J/40, come è il nuovo performance cruiser (12m) di J/Boats e quanto costa
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Eccolo, il nuovo J/40 di cui tanto si parlava tra gli addetti ai lavori ma di cui ancora nessuno aveva visto niente. Il rinnovamento della gamma delle mitiche J/Boats è iniziato qualche anno fa, nel 2021, con il J/45 e il nuovo 40 piedi (12,47 x 3,86 m) prosegue su questa scia di performance cruiser. Ovvero barche veloci capaci di vincere le regate (lo stesso team che ha progettato la barca, capitanato da Alan Johnstone, ha firmato anni fa il J/122 che ha trionfato all’ultima 151 Miglia) ma in grado di offrire comfort e sicurezza degni di una signora barca da crociera.
Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quando J/Boats lanciò il suo primo bluewater di sempre, il J/40, nel 1984. Ne realizzarono 86 esemplari fino al 1994. Il nuovo 40, pur essendo una barca ovviamente diversissima, ne condivide marinità, “filosofia” e DNA.
Nuovo J/40 – Che barca sarà
Tutto parte da una buona carena, in grado di garantire una barca ben bilanciata, stabile e performante: dal cantiere ci fanno sapere che il J/40 è una barca che rifiuta le definizioni convenzionali. “Il J/40 non rientra in una categoria o in una regola specifica, se non quella del mare, che premia le barche dal movimento prevedibile e fluido, in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti delle condizioni con il minimo sforzo da parte dell’equipaggio“.
Il piano velico ,semplice ma versatile, ad alto angolo, consente quasi tutte le combinazioni di vele (solo randa, solo fiocco, randa terzarolata con fiocco interno, ecc.) per una crociera confortevole, ma può anche essere ottimizzato per regate importanti come Giraglia, Fastnet, Middle Sea e via dicendo.
“Il nuovo J/40 ha la potenza velica e la stabilità necessarie per navigare a vela bene sia in condizioni di brezza leggera che di vento sostenuto“, spiega Alan Johnstone. In parole povere, con poco vento non dovrete accendere il motore, quando invece “picchia” non dovrete subito ridurre le vele.
J/40 – Piano velico e filosofia
La navigazione “a misura di famiglia” è stata al centro della filosofia J/Boats sin dal lancio del primo J/24 nel 1976. Più una barca è facile da condurre, più tempo si naviga. Sul nuovo J/40, tutte le manovre sono gestibili dal grande pozzetto, con sei winch posizionati in modo ottimale per un rapido accesso all’issata e alla regolazione delle vele.
Il piccolo fiocco non sovrapposto rende le virate un gioco da ragazzi, con una visibilità molto migliore e una scotta del fiocco molto meno complicata da regolare rispetto a un genoa sovrapposto. Per aumentare le prestazioni sottovento, il nuovo J/40 è dotato di una delfiniera integrata in carbonio per armare un asimmetrico o una vela avvolgibile tipo Code Zero.
Sulla base dei programmi VPP (Velocity Predicition Program), a meno di 8 nodi con randa e Code Zero, il J/40 dovrebbe alla velocità del vento. A motore, lo scafo slanciato con appendici carenate (chiglia e timone) produce una resistenza minima, con un conseguente consumo di carburante efficiente. E una migliore efficienza si traduce in meno carburante utilizzato e quindi si riduce la necessità di avere serbatoi sovradimensionati.
Il pozzetto del nuovo J/40
Grande attenzione è stata prestata all’ergonomia e al design del pozzetto, dove trovano spazio le due ruote del timone. Da qui i timonieri hanno sempre una visibilità a 360°, anche sopra la tuga che – come in tutti i J – ha un profilo basso e filante.
La configurazione a due ruote offre un ampio “corridoio” per l’imbarco e lo sbarco In modalità regata, le ruote gemelle consentono al pilota di sedersi più fuori bordo e all’equipaggio di muoversi agevolmente verso prua per cambi e gestione delle vele.
Gli interni
Scendiamo sottocoperta. Ispirati al J/45, gli interni sono stati progettati da Isabelle Racoupeau in collaborazione con J/Composites. Il legno naturale (massiccio e impiallacciato) verniciato e lavorato a mano, è presente in tutta l’imbarcazione: la filosofia progettuale è stata improntata luce naturale, alle linee visive filanti e alla sensazione generale di spazio.
La disposizione standard a tre cabine e un bagno massimizza i posti letto ed è ideale per gli armatori che navigano con una famiglia o un equipaggio più numerosi.
Il layout opzionale con due cabine e due bagni privilegia invece lo spazio di stivaggio in crociera ed è studiato sia per la navigazione in famiglia che per le crociere “lunghe” in una o due coppie.
J/40 – Costruzione
Il cantiere J/Composites (situato nella regione francese della Vandea) è leader mondiale nella costruzione a sandwich/infusione di alta qualità: è stato il primo costruttore europeo ad adottare la tecnologia di stampaggio a infusione di resina a metà degli anni ’90.
L’impegno di J/Composites nel controllo maniacale del peso delle parti in composito di grandi dimensioni è fondamentale per raggiungere importanti obiettivi di progettazione in termini di stabilità, durata e prestazioni.
Il nuovo J/40 è l’unico 40 piedi sul mercato con scafo, coperta, griglia strutturale e paratia principale completamente infusi. La struttura, progettata su misura, garantisce rigidità dello scafo e un rapporto ottimale tra resistenza e peso, senza sacrificare il comfort degli spazi abitativi sottostanti.
J/40 – Prezzo
Quanto costa il nuovo J/40, che vedremo navigare già nei prossimi mesi? Nella sua versione standard, con motorizzazione Volvo D2-50 Saildrive, il prezzo è di 314.980 euro + IVA e franco cantiere. Attenzione però, ci sono tantissimi extra tra cui potete optare che possono far variare, e non di poco, il prezzo finale. Ad esempio, l’opzione dell’albero in carbonio costa 37.875 euro + IVA, il layout a due cabine ha un costo aggiuntivo di 7.390 euro + IVA, il decking in tek sintetico arriva a costare 20.560 euro + IVA.
J/40 – Scheda tecnica
Lunghezza fuori tutto: 12,47 m
Lunghezza scafo: 11,70 m
Lunghezza al galleggiamento: 11,26 m
Baglio massimo: 3,86 m
Pescaggio standard: 2,20 m
Dislocamento: 7.665 kg
Zavorra: 2.900 kg
www.jcomposites.eu
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1 commento su “J/40, come è il nuovo performance cruiser (12m) di J/Boats e quanto costa”
Beh i Jboat mantengono per fortuna quell’equilibrio di linee che li ha sempre contraddistinti anche se un pochino stanno inseguendo le mode del momento.
Da notare che in cabina ci sono saggiamente i tientibene che oramai molti cantieri non mettono più.
Non li mettono perché fanno delle barche sempre più orientate verso la casa galleggiante più che la barca che deve poter affrontare la mareggiata con relativo sbattimento.