Che estate sarà in Mediterraneo? Intervista al cambiamento climatico
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Il Mediterraneo sempre più caldo genera fenomeni estremi imprevedibili che causano allarmi e rischi per chi va per mare soprattutto nella stagione estiva. Abbiamo “intervistato” il cambiamento climatico con l’aiuto dell’esperto meteorologo Riccardo Ravagnan di Meteomed. Ecco cosa fare e come comportarsi
Intervista al cambiamento climatico
Quanto conosciamo oggi il Clima del Mediterraneo?
Il miglioramento della tecnologia, le ricerche più approfondite, lo sviluppo di modelli climatici avanzati ci forniscono una vasta conoscenza sul Mediterraneo, inclusa la sua storica variabilità climatica, molte variabili complesse sono oggi in fase di studio.
Con quali strumenti misuriamo le variazioni climatiche?
La precisione e frequenza delle misurazioni di stazioni meteorologiche, satelliti, pluviometri è in continuo miglioramento. Le stazioni mareografiche poi misurano la temperatura dell’acqua, la salinità, l’altezza del mare, l’acidificazione oceanica e monitorano gli ecosistemi marini. Grazie a ciò, abbiamo dati meteorologici significativi nel Mediterraneo per oltre un secolo, da cui possiamo studiare dinamiche climatiche e fluttuazioni.
Possiamo dire con certezza che il clima sta cambiando, con che scala temporale?
Oggi il cambio climatico dev’essere considerato una certezza. Il Mediterraneo registra un incremento delle temperature più veloce rispetto al resto del globo, tanto da essere considerato come un ‘hot spot’ del cambiamento climatico.
Si parla molto dell’aumento della temperatura media dei mari mediterranei. Che impatto ha la variazione sui fenomeni meteo estremi?
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha evidenziato un incremento della temperatura media del Mediterraneo di +0,17°C per decennio. Questo incremento termico, per quanto possa apparire limitato, ha ripercussioni sui sistemi climatici e meteorologici, tra cui l’intensificazione delle ondate di calore marine e gli impatti sugli ecosistemi. Acque più calde forniscono energia aggiuntiva alle perturbazioni e ai fenomeni temporaleschi, incluso il verificarsi di grandinate di notevole dimensione. Una ricerca pubblicata su MDPI (www.mdpi.com/2072-4292/14/17/4320) indica che il numero medio di eventi di grandine è aumentato significativamente, con un incremento più marcato, anche sopra il 30% nel periodo 2010-2021 rispetto al periodo 1999-2010, particolarmente nel sud Italia e nei Balcani.
Cambiamento climatico – I fenomeni meteo estremi
Negli ultimi anni si sono registrati un numero crescente di fenomeni meteo intensi, inusuali dovuti alle variazioni climatiche? O di maggior intensità?
Gli eventi ‘estremi’ fanno parte di quella che dovremmo iniziare a considerare la normalità. La maggior energia disponibile tra atmosfera e mare porta a nuovi fenomeni con potenza differente dal recente passato.
Il derecho che ha colpito la Corsica e l’Elba, il mini-tsunami da stom-surge che ha investito Portofino e Marina di Pisa, le grandi mareggiate che hanno distrutto il porto di Rapallo, i medicane, i tornado, e le supercelle che scatenano potenti grandinate e fulminazioni…. Avremo sempre più fenomeni estremi?
L’ondata di caldo marino ha avuto, secondo un recente studio, un fattore cruciale sul derecho dell’agosto 2022. La rara e grave tempesta di vento convettivo sviluppatasi sul Mar Mediterraneo occidentale è stata sostanzialmente amplificata dall’estrema ondata di caldo marino. Questo è un fatto da prendere in considerazione dal momento che il continuo riscaldamento potrebbe anche portare a derecho più forti in futuro. Possiamo nello stesso modo aspettarci di vedere non tanto un aumento della frequenza nel numero dei medicanes o cicloni mediterranei, quanto un aumento dei casi più forti come avvenuto in Libia.
In Liguria, il fenomeno del Caligo (nebbia da avvezione) compare ormai ogni anno, e crea notevoli problemi ai diportisti che nel pieno di una giornata di sole sono circondati dalla nebbia. E’ legato al clima? Come prevederlo?
Il caligo è un tipo di nebbia comune lungo le coste; avviene quando l’aria calda sorvola acque di più fredde. può effettivamente creare problemi significativi per la navigazione. I cambiamenti climatici potrebbero influenzare la sua frequenza e intensità ma attraverso l’uso dei satelliti e webcam meteo, possiamo prevedere il suo arrivo.
In Mediterraneo avremo venti più intensi e onde più alte?
L’aumento delle temperature globali e del mare ha il potenziale per modificare i pattern meteorologici che, a loro volta, influenzano la formazione e l’intensità delle onde. I cambiamenti climatici stanno influenzando le condizioni del moto anche nell’area mediterranea. C’è un’evidente tendenza all’aumento sia nell’intensità che nella frequenza degli eventi di vento estremo in specifiche aree, come il Golfo del Leone. Ricerche nel campo suggeriscono che il riscaldamento globale potrebbe modificare i pattern dei venti, portando a un’accentuazione di fenomeni quali il Maestrale nel Mediterraneo occidentale e lo Scirocco.
Come proteggerci – Le previsioni
I bollettini MeteoMar in VHF, o i MeteoFax, i GRIB, per il diportista, sono strumenti obsoleti rispetto alle APP meteo?
Gli strumenti più blasonati non sono obsoleti o imprecisi in senso assoluto ma più generali e meno focalizzati nelle dinamiche locali che possono avere un importante influenza nei fenomeni meteorologici di oggi.
I fenomeni temporaleschi estivi che creano seri rischi per la navigazione si possono prevedere nella fase di forecast anche attraverso l’utilizzo dei modelli, consultabili senza connessione a partire dai GRIB. Tuttavia per questi eventi è essenziale il nowcasting, una previsione di brevissimo periodo che si basa su dati radar e satellitari realmente osservati. Vi è una categoria di temporali, gli MCS (Mesoscale Convective System) capaci di produrre raffiche di vento fino a 100 km/h e alterare in modo significativo il moto ondoso; spesso tali fenomeni sono improvvisi. Condizioni che spesso sfuggono alle previsioni classiche, ed è per questo che sono molto utili se non essenziali le integrazioni di nowcast.
Le App e le piattaforme professionali oggi permettono una lettura più rapida, intuitiva e con miglior risoluzione spaziale che forniscono al diportista strumenti migliori da questo punto di vista per non trovarsi in situazioni di difficoltà.
Per quanto riguarda i tornado (trombe marine) sono note negli Stati Uniti le famose allerte NOAA che interrompono comunicazioni radio e televisive per informare i cittadini. In Europa a che punto siamo?
Non esiste un ente in Europa che svolga esattamente lo stesso ruolo del NOAA che ha la capacità di interrompere le trasmissioni per emettere avvisi di emergenza. Tuttavia, ci sono iniziative che cercano di colmare questa lacuna a livello europeo e regionale, ESTOFEX è una organizzazione no-profit molto utile e dettagliata. Le allerte per eventi meteo intensi sono a carico dei servizi meteo nazionali e regionali, che emettono previsioni, allerte e bollettini meteo marini.
Esistono indicatori specifici di interesse per il diportista spesso sottovalutati?
Di base c’è una scarsa cultura meteorologica tra i diportisti che non viene compensata dai brevi corsi meteo legati alla patente nautica o le conferenze presso i circoli nautici. Oltre alla conoscenza di base dei principali movimenti atmosferici (alte e basse pressioni) sarebbe utile comprendere il processo da seguire per assicurarsi di aver con se un’ottima previsione meteo e la modalità per verificarne la precisione in mare.
Dapprima bisognerebbe imparare ad utilizzare il barometro e ‘georeferenziarsi’ rispetto alla mappa della pressione superficiale che, a differenza della carta geografica, ci fa comprendere come i principali centri d’azione si muoveranno attorno a noi. L’importanza di un supporto meteorologico professionale non risiede solo nella qualità previsionale ma nella possibilità di ricevere un consulto e una formazione in merito. Far propria la checklist di un processo che porta ad una previsione meteo permette di assicurarsi sicurezza e comfort nella navigazione.
Che estate sarà… Esistono veramente previsioni stagionali?
Le previsioni stagionali possono darci un’indicazione di massima sulle probabilità di un eventuale scenario a larga scala. Cercano di identificare le tendenze climatiche su scale temporali di mesi, offrendo proiezioni generali su come potrebbero comportarsi le anomalie di temperatura, precipitazioni, e altri elementi climatici in una determinata stagione. Ma hanno molte limitazioni su scale più ridotte come un’area del Mediterraneo specialmente quando si tenta di prevedere eventi specifici come temporali estremi.
Esistono danni a lungo termine sulle barche dei diportisti dovuti al cambiamento climatico,
come maggior usura da raggi UV o minor efficacia antivegetativa?
La radiazione UV rimane la stessa, non è condizionata dai cambiamenti climatici a meno che le emissioni non vadano a intaccare lo strato di Ozono, ma sta succedendo l’esatto contrario, per fortuna. La maggiore quantità di CO2 presente in atmosfera è responsabile dell’acidificazione dei mari, ma con una variazione di pH trascurabile in relazione agli effetti sui materiali. La presenza di alghe è connessa alla radiazione solare e alla presenza dei nutrienti come azoto e fosforo. Temperature più elevate dell’acqua marina possono però favorire la fioritura algale.
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