Orche “assassine” ovvero l’ipocrisia di non ammettere la verità

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Orche assassine - incisione Gesner
Incisione tratta dall’Historiae animalium di Konrad von Gessner (1558)

C’è un problema, e grosso, tra le orche e le barche a vela. Nel racconto in prima persona di chi si è visto affondare la barca da un “commando” di orche, lo capite benissimo. Alle porte del Mediterraneo, le orche attaccano le imbarcazioni sempre più di frequente. A volte va bene e la barca resta a galla. A volte, no.

Orche assassine, ma perché?

Nel resoconto dell’incidente di Tarifa (Spagna) abbiamo chiamato le orche “assassine”, traslitterando dal termine inglese che le definisce “killer whale”, orche assassine, appunto. Siamo stati ricoperti di insulti dai leoni da tastiera del web, ma signori, non ci siamo inventati nulla.

Plinio il Vecchio già nel I secolo d.C. le definiva spietate predatrici (non a caso il nome scientifico, Orcinus Orca, deriva da Orco, il dio degli Inferi della mitologia romana). Gli antichi balenieri spagnoli avevano notato che erano in grado di cacciare specie di balene ben più grandi di loro. Per questo, li chiamarono “assassine di balene”.

Nel XVI secondo due grandi naturalisti, Ulisse Aldrovandi (fondatore dell’orto botanico di Bologna e autore di un’opera in tredici volumi sugli animali) e lo svizzero Konrad von Gessner descrissero cetacei di dimensioni gigantesche che divoravano navi.

Torniamo ai giorni nostri. L’attacco di Tarifa è l’ultimo di una lunga serie: l’emergenza è reale, nell’ultimo anno le orche hanno affondato due barche e causato danni ad almeno una decina di barche, sono state ben 28 le interazioni con le orche nella sola Spagna nel 2023. Clamoroso il caso di ben tre barche attaccate durante il trasferimento alla regata Copa del Rey a Palma di Maiorca, in Mediterraneo.

Riavvolgendo il nastro del tempo, la musica non cambia. Tutti ricordano il Surprise di Ambrogio Fogar che il 19 gennaio 1978 mentre navigava da Buenos Aires a Capo Horn con a bordo anche il giornalista Mauro Mancini venne attaccato da un branco di orche e affondò in pochi minuti. Fogar e Mancini riuscirono a salire a bordo della zattera di salvataggio dove rimasero per 74 giorni alla deriva senza acqua né cibo prima di essere recuperati da un cargo greco. Mancini tuttavia morì subito dopo il salvataggio.

Solo due anni prima, nel 1976, un altro assalto da parte di un branco di orche affondò il celebre Guia III di Giorgio Falck a largo di Southampton, Inghilterra. La barca venne attaccata da un gruppo di cinque orche che si gettarono violentemente contro la carena aprendo un’enorme falla sullo scafo e provocandone l’affondamento in pochi minuti.

La polemica pseudo-animalista su come chiamare questi superpredatori all’apice della piramide alimentare è un falso problema, dettato dalla disinformazione e, probabilmente, dalla voglia di far polemica in sé. Il vero tema è capire perché le orche attaccano le barche a vela. La comunità scientifica ancora non ci ha fornito risposte, sistemi come i “pinger” (emettitori di frequenze che dovrebbero disturbare le orche) non sono efficaci, spegnere il motore quando le orche si avvicinano non funziona.

Le orche sono cattive? Probabilmente no. Attaccano le barche? Si. Chiamarle assassine è giusto? Non importa.

Eugenio Ruocco – Vicedirettore de Il Giornale della Vela

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24 commenti su “Orche “assassine” ovvero l’ipocrisia di non ammettere la verità”

  1. Ai Signori leoni di tastiera difensori delle orche :
    Vi auguro di trovarvi su una barca attaccata, senza alcuna ragione, dalle orche Asssasine !
    La natura e gli animali meritano rispetto ma deve esserci reciproco rispetto!

    1. Salvatore Biddau

      Scusa ma di quale rispetto parli, forse di quello che il genere umano nutre per il mare e la natura in genere! Forse non è così ma mi piace pensare che questi animali come noto molto intelligenti,stiano prendendo coscienza delle loro capacità pur nell’incoscienza di quanto l’uomo possa essere terribile…………amo il mare ma ne ho profondo rispetto se non timore!

    2. Io non sono in Leone da tastiera come dice il Sig. Elio. Bisogna ricordarsi che il mare è la casa delle orche come il bosco è la casa degli Orsi come giustamente scrivono i Canadesi nei loro boschi. A casa nostra non facciamo entrare chi non ci piace e nessuno protesta. Siamo noi ( che ci riteniamo esseri superiori) che dobbiamo trovare il modo di convivere a cada di altri e non pretendere rispetto da chi, per natura, agisce d’istinto

    3. Una domanda è lecita….lei conosce questi animali!?ne ha mai visto uno?ha forse conoscenza dei loro comportamenti ?!
      Le orche sono animali che esistono da moltissimo tempo, indispensabili per il benessere dei nostri mari ed oceani .
      ora non si può per ogni problema cercare la soluzione,mi spiego meglio vorreste fare come con ungulati,lupi e cinghiali forse?!
      L’essere umano non è forse più in grado di vivere su questo pianeta che per chi se lo fosse dimenticato è ricco di fauna e flora anche potenzialmente pericolosi.
      Quello che lei augura è ridicolo in quanto il mare , l’oceano non sono luoghi sicuri per natura.
      Ogni volta che lei va in auto potrebbe trovare un coglione che provoca un incidente e quindi cosa fa non esce più?
      Forse le persone come lei e come chi ha scritto quest’ articolo dovrebbero rimanere nella loro zona sicura così non c’è rischio .
      La natura è meravigliosa in quanto rischiosa se non lo fosse sarebbe noiosa e paurosa come alcune persone su questa Terra.
      Accolgo con piacere il suo augurio perché preferirei morire attaccata da un orca piuttosto che nel piscio nel mio letto

    4. Reciproco rispetto?!
      Prima di tutto le orche non sono assassine quest’ aggettivo è utilizzabile solo per il piede eretto….
      Se navighi in mare accetti i pericoli, e ti informi e cerchi soluzioni oppure vogliamo aprire la caccia alle orche sempre per il solito motivo ne ho paura quindi sterminio?!
      Lei si auguri di non incontrarne una perché sono dotate tra le altre cose anche di un ottima memoria

  2. Andrea Fantini- Dogaressa

    Vorrei sapere di più sulle barche attaccate andando a Palma di Maiorca!
    I siti spagnoli (animalisti) le difendono……..

    1. Gli animali vanno sempre difesi!
      Se hanno dei comportamenti vanno capite le cause o vogliamo mettere in mare le baleniere per ucciderle?!
      Chi naviga deve capire che il mare non è suo ed è abitato da animali potenzialmente anche pericolosi,fa parte del gioco.
      Bisognerebbe prima di mettersi in mare studiare la biologia marina non basta prendere la barchetta per andare a fare le vacanze….
      Le orche con molta probabilità attaccano perché vedono nelle barche un’altra orca non appartenente al branco…dell’essere umano non gli importa nulla.
      È come gli squali in Australia attaccano i serfisti perché scambiati per otarie!
      L’orca è un animale di un intelligenza straordinaria,sono animali meravigliosi ma come tutto in natura va conosciuto e soprattutto rispettato!

  3. Come si suol dire “Xe pèso el tacòn del buso” (quando la toppa è peggio del buco). La cosa più grave è che evidentemente neanche ve ne accorgete.
    Desolante…

    1. Io non sono in Leone da tastiera come dice il Sig. Elio. Bisogna ricordarsi che il mare è la casa delle orche come il bosco è la casa degli Orsi come giustamente scrivono i Canadesi nei loro boschi. A casa nostra non facciamo entrare chi non ci piace e nessuno protesta. Siamo noi ( che ci riteniamo esseri superiori) che dobbiamo trovare il modo di convivere a cada di altri e non pretendere rispetto da chi, per natura, agisce d’istinto

  4. Buonasera, mi spiace leggere un articolo come questo onestamente. Nel 2024 ci sono tutte le.possibilitá di informarsi prima di scrivere da una testata e pubblicare online.
    Si certo, le orche sono “super” predatori e sono INCREDIBILMENTE intelligenti. In inglese sono chiamate Killer Whale per uno sbaglio avvenuto nei secoli (anche perché Killer Whale letteralmente non significa orca assassina ma balena assassina, e le orche non appartengono alla famiglia delle balene.). In inglese venivano chiamate Killers OF Whale. Nel corso del tempo si sono perse la lettera S e OF, creando appunto il malinteso. Gli scienziati stanno cercando di capire se le orche sbattono contro le barche per gioco, e poi i cuccioli seguono per imitazione o per quale altro motivo, ma NESSUNA orca ha mai attaccato un essere umano al di fuori di un delfinario. (E anche nei delfinari sono state solo 2 le orche che hanno ucciso un totale di 4 persone.). Già c’è chi ha proposto di sparare ai POD dalle barche, per favore non alimentiamo con la mala informazione il panico che già c’è su questo argomento e che, nel tempo, potrebbe portare davvero ad un epilogo drastico come quello di cui sopra. Buon lavoro e buona giornata.

  5. Volendo navigare in zone frequentate dalle Orche si dovranno pensare a delle soluzioni tecniche che proteggano barche e quindi equipaggio come per esempio:

    – timoni sollevabili
    – “airbag” attivabili manualmente antiaffondamento

    Mi sembra strano che non ci siano già riflessioni in materia, o magari sì?

  6. Luca de guidi

    Volendo navigare in zone frequentate dalle Orche si dovranno pensare a delle soluzioni tecniche che proteggano barche e quindi equipaggio come per esempio:

    – timoni sollevabili
    – “airbag” attivabili manualmente antiaffondamento

    Mi sembra strano che non ci siano già riflessioni in materia, o magari sì?

  7. Buongiorno per me chiamarle assassine non ha senso, perché allora tutti gli animali che cacciano in branco dovrebbero avere questa nomea, comprendendo anche l’essere umano dato che è al numero uno nella classifica degli assassini. Sono d’accordo sul trovare una soluzione certo ma forse lo fanno per colpa dell’uomo dato che continuiamo a portare via il loro abitat o a rinchiuderle in delle vasche dove muoiono sole e questo tipo di specie vive in branchi composti da famiglia.

  8. Una cocuzza è una cocuzza e tale rimane perché gli fa comodo
    Non voler aprire gli occhi su ciò che l’uomo ha fatto SEMPRE e che continua imperterrito a fare, beh è almeno sconfortante.
    Continuate a chiamarle assassine, mostri e quant’altro ma è sempre l’uomo a distruggere tutto e citatemi la bibbia ora dicendo che all’uomo è stato dato di dominare su tutti, nient’altro?

  9. Francesco Borgogna

    La carena dotata di bulbo e timone e’simile ad un orca rovesciata
    Non escluderei che un animale tanto intelligente assimili l’imbarcazione ad un antagonista

  10. Le orche come tutti i cetacei sono sensibili agli ultrasuoni del sonar dai quali vengono attirate e ai campi elettromagnetici. Inoltre, vengono attirate dal suono del flusso laminare degli scafi in movimento. Per loro attaccare una chiglia che dal loro punto di vista ha il profilo di una piccola balena è un gioco di squadra di caccia alla preda, un puro divertimento, non è cattiveria è insito nel loro istinto. Quindi se un rimedio c’è è cercare di essere il piu possibile invisibili, almeno spegnere la strumentazione e andare a vela al traverso e bolina, andature che cambiano il profilo sommerso dello scafo, senza strumenti ultrasuoni e onde elettromagnetiche sono assenti e forse le orche così non attaccano.

  11. Le “orche assassine” combatto con un orca non con la barca in sé o tanto meno la sua flotta. Già ci vedono poco e arrivate in superfice si vedono l’ombra del fondo delle imbarcazioni che per loro è un altra orca fuori zona,ferendosi il più delle volte con l’elica se C’è

  12. Buongiorno
    Noi siamo arrivati a Gibilterra il 18 luglio provenienti dall’Italia. I nostri piani erano di andare a nord in Cornovaglia. Purtroppo per i fatti descritti nell’articolo abbiamo cambiato idea e attualmente stiamo rientrando in direzione Baleari. In molti commenti che ho letto vi è parecchia disinformazione. Il sito ufficiale orcas.pt invita tutti quelli che vogliono uscire in Atlantico ad attenersi ad alcune regole: non navigare di notte, mantenersi sulla batimetrica dei 20 metri in tutte le zone “orche”che vengono aggiornate giornalmente. Inoltre secondo gli esperti, intendo quelli che stanno studiando il fenomeno, navigare solamente a motore ed in caso di avvistamento, disinserire l’auto pilota ed aumentare la velocità a regimi alti e se possibile dirigersi ancora più sotto costa. L’armatore che ha subito l’’affondamento pochi giorni fa, ha ignorato praticamente tutti questi consigli. Ma così è: chi è fonte dei suoi mali pianga se stesso. Io ho preferito mettere in sicurezza equipaggio e barca e continuare a goderci la nostra crociera nel Mediterraneo. Sentirsi indifesi di fronte alla forza di un animale di 10 tonnellate deve essere terribile. Io non ho vergogna di dire che ho avuto paura ed ho quindi evitato di provocare la natura. A Gibilterra, Tarifa e Barbate il Salvamento Maririmo fa un lavoro eccellente, durante la nostra permanenza, in 11 giorni abbiamo visto due barche trainate perché prive di timone. Molti di questi incidenti sono provocati da comportamenti scorretti, uno su tutti come quello di quel coraggiosissimo che si è fatto filmare a poppa con la testa sott’acqua, probabilmente è talmente “coraggioso” che l’orca ne ha avuto pietà!

  13. Jacopo Quaranta

    Caro Giornale della vela, prima di scrivere su di un tema, informarsi non é mai male, provateci, esiste google!

    Ecco il motivo per il quale le orche attaccano(INTERAGISCONO) le barche a vela;
    https://www.nationalgeographic.it/perche-le-orche-attaccano-le-barche

    Poi, se seguite un po’ il tema da vicino, ci sono forti evidenze che bisogna passare sulla batimetrica dei 20 metri il piú possibile, se non si riapetta questa cosa, le provabilitá aumentano del 80% di essere attaccati.

    Da 80 a 20% beh é tanto.

    1. Flavio marconi

      È possibile che attaccano le barche per noia, nel senso, sono animali intelligenti, percepiscono emozioni come le percepiamo noi, tra cui anche la noia, e cosa facciamo noi quando siamo annoiati? Ci troviamo un passatempo, talvolta non curanti del fatto che il nostro passatempo potrebbe nuocere qualcun altro

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