Cerchiamo barche Classic IOR famose, ci aiutate a censirle?
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Ci fu un tempo la Golden Age della vela, un trentennio di scoperte, scafi tiratissimi e pezzi unici, un periodo di regate “pop” e di barche inimitabili. Tra il finire degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘90, infatti, lo IOR fu il vero e proprio motore della vela, l’artefice nascosto di un mondo composto da personaggi oggi inimmaginabili, regate ascese a leggenda e scafi iconici. Lo IOR* (di cui QUI trovi la storia), fu l’apice della vela, forse la sua vetta più alta e, soprattutto, fu la spinta fondamentale alla creazione di alcuni tra gli scafi più “grandi” e famosi di sempre.
Classic IOR: Celebriamo le grandi icone della vela
Proprio guardando a loro, realizzati tra i tardi anni ‘60 e i primi anni ‘90, il Giornale della Vela vuole ora censire queste barche, uniche e preziose, e per questo lancia un appello a tutti gli appassionati: segnalateci dove sono e in che stato sono i grandi cult dello IOR, ve ne saremo grati. Lo scopo è quello di inserire queste barche nel nostro “registro” delle Classic Boat by Giornale della vela (vi spiegiamo come fare QUI). ATTENZIONE, però, inserirle nel registro non vuol dire esclusivamente censirle, vuole anche dire valorizzare tutte quelle barche che hanno una storia e un pedigree che permette di evidenziarne il reale valore storico –esattamente come accade nel mondo delle auto e degli immobili– per restituire loro lo status che realmente meritano, e così il loro vero valore.
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Classic IOR: aiutateci a celebrare la Golden Age della Vela
Lo IOR fu una vetta scalata, un periodo unico popolato da scafi e personaggi a dir poco mitici. Un periodo rimasto nel cuore di tanti, sia dei nostalgici, sia di coloro che, invece, guardano indietro vedendo un mondo di opportunità forse sparite. Lo IOR fu (forse) il tempo della vela più pura, il tempo delle regate offshore più temibili e dei giri del mondo delle “Armate Brancaleone” nostrane. Fu il mondo di personaggi e grandi signori come Raul Gardini, di Sir Peter Blake e Giorgio Falck. Ma fu anche il mondo dei marinai, quelli veri, come “Jepson” (aka Giovanni Verbini), sempre con Falck sui vari Guia come sul Rolly Go, a sbirciare le cartina del Nagrafax (così si aveva il meto) terrorizzato dagli iceberg, o a sbirciar le stelle in oceano, chiedendosi cosa ci fosse oltre la prua, al buio, senza i radar.

Lo IOR è forse un mondo sparito, insomma, ma in realtà rimasto. Rimasto nelle memorie, nei nomi e, soprattutto, nelle barche, ultima grande celebrazione di questo. Aiutateci, quindi, a trovarne ancora. In tanti lo avete già fatto, ve ne illustreremo un paio qui di seguito, ma, intanto, facciamo sì che si possa continuare così, sia per celebrare questi scafi, sia per ridarvi vita. Esattamente come è successo, ad esempio, per il Brava (qui la storia), per Moby Dick (qui la storia), così può essere per tante altre. Censiamo le Classic IOR per celebrarle, per salvarle e per restituir loro il valore che meritano.

MÄ VISTA – Sangermani
Cantieri Sangermani; 1972; 9.26 x 3.03 m; Cesare Sangermani
Partiamo da una delle “grandi” che ci avete raccontato, Mä Vista, classe 1972. Ma prima ancora, da un nome: Cesare Sangermani e, con lui, i Cantieri Sangermani, ovvero l’equivalente di un nome leggendario nella cantieristica nostrana e internazionale. Scafi in legno di rara bellezza, pregni di un’eleganza ormai perduta e, indubbiamente, anche qualitativamente al top. Mä Vista, in questo senso, non solo è un gran scafo, un gran progetto, ma è anche un Sangermani speciale. È stata l’ultima barca che Cesare Sangermani stesso ha disegnato per sé. Varata nel 1972, a Lavagna, sede dei Cantieri, è un piccolo 9.2 metri elegantissimo, restaurato nel 2018 e super attivo nei circuiti AIVE. Infatti, non mancherà che la vediate, o l’abbiate vista in mare, se bazzicate l’ambiente.

HISTRIA – Petronio e Pecarich
Petronio e Pecarich; 1976; 12.58 x 3.78 m; Ron Holland
Nata dalle mani Ron Holland, nel 1976 Histria è varata dai cantieri Petronio e Pecarich. Scafo famoso in alto adriatico, si tratta di un notevole prototipo di Two Tonner IOR realizzato in quattro strati di fasciame in mogano incrociati a 45° su un’ossatura di ordinate e madieri in legno lamellare. Guardando alle linee, la mano dell’architetto è subito evidente, con slanci contenuti e poppa tronca, breve, sottolineata dal mogano lasciato a vista, un piacere per gli occhi. La performance, a sua volta, ne sottolinea le qualità nascoste, leggera nel passaggio sull’onda e veloce boliniera. Un classico anni ‘70 attivissimo tutt’oggi.

ZURICH – Mayfair Marine
Mayfair Marine; 1991; 11.98 x 3.80 m; Judel / Vrolijk
La competizione è sempre stata un grande motore dell’innovazione e, neanche a dirlo, l’Admiral’s Cup è sempre state un grande fulcro di questa. Per l’edizione 1991 il duo Judel / Vrolijk progetta e fa realizzare da Mayfair Marine uno scafo tiratissimo, caratterizzato da un pozzetto molto ampio e da una tuga particolarmente avanzata. L’impressione è quella di confrontarsi con un “derivone”, oggi abbastanza uno standard presso gli scafi da regata. Nasce “Zurich”, tutt’oggi navigante. Realizzata in un blocco unico di carbonio leggerissimo, forte di grande ballast in pinna, Zurich è uno scafo ultraleggero ad alto coefficiente di raddrizzamento. Candelieri, pulpiti, scaletta per scendere sottocoperta, asse del timone e rinforzi vari – sono in titanio per risparmiare sul peso. Uno scafo d’avanguardia, figlio del suo tempo e di una competizione portata sempre più verso l’estremo, eredità più che presente nei progetti di oggi. Performerà bene sia alla One Ton Cup di Napoli, sia a quell’Admiral’s Cup del 1991.

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1 commento su “Cerchiamo barche Classic IOR famose, ci aiutate a censirle? ”
Bellissima iniziativa bravi, anche noi nel nostro piccolo abbiamo in splendida forma un Ranger 32 del 1976 e ogni volta che lascio il molo mi volto e tuttora mi emoziona.