulmini, è la prima cosa da acclarare e che spigherebbe il cedimento a secco di vele. Poi ci si è messa la sfortuna, probabilmente lo spezzone dell’albero, non è andato a fondo ma, trattenuto dal sartiame, ha sbandato la barca lateralmente, offrendo il lato opposto al vento e le onde, che hanno fatto il resto (colpo di grazia), rovesciandola. Non appena verrà recuperato l’albero, dai punti di cedimento e dallo stato delle sartie, capiremo. Se non c’è stato fulmine, allora i dubbi saranno sulla ristrutturazione della nave (sartiame ed albero sono stati revisionati?).

    1. Marco Mattonelli

      Salve ing. Barbara, di fatto la sua ricostruzione ancorché puntuale allo stato di fatto non trova riscontro. L’albero è stato rinvenuto intatto, pertanto rimane solo plausibile l’ipotesi del bulbo retratto incapace, in quelle condizioni di mantenere l’assetto della barca e determinandone il rovesciamento. Il tema se questa seconda ipotesi venisse confermata diventa strutturale. In assenza di velatura il bulbo dovrebbe anche se retratto al massimo supportare una condizione estrema di pressione sull’albero. Enrico

  6. Speriamo si possa far veramente luce sull’accaduto. Sia nel rispetto delle persone decedute ed anche per sapere come prevenire disastri del genere

  7. Antonio Razzuoli

    Domanda: keel su o giù? (l’ha basculante)
    la tromba marina è rotatoria, metti che ha investito l’albero al traverso
    e la barca si è stesa imbarcando tanta acqua (qualcosa di aperto) e quando
    è tornata su non aveva più galleggiabilità ed è affondata.

    1. Andrea Pierotti

      Sì, dalle ultime notizie sembrerebbe trovata con albero e scafo integri e chiglia completamente sollevata. Era ancorata su 50 metri di fondo, non so se buon tenitore o meno, io di solito con un Oceanis 50 piedi ormeggio su 5/7 metri d’acqua e filo 45/50 metri di catena (se ne avessi di più ne filerei di più) di solito su fondo buon tenitore. Facendo così ho retto molte botte di vento, anche 50 nodi (su fango). Su 50 metri avrebbe dovuto filare 500 metri di catena, non so se l’abbia o meno, nel caso avesse cominciato ad arare e a sbandare potrebbe aver avuto un cedimento interno (motore o serbatoi) il che avrebbe impedito il raddrizzarsi della barca. Non so, forse è andata così, il mare è imprevedibile, cinico e beffardo. per quanto lo ami da oltre quarant’anni non perdo mai il timore viscerale che ho di lui.

  8. Questa barca ha il garage per il tender o moto d’acqua a livello del mare? Se si, l’ipotesi che sia stato lasciato aperto anche la notte e di conseguenza nel momento della tromba d’aria abbia permesso di imbarcare acqua con conseguente affondamento. Anche questa ipotesi mi sembra inverosimile perché presuppone che tutto l’equipaggio sia andato a letto senza fare alcuna guardia.

  9. Perini Navi avrebbe fatto sapere (fonte Financial Times) che il Bayesan era dotato di un sistema a chiglia mobile per accedere a bassi fondali (altrimenti pesca circa 10 m, che ci vogliono tutti vosta l’altezza dell’albero). E’ possibile che il pescaggio fosse stato ridotto in fase di avvicinamento alla costa e poi una volta all’ancora non più ripristinato (nonostante il fondale lo consentisse). Quando è arrivata la tromba d’aria, la pressione sull’albero così alto ha fatto scuffiare il veliero come fosse una piccola deriva. L’acqua è iniizata a entrare sottocoperta ed è subito affondato.
    Di seguito la citazione dal FT:
    “According to Perini Navi, Bayesian had a so-called lifting keel, a system for reducing the depth of the keel — otherwise nearly 10m — for easier entrance to shallow harbours. If the keel were for some reason in the raised position rather than fully extended, that would compromise the boat’s stability in a strong wind.”

  10. Una domanda sorge spontanea: la chiglia dell’imbarcazione era retrattile per i bassi fondali ? e quindi al cedimento dell’albero la barca avrebbe ricevuto un contralcolpo tale da non riuscire a vincere la leva data dalla tromba marina e la forza e peso dell’albero che una volta spezzato avrebbe sicuramente dato alla barca quel colpo di frusta tale (data la lunghezza dello stesso anche se in alluminio) da causare un improvviso sbandamento laterale, a cui avranno sicuramente contribuito gli oblo’ aperti.

  11. Era all’ancora vicino a fondali poco profondi… Immagino che avesse la chiglia retratta…. Questa condizione non ha certo aiutato la stabilità.

    1. Mike Lynch proprietario, era in compagnia di socio e testimone
      per festeggiare l’assoluzione dall’accusa di frode
      di una causa di diversi miliardi di dollari.
      Legami con servizi segreti e pezzi grossi vari.
      E fatalità la morte del ex imputato al processo
      che è stato investito poche ore prima da un’auto mentre faceva jogging.
      Una nave oceanica super sicura.
      Vedete un po Voi.

  12. Gian Marco da Milazzo

    Buongiorno, ma siamo sicuri che l’albero ed il boma (rispettivamente di 75,8 m e 23,4 m) fossero di alluminio e non di carbonio?

  13. Gian Marco da Milazzo

    La domanda (alluminio o carbonio) non è peregrina, anche perché, se ho letto bene, l’albero da solo pesava 16,4 tonnellate Se fosse stato realizzato in alluminio, con dimensioni equivalenti, avrebbe avuto un peso superiore del 30-40% e soprattutto baricentro più alto, a svantaggio di rollio, beccheggio e sbandamento. Ma non solo: un albero in carbonio è più conduttivo di un albero in alluminio e, notoriamente, durante una tempesta, tutte le cariche positive dell’acqua salata si “arrampicano” sull’albero, rendendolo altamente conduttivo, peraltro a prescindere dal materiale. Tuttavia vero è che le imbarcazioni dorate di alberi in alluminio sono più inclini ai fulmini ed i fulmini possono seriamente danneggiare le strutture.

  14. Anonimovelista

    Scusate l’ovvietà, ma se la barca è affondata, visto il materiale col quale è stata costruita, vuol dire che è entrata acqua. Bisognerà capire da dove è entrata, ma basterà portarla a riva per esaminarla, non dovrebbe essere un’impresa impossibile, il fondale non è molto profondo, la distanza dalla costa è poca e con i mezzi giusti l’operazione potrà essere eseguita senza troppi problemi. L’importante è che vengano individuate le responsabilità per evitare il ripetersi di simili tragedie.

  15. Gian Marco da Milazzo

    Pardon, intendevo scrivere l’esatto contrario: quelle con albero in carbonio sono più a rischio fulmini rispetto alle imbarcazioni con albero in alluminio.

    1. I have a carbon mast and it is the opposite : Carbon does not conduct electricity thus in case of thunder strike it is a disaster as the mast will explode. On the other hand because it is a very poor conductor it has very few chances to be hit by thunder, electricity is least and goes were it flows easily

  16. Tra tutte le varie ipotesi sull’affondamento del Bayesian , (alquanto irreali) , dimenticato portelli aperti, entrata di acqua, rottura albero, motore spento, catenaria lunghissima, deriva alzata ecc., penso non si tenga in opportuna considerazione una preliminare e cioè che la navetta ha subito in maniera fulminea una perdita impressionante di galleggiamento che l’ha portata a fondo. Ciò sottintende ad una mancata spinta e sostegno che può causarsi solo ed esclusivamente per sottrazione del liquido marino almeno da un lato della nave. Tutti concordano sulla presenza di una tromba marina, ma di quale potenza, altezza sul mare e profondità nel mare? Eppoi, quale durata e quale percorso, e quale distanza dalla nave? Una forte tromba marina che passasse longitudinalmente alla nave da prua a poppa con forte velocità ed enorme potenza potrebbe causare un vuoto acqueo su un lato della nave da far sì che le venga a mancare il necessario sostentamento e farla affondare in un lampo, senza rotture di scafo o albero? E se la nave precipita (come dai tempi visibili nel filmato) immediatamente a fondo e viene ricoperta immediatamente dall’acqua se ne rimarrebbe adagiata completamente intatta come risulta dai rilievi. Rimane da capire come abbiano fatto i sopravvissuti ad essere lanciati sull’acqua ed a lanciare (sempre che non sia automatica) la zattera di salvataggio e salirci in quelle condizioni e sequenze temporali.

  17. La nave in questione oltre ad avere una grande apertura a poppa, (garage) dispone anche di una grande apertura laterale a babordo. Se per ipotesi quella laterale fosse stata aperta, la chiglia retratta, il vento forte può aver creato un forte rollio e allo stesso tempo beccheggio a causa dell’albero troppo alto, potrebbe aver imbarcato un volume enorme di acqua tale da mandarla a picco in un attimo. Purtroppo quello che raccontano in tv i tg, non è chiaro, e la narrazione diverge da un cronista all’altro… devono fare notizia. Penso che per avere un’idea precisa, bisognerà recuperare la nave… perché di nave si tratta, fare l’autopsia alle vittime per escludere complotti vari considerato i personaggi che erano a bordo ( vedi tragedia lago maggiore) e sentire le versioni dell’equipaggio che si è salvato, per quanto insufficiente su una nave del genere, devono aver “mangiato la foglia” e capito che la nave sarebbe affondata. È possibile inoltre che l’altezza dell’albero, il suo peso, ecc ecc, in certe condizioni di criticità possa aver determinato la tragedia, in questo caso saremo di fronte ad un errore progettuale… ma con tutta onestà che un cantiere come il Perini faccia un errore del genere, lo escluderei. (Chiaramente le mie sono da intendersi ipotesi).

  18. paolo giglioli ambrosini

    E’ bellissima questa chat, perchè chi ama il mare, davanti a queste tragedie, non si ferma alla pietà. Vuole sapere. Vuole capire.
    Sono nato sul mare ed adoro le barche e la vela.
    Ma chi ci va vuole anche capire la ragione del fatto perchè in mare ci vuole tornare evitando gli incidenti conosciuti.
    Perini Navi è il più bel cantiere della mia Toscana. Non deve e non può avere sbagliato
    Con i soldi si comprano le barche, ma non si convive con il mare. Per questo occorre amore, rispetto ed esperienza.
    Dovremo vedere la barca a secco. Forse allora si potrà capire.
    Per adesso serve solo abbassare la voce.

  19. L’albero (trovato intatto) alto 75 mt, sotto raffiche di vento poderose, ha prodotto una spinta laterale non controbilanciata dalla deriva (risultata sollevata) provocando il ribaltamento dello scafo su un fianco, probabilmente con oblò e boccaporti aperti, causando quindi l’ingresso rapidissimo di enormi quantità di acqua e l’affondamento rapido dello scafo.
    Ma perché la chiglia di 10 mt era sollevata su un fondale di 50 mt?
    Come mai sono deceduti proprio il proprietario, il suo avvocato e il testimone chiave, assieme ai loro tre familiari, mentre tutti gli altri ospiti e l’equipaggio a parte il cuoco si sono salvati

  20. Manovrando in avanti , superando la posizione dell’ancora ,magari incagliata , la catena può aggirare la deriva mettendosi al collo mentre la barca indietreggia sotto vento e si mette al traverso trattenuta dalla deriva , a quel punto cercherei di alzare la deriva ma la barca sbanda sempre di più e imbarca acqua

  21. Deriva sollevata.
    Ancora che “ara” e non tiene la prua al vento.
    Fortissima pressione sull’albero che ribalta la barca sul fianco.
    Enorme entrata di acqua da “boccaporti” lasciati aperti e immediato affondamento. L’apertura del mezzo di salvataggio è automatica al contatto con l’acqua e si salvano tutti i presenti in prossimità del ponte.
    Niente da fare per chi era nelle cabine sottostanti.

  22. Inizialmente si è parlato di albero spezzato, che avrebbe chiaramente potuto spieghare l’inabbissamento per via di un drastico danno strtturale….. ma ora dai rilievi dei sub sembrerebbe che l’albero sia del tutto intatto come sembrerebbe esserlo anche lo scafo.
    Il proprietario di Perini Navi ha dichiarato che un loro altro modello ha resistito all’Uragano Katrina di Categoria 5.
    Sono barche progettate per affrontare i peggiori meteo al mondo… una tromba d’aria, anche se fortissima, non dovrebbe scalfire minimamente la stabilità di una simile nave.
    Ho timore invece che l’equipaggio si sia fatto trovare del tutto impreparato all’arrivo di una simile perturbazione nonostante l’allerta meteo presente in quelle ore.
    Basterebbe già il bulbo retratto a far parlare di errore umano… se poi si scoprirà che i portelloni sono stati lasciati aperti come spesso accade a questi mega yacht durante la notte allora sarà chiaramente da incolpare l’equipaggio.

  23. Da vessel finder le ultime tracce mostrano più di 5 minuti di movimento in direzione SE a circa 1kt. Forse l’ancora spedava e l’acqua già entrava a fiumi dal portellone del garage ritrovato aperto anche dai sub… Qualcuno avrà capito la situazione e avrà lanciato la zattera… Può essere?

  24. L’amerigo Vespucci è un veliero lungo 101 metri ed ha un albero maestro di 54 metri e naviga indisturbato da molti decenni,ora non capisco perché dotare una barca di 56 metri di un albero di 72…. però non sono un ingegnere e la mia è solo un’osservazione oggettiva

  25. Il perini sono barche costose ma livello tecnico molto basso, a livello di ingegneria sono incompetenti !! Affonderanno tutte prima o dopo !!

  26. Ma siamo sicuri che fosse “all’ancora”?
    A 300 m dal porto in mezzo al golfo di porticello a 50m di profondits non ancora nessuno.
    Anche la prua Innaturale rispetto al vento ( la foto pubblicata dove si vede il veliero olandese con la prua al vento come ha dichiarato il suo capitano e il Bayesan a traverso) mi fanno sospettare un “virtual anchoring” cioè un posizionamento dinamico.
    Sembra quasi volessero fare ridosso all’hangar del tender posto a dritta di poppa.
    Se cosí fosse, una burrasca improvvisa presa a traverso non da tempo all’algoritmo del DP di reazionare correttamente, anzi peggiora il momento scuffiante
    Lavoro in mare da 35 anni con navi posacavi di grande stazza e non ho mai visto gettare ancora a 50 di profonditá

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