La collisione con una petroliera ha causato il naufragio di Acrobatica

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A bordo del Class 40 Acrobatica

Il naufragio di Acrobatica, il Class 40 di Alberto Riva, è stato causato dalla collisione con il tanker liberiano “Silver Ray”, il quale successivamente ha recuperato i tre naufraghi. Si apprende questo da una nota stampa e social diffusa dallo stesso Alberto Riva, che in questo momento, con Tommaso Stella e Jean Marre, si trova alle Azzorre, presso l’isola di Flores, dove la stessa petroliera li ha sbarcati dopo l’incidente. La nota ufficiale del team specifica che Acrobatica: “per cause ancora da chiarire, è stata coinvolta in una collisione con il tanker liberiano “Silver Ray”

I tre stanno bene, non hanno riportato danni fisici, il che è già di per se una gran fortuna per le condizioni in cui è avvenuta la collisione, raccontate dallo stesso Alberto Riva:

“Le condizioni meteo erano molto dure, c’erano raffiche da 35 nodi di vento, con onde alte e frangenti che spazzavano il ponte. La barca andava molto veloce e le condizioni a bordo, come avrete visto dai video, erano complicate a causa dei continui scossoni. Improvvisamente c’è stato un urto e nel giro di meno di minuti ‘Acrobatica” era completamente allagata. Siamo stati molto fortunati, nessuno è rimasto ferito in modo grave, ma per noi, non era più sicuro rimanere a bordo. Abbiamo attivato l’EPIRB, abbiamo lanciato un Mayday e siamo stati soccorsi dal tanker ‘Silver Ray’. Dopo di ché, grazie alla richiesta dell’MRCC [Maritime Rescue Coordination Center ovvero l’organizzazione di competenza del sistema Search & Rescue, ndr] siamo stati sbarcati alle Azzorre, dove ci troviamo in questo momento”.

Naufragio di Acrobatica, cosa è successo?

Come può essere avvenuta la collisione di Acrobatica durante la Quebec – Saint malo? Alla base appare l’eventualità di un errore umano, da parte dell’equipaggio del Class 40 o di quello del tanker Silver Ray. In alternativa si potrebbe pensare a un malfunzionamento degli strumenti, Radar e AIS, di una delle due unità. Ragionevole pensare che il monitoraggio visivo, nelle condizioni meteo dure del momento, non consentisse di scorgere ostacoli sull’acqua. Le petroliere a pieno carico navigano piuttosto basse, e il Class 40 rimane una barca comunque di piccole dimensioni, non scontata da individuare se le onde superano i 3-4 metri di altezza. Con il pozzetto quasi interamente al coperto, la visuale verso l’esterno da un Class 40 è abbastanza ridotta, gli skipper si affidano quindi molto agli strumenti.

Lo scenario realistico quindi è quello di un possibile errore umano o un possibile malfunzionamento degli strumenti, ma le due eventualità potrebbero anche essere occorse insieme: un tardivo rilevamento dell’incrocio per ragioni tecniche, e un conseguente errore di manovra, o impossibilità di eseguirla nello spazio rimasto, di una delle due unità. Da Acrobatica al momento resta il riserbo sulla dinamica della collisione.

Proviamo un grande dispiacere nel vedere ancora una volta Alberto Riva colto da circostanze poco fortunate, che lo mettono fuori gioco, momentaneamente, in una fase in cui si era perfettamente ripreso dal brutto infortunio della Transat Jacques Vabre e aveva iniziato a ottenere risultati importanti con la sua Acrobatica. Il Musa 40 aveva infatti fatto segnare il record delle 24 ore, e Riva stava dimostrando di potersela giocare alla pari con i migliori di una classe ultra competitiva.

Tra i momenti difficili dei mesi scorsi per Riva c’era stata anche la scomparsa di Riccardo Iovino, il fondatore di Edilizia Acrobatica, colui che come sponsor aveva fatto partire il progetto sportivo in Class 40.  Un abbraccio quindi ad Alberto e al suo team, con l’augurio di rivederli presto in acqua dopo avere superato quest’altra tempesta.

Mauro Giuffrè

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9 commenti su “La collisione con una petroliera ha causato il naufragio di Acrobatica”

  1. Pingback: La collisione con una petroliera ha causato il naufragio di Acrobatica – Centro Studi Stasa

  2. La Sicurezza della Navigazione ormai la si vuole ottenere con tonnellate di carte e check-list. E affidandosi ciecamente a strumenti elettronici. Anni addietro, guidati dal buon senso, dalla vera arte marinaresca e dalla attenta guardia visiva, una petroliera difficilmente avrebbe accoppato una barca in mezzo al mare….

  3. DANILO FABBRONI

    BE’ VERO E NON VERO IN BISCAGLIA NEL 1980 IN OTTOBRE FUMMO ABBORDATI DA UNA NAVE EPPURE NEL TRIMARANO SY FORTUNA SYNTOFIL CON TANTO DI PIERO NESSI ESPERTO NAVIGATORE C’ERANO SOLO COME STRUMENTI UNA BUSSOLA, UN SESTANTE, UN GRUNDING SATELLITE PER SENTIRE I METEOMAR… COLLISIONI IN MARE FANNO PARTE DELLA STORIA DELLO YACHTING, PURTROPPO…

  4. Non capisco il commento precedente:
    . . . . Anni addietro, guidati dal buon senso, dalla vera arte marinaresca e dalla attenta guardia visiva, una petroliera difficilmente avrebbe accoppato una barca in mezzo al mare….
    Che velocità faceva Acrobatica? 15 – 25 Kn? La Siver Ray 10 -12 Kn ?
    Dalla plancia della Silver Ray sarà stato molto difficile vedere Acrobatica ed ancor di più manovrare per evitarla. Rotta e velocità di Acrobatica saranno state tutt’altro che costanti. La manovrabilità della Silver Ray era limitata. Con queste premesse Acrobatica avrebbe dovuto cedere il passo.
    Acrobatica doveva vedere Silver Ray e manovrare per evitare il rischio di collisione.: Probabilmente l’equipaggio di Acrobatica era accecato dagli spruzzi.
    Poteva andare molto peggio!
    Le regole internazionali per gli abbordi in mare diventano inapplicabili per i moderni “racers”
    Fortunati a bordo di Acrobatica! MA NON SI PUO’ ANDARE IN MARE IN REGATE CON BARCHE DEL GENERE.

  5. Rimane da capire se è la petroliera ad aver speronato Acrobatica, oppure se è Acrobatica ad averla urtata. Dall’articolo sembra la seconda opzione, perché se fossero stati speronati, di loro non ne sarebbe rimasto niente. Meno male che sono stati salvati senza danni alle persone.

  6. Daccordo col commento del Bobo. Sono un ufficiale della marina mercantile, sono in plancia per molte ore delle mie giornate, sopratutto in navigazione oceanica. Sono anche un velista. Incontriamo a volte queste barche a vela estreme, noi a 15 nodi, loro a 20/30. Le possibilità di una collisione sono veramente molto rare se doti marinare e strumentazione moderna vengono ben utilizzate.

    1. Io come velista do sempre la precedenza alle navi, ( dato che lavorano hanno la precedenza, giusto?), non so neanche se io sono visto da loro. Certo a volte non è facile facile capire come manovrare per non rischiare l abbordo, visto che di solito io viaggio intorno ai 5-6 nodi, quindi più lento delle navi… inoltre non ho idea di quanto una nave possa modificare la sua rotta …

      1. Sono assolutamente d’accordo con Luca.
        Credo che una nave che procede per rotta, abbia diritto di precedenza
        anche da parte di una imbarcazione a vela.

  7. Cesare Micocci

    Navigo a vela da oltre 60 anni, anche in oceano. In quanto letto, noto la mancanza di un elemento utile alla valutazione degli eventi: é accaduto di giorno o di notte? Partendo da tale dato si potrebbero fare valutazioni più corrette. Cesare Micocci.

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