Lo sfogo dell’armatore deluso: “Ecco perché mi sono ritirato dal Campionato Italiano d’Altura”
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La lunga scia di polemiche che si è lasciato dietro il Campionato Italiano Assoluto di Vela d’Altura ORC di Brindisi, la più importante competizione nazionale per le barche a vela da regata cabinate, non accenna a placarsi. L’oggetto delle polemiche, che ha scontentato molti velisti, come vi abbiamo raccontato qui, è relativa alla gestione delle classifiche da parte del Comitato di Regata (modificate a regata in atto) e anche il sistema di compenso scelto, il cosiddetto PCS (Polar Curve Scoring) e il Percorso Costruito con il vento implicito.
Ha fatto discutere poi la scelta di due imbarcazioni di non disputare per protesta le ultime regate: l’X-35 Trottolina di Saverio Trotta e l’Ecoracer OD 30 Northern Light by Samer & Co di Fabio Bignolini.
Proprio Bignolini, in questa lettera che ci ha inviato, spiega la motivazione del suo gesto.
Perché mi sono ritirato dal Campionato Italiano di Altura
Caro Direttore,
a seguito dell’articolo che ci vede coinvolti nelle polemiche al Campionato Italiano Altura di Brindisi, considerato che a una settimana dalla manifestazione non è pervenuto alcun chiarimento dagli organizzatori e continuano a circolare commenti sul web, ho deciso di rendere pubblico il nostro malcontento.
Il nostro gruppo porta ormai da dodici anni Northern Light sui campi di regata dell’altura in Mediterraneo. La nostra passione ci ha portato a disputare svariati Campionati Italiani ed Europei. Negli ultimi anni da semplici regatanti siamo diventati anche promotori del progetto Ecoracer, con la quale oggi prendiamo parte agli eventi minialtura e altura.
Ancora oggi siamo il gruppo più giovane in mare, ritirare una barca e il suo equipaggio da un evento importante é stata per me una decisione molto sofferta, ed è per questo motivo che dopo quanto successo a Brindisi credo sia necessario spiegare la nostra posizione e il nostro pensiero, già fatto presente sabato al Presidente FIV e UVAI.
Cos’è successo a Brindisi? E’ un po’ difficile da spiegare per chi non c’era. Chi regata in ORC conosce bene gli avversari e già dopo gli arrivi in mare si ha un’idea piuttosto chiara di come sono andare le regate. Questa volta i ragazzi – io sono arrivato a Brindisi solo venerdì – erano molto soddisfatti del lavoro fatto in mare ma si sono trovati con un punteggio di 9 e 16 al ritorno a terra. Le classifiche non tornavano; quando ho visto poi che l’X-35 Trottolina (l’altra barca ritirata, ndr) dopo una giornata sempre in testa aveva fatto 12-13 mi sembrava chiaro che le cose non funzionavano.
Ho subito sentito gli altri armatori e ho capito che stava succedendo qualcosa di strano. All’arrivo a Brindisi ho parlato anche con chi si occupava delle classifiche ma non volevano darmi grandi spiegazioni, per loro era tutto ok.
Ho scoperto poi che il vento implicito risultava molto più basso dei 14 nodi trovati in mare dalla flotta. Ancora più gravi sono le modalità con cui sono state modificate le classifiche più volte, addirittura sono sparite il sabato mattina prima dell’ultima giornata di regate: in pratica gli equipaggi sono andati in acqua a giocarsi un titolo italiano senza avere certezze su come affrontare le ultime due prove.
Riteniamo che una manifestazione importante come il Campionato Italiano Altura debba essere gestita con professionalità e trasparenza: non è accettabile una gestione della classifica imprecisa con errori nel rilevamento dei dati (ancora oggi in una delle classifiche che si trovano online hanno confuso il segnale dei meno cinque minuti al via con lo Start della regata calcolando erroneamente il tempo di percorrenza), abbiamo riscontrato oltretutto un comportamento poco trasparente e rispettoso nei confronti dei concorrenti da parte dei Comitati.
In tanti anni non abbiamo mai assistito a una gestione delle classifiche così lontana dalla realtà e ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso nei confronti dei numerosi professionisti iscritti che hanno espresso il loro disappunto già dal primo giorno di regate.
Questi atteggiamenti non credo facciano bene al nostro sport perché manca alla base il rispetto per gli sforzi che gli armatori fanno proprio per far sì che eventi di questo tipo possano avere luogo.
Nel nostro caso, ma sarà la situazione di tanti, abbiamo investito decine di migliaia di euro nella preparazione della barca e negli allenamenti dell’equipaggio incentrando tutti i nostri sforzi per partecipare e fare una bella figura a Brindisi.
Non si tratta di vincere ad ogni costo – il nostro Ecoracer con la sua square top non è una barca che può confrontarsi con i vari 9.98 o X-35 – si tratta di partecipare con la garanzia che la manifestazione verrà gestita in modo regolare, perché fare vela a qualsiasi livello e in qualsiasi contesto significa essere tutti compartecipi dei valori e dei principi dello sport in generale.
Ci auguriamo che presto chi è maggiormente coinvolto e responsabile nel portare avanti questa missione per il mondo della vela possa ravvedersi e tornare ad esprimere i valori di correttezza e rispetto.
Fabio Bignolini
Northern Light ITA 18003
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10 commenti su “Lo sfogo dell’armatore deluso: “Ecco perché mi sono ritirato dal Campionato Italiano d’Altura””
Sviliscono la Vela offendono chi partecipa presupponendo regole chiare e danno una pessima idea delle loro capacità morali.
Stanno imparando a fare brogli come da copione politico!
Fabio capisco il tuo disappunto, considera che mi ritirai dal campionato italiano Offshore alla sua seconda edizione xchè in classifica partecipavano anche barche stazzate Orc Club. È ancora così.
Non ti crucciare e vieni a Malta alla Middle Sea Race, regata meravigliosa con livello di competizione molto alto, dovrai convertire la barca in IRC ma ti divertirai di sicuro.
si dovrà arrivare a fare queste competizioni scortati da un avvocato? mah! forse si, siamo in Italia e non c’è più da stupirsi di niente.
:Secondo me il problema è implicito nella filosofia della stazza ORC o, pià precisamente, del cosidetto ” percorso costruito” e del Polar Curve Scoring
Si pretende di gestire in una formula un’infinità di variabili che in realtà sono difficilmente quantificabili in modo preciso. Parlo in particolare, appunto, dell’intensità del vento e della direzione:. MI chiedo come la formula legga i salti di vento: un cambio di direzione in bolina o poppa cambia la lunghezza del percorso.. Come vengono rilevati? con un filo di lana e una bussoletta da rilevamento? L’intensità con un anemometrino manuale come quelli che vendo nel mio negozio ai giudici di regata? E come si tiene conto di eventuali correnti? Se c’è corrente, si presume che sia costante su tutto il campo? Che non cambi con la marea? Anche la corrente fa variare l’intensità del vento apparente, Che dire del gradiente di quota del vento? Una barca con l’ albero di 25 metri ha un vento piu forte di una con l’albero di 15,. Pretendere di gestire queste variabili che potremmo definire “ipotetiche” come dati certi mi pare una follia, meglio usare altri sistemi come i three numbers o il GPH.
E’n per questo che ho venduto il mio splendido X35 per acquistare un Melges 24
Le uniche regate che hanno senso di esistere, sono quelle in monotipia…
Unica regata è monotipo!
Il cosiddetto vento “implicito” non è quello “esplicito” eventualmente misurato in mare (ma, come tale, anche potenzialmente differente a seconda di chi lo misura, dove lo si misura e a che altezza lo si misura) ma quello risultante dall’ipotesi che la prima barca arrivata in reale (e, come tale, di riferimento) abbia navigato al top delle sue prestazioni lungo il percorso impostato (a sua volta ridotto in segmenti di lunghezza rilevata mediante gps e opportunamente angolati rispetto al vento presente sul campo di regata). A questo punto il programma ipotizza che la barca che ha tagliato per prima la linea d’arrivo abbia navigato al top delle sue possibilità e, sulla base delle velocità che, secondo il certificato, avrebbe dovuto raggiungere (navigando nelle andature che il comitato di regata ha certificato essere quelle effettivamente percorse) il programma calcola a quale velocità del vento ciò sarebbe avvenuto e, poi, utilizzerà la stessa velocità del vento per calcolare il tempo compensato dell’intera flotta…
Quindi su una regata il primo che arriva in reale stabilisce il riferimento per tutte le altre barche ? Quindi in una regata con flotta di 40/42 c’è solo un 60 che non fa una buona regata ma comunque arriva primo è preso come riferimento per tutti gli altri e quindi determina un vento minore di quello effettivamente presente?
Grazie
L’unica speranza è organizzare eventi e competizioni senza regole. Chi arriva primo vince punto.
Noi i brogli li abbiamo nel DNA