Ellessedi ovvero il senso di far rivivere una (bella) Classic Boat
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Lino D’Onofrio ha appena rimesso a nuovo un “one-off” di prestigio. Ellessedi, One Tonner IOR di Vallicelli che torna al suo splendore dopo 44 anni: la trovate in mostra sul nostro “bachecone” dedicato alle Classic Boat caricate da voi (www.giornaledellavela.com/classic-boats). In questa lettera, D’Onofrio spiega il senso di recuperare una barca storica: è un’operazione in primo luogo culturale. Ciò che rivive è ecologico e dà linfa a un settore (l’artigianato nautico) che ha bisogno di giovani. Poi, certamente, viene la passione e la soddisfazione di veder navigare una barca di razza.
Una Classic Boat che aveva solo bisogno di cure
Caro GdV, innanzitutto grazie per aver inserito la mia imbarcazione all’interno del vostro archivio. Vorrei approfittare di questa occasione per condividere qualche riflessione che potrebbe essere utile a chi volesse intraprendere un percorso di refitting.
Ellessedi è un One Tonner IOR costruito nel 1980 per la coppa del mondo di Napoli. Progetto Vallicelli, realizzazione in mogano di Galetti. Il top dell’epoca. E’ una barca che naviga benissimo, veloce e con ottimo comportamento in mare. Aveva solo bisogno di un po’ di cure. Me ne sono occupato facendo un refitting totale che ha richiesto nove mesi. L’ho rimessa in acqua nel mese di maggio di quest’anno e mi sono concesso nove giorni di puro divertimento portandola dalla Toscana ad Alicante, passando da: Corsica, Minorca, Ibiza. In 700 miglia non ha avuto neanche un piccolo problema!
Classic Boat ecosostenibile
Perché mi sono dedicato al refitting di una barca di oltre 40 anni quando con un piccolo sforzo economico avrei potuto comprare una discreta barca da crociera recente? Ovviamente la prima risposta sta nel fascino di una barca di legno con quelle linee e nelle sue prestazioni. Ma in realtà il mio primo obiettivo è stato quello di effettuare un progetto eco-sostenibile. Se teniamo al nostro ambiente dobbiamo innanzitutto recuperare le cose belle esistenti prima di costruirne altre nuove.
Se poi il recupero è di una barca di legno (riciclabile) e veloce (il motore lo usi solo nel porti) allora siamo riusciti nel nostro intento. Certo, è spartana. Il frigo è piccolo, non c’è aria condizionata, la pressione dell’acqua è affidata ad una pompetta in linea da 30 euro e la cabina di prua è destinata ad immagazzinare cose, vista la scarsità di gavoni. Ma personalmente amo insegnare ai miei figli l’attitudine alle cose semplici. Inoltre, un bel saccone di cuoio per i vestiti ai miei occhi ha più fascino di un armadio quattro stagioni con specchio.
Chi forma i giovani artigiani?
La seconda riflessione che vorrei condividere è legata alla necessità di fare qualcosa per sostenere il nostro artigianato. Ho lavorato con professionisti preparatissimi che mi hanno supportato in questo periodo con la loro esperienza. Ma l’età media di chi ha lavorato con me va oltre i 60 anni! Dietro di loro non c’è nessuno. Queste competenze andranno a morire se non ci inventiamo un modo di agevolare il passaggio generazionale. Non possiamo affidare a questi artigiani la formazione di nuove leve, perché l’impegno di tempo e finanziario sarebbe per loro insostenibile. Caro GDV: vogliamo lanciare qualche iniziativa?
L’importanza del project manager
Infine, un suggerimento. A meno che non abbiate molto tempo libero, appoggiatevi ad un Project Manager, che raramente può essere il cantiere su cui vi siete appoggiati. Avrete bisogno di qualcuno che dia il ritmo, che cerchi di far rispettare i preventivi e che proponga le migliori soluzioni tecniche per la barca e per l’utilizzo che volete farne. Quando iniziate questo percorso è tutto molto bello, poi iniziano i problemi…. Salutandovi, ringrazio Alessandro Nazareth, Carlo Galetti e mia moglie per il supporto e la pazienza. Buon vento a tutti.
Lino D’Onofrio
- Qui scopri tutte le Classic Boat caricate da voi
- Qui l’elenco delle Classic Boat Storiche by Giornale della Vela
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
L’indagine inglese sul “Bayesian”: come è avvenuto il naufragio
È stato pubblicato il primo rapporto della MAIB, l’ente pubblico inglese che si occupa degli incidenti marittimi, sul naufragio del “Bayesian” avvenuto l’estate scorsa al largo di Palermo. Le cause, lo stato dello yacht, l’allarme e gli ultimi istanti delle
USATO CLASSIC BOAT | 6 natanti da Champagne-Sailing, però per tutti (<10 m)
Il panorama relativo le Classic Boat –ovvero le barche di serie ultraventiquenni e varate a partire dal 1967– è un contesto vasto e in continua via d’espansione, composto da scafi di ogni foggia e dimensione e, forse, non così facilmente
Anagrafe patenti nautiche, si parte. Cosa cambia da novembre 2025
La nautica 4.0 fa un altro passo avanti: dopo l’informatizzazione dei registri marittimi e la creazione degli Sportelli Telematici del Diportista anche l’anagrafe nazionale delle patenti nautiche può accendere i motori. Anagrafe patenti nautiche nazionale Il 9 maggio è stato
Laouen 550, l’idea low budget di uno studente francese
L’idea di questa barca nasce da uno studente alla fine del suo percorso nell’ ENSTA Bretagne, Università francese specializzata nelle facoltà di Ingegneria. Il progettista/studente si chiama Meven Flao, e sogna di partecipare alla Mini Transat 2027, e la barca
24 commenti su “Ellessedi ovvero il senso di far rivivere una (bella) Classic Boat”
Complimenti, interessante refitting!! Ma l’armatore in questo caso si è appoggiato ad un project manager?
Alfredo, questa volta mi sono occupato personalmente di supervisionare i lavori (avevo deciso di prendermi un anno sabbatico). Vado in barca da 50 anni e fortunatamente l’esperienza aiuta. Per darvi un riferimento ho calcolato di aver investito circa 200 ore sul progetto. E tanta pazienza….
Quindi, se non avete a disposizione questo tempo non imbarcatevi in questi progetti senza un supporto di fiducia.
Caro Sig. D’ Onofrio le sue parole (e le persone come lei) dimostrano che l’umanità forse ha ancora qualche speranza……..
Complimenti per il progetto ed il grande risultato, oltre che l’idea ecologista. Inoltre quella tipologia di barche avevano prestazioni eccezionali e poi vogliamo parlare della classe?
Buongiorno, riguardo alle prestazioni volevo ricordare che la classe dei tonner, ne ho avuti due, era caratterizzata da una forte instabilità che veniva compensata dal peso dell’equipaggio e forniva un rating molto vantaggioso per questa caratteristica.
Altra caratteristica, non comune a tutti i tonner, erano le cosiddette forzature di poppa. A cambio di un buon rating si rovinavano le linee d’acqua.
Altra “pecca” era la limitata larghezza al galleggiamento che rendeva la barca instabile.
La deriva trapezoidale dei tonner offriva un baricentro molto vicino alle scafo per cui con poco raddrizzamento.
Erano comunque barche performanti in quanto leggere che compensavano l’instabilità con 5 persone in falchetta.
Personalmente non le ritengo adatte alla navigazione da crociera e sono passato alle forme più moderne e performanti di un Figaro che offre oltre a un siluro sotto una lama di deriva fina una generosa larghezza al galleggiamento specie verso poppa che permette planare a 13 nodi le onde in poppa (impossibile con i tonner).
I tonner rimarranno sempre splendide barche per le loro forme ma sono state superate in prestazioni da barche molto più performanti proprio perché, cambiata la regola di regata offshore, si sono potute scrollare quei difetti che offrivano miglior rating.
Con tutto questo con più barche in mare e meno in banchina ogni barca a vela è benvenuta nel blu.
Buon Vento
Commosso, ringrazio
Sig. D’Onofrio, ho avuto modo di osservare la sua “LSD” ormeggiata e ne sono rimasto affascinato.
Il suo impegno e la sua passione si percepiscono nella cura dei dettagli,
Da insegnante condivido la sua riflessione nel fare qualcosa per insegnare le tecniche dell’artigianato che nel passato ha reso grande la nostra piccola Italia.
COMPLIMENTI PER IL SUO LAVORO!
Voler fare formazione è un grande impegno economico, sociale
e burocratico. Chi vorrebbe farla anche in forma gratuita solo per passare il testimone è impossibilitato. Va rivista la legislazione
Bellissimo articolo! Volevo sapere visto il progetto eco sostenibile se è stato montato un motore elettrico. Grazie e complimenti all’armatore!
Alessandro, il mio progetto prevedeva innanzitutto di sbarcare il vecchio motore inaffidabile e inquinante. Poi di montare un elettrico. Ci ho provato, ho stalkerizzato tutti I produttori di motori elettrici. Ma alla fine ho dovuto montare un nuovo termico di nuova generazione a basse emissioni. Motivo: gli spazi nacessari per installare il motore elettrico, il pacco batterie, il generatore (impensabile non averlo se si vuole navigare). Il futuro é elettrico ma credo che vada ipotizzato in fase progettuale.
Comunque su questa barca il motore si usa pochissimo e consuma due litri/ora. La mia impronta carbonica é irrilevante. A volte la ricerca di soluzioni perfette blocca soluzioni buone….
Dott.D’onofrio, un paio di domande: quanto tempo ha impiegato x fare questo capolavoro?
E quali difficoltà ha trovato?
Complimenti comunque
Roberto
Roberto, 9 mesi, praticamente un altro figlio! Tecnicamente la parte piú complessa è stata la verifica dei legni. Ma in realtà molto tempo é stato dedicato a capire le soluzioni da apportare per renderla fruibile e a coordinare I fornitori.
Buongiorno, ho installato un elettrico su un Figaro nel 2014 senza generatore e non mi sembra giusto dire che sia impossibile navigare. Partito da Venezia con 100% delle batterie sono arrivato a Palma di Maiorca, 1600 miglia, con ancora il 100% della carica in quanto non l’ho mai utilizzato.
Ho percorso le 1600 miglia in 15 giorni e 23 ore che nel Mediterraneo è un’ottima media.
Dobbiamo ricordare che sulle barche a vela il motore è ausiliario e alla prima OSTAR erano più le barche senza motore che quelle col motore.
Anteriormente ho navigato un One Tonner di mogano al quale ho sbarcato il motore nel 1992 e l’ho navigato per 15 anni fino alle Canarie dove mi avevano detto che era impossibile navigare senza motore. In effetti è molto difficile ma non impossibile.
Anche su un Microtonner dopo aver sbarcato il motore ho navigato tutta la costa della Norvegia da Bergen fino a Capo Nord e ritorno.
Mi sembra comunque scorretto definire eco sostenibili barche che stanno insieme con prodotti chimici come resine, siliconi e pitture che prima o poi dovranno essere smantellate generando una quantità di rifiuti tossici notevoli.
Continuano ad andare a vela per il bene del pianeta e per la nostra pace, ma smettiamo di definire le nostre barche ecosostenibili perché non lo sono.
Per il resto splendida barca e ottimo lavoro.
Buon Vento
Vedo che l’armatore ha montato un bompresso. Non si rischia di snaturare il progetto originale? Comunque, complimenti per il lavoro, la vista del fasciame a prua è uno spettacolo.
Gianni, sono stato combattuto. Capisco I tuoi dubbi.
La barca nasce con volanti, spy, trasto sulle panche a metá pozzetto.
Potevo lasciare tutto originale, ma avrei avuto bisogno di almeno 4 persone di equipaggio (non mi chiamo Beccaria…). Oppure semplificarmi la vita e navigare con mia moglie ed I miei due gemelli di sei anni.
Ho scelto questa seconda strada e lo rifarei perché siamo riusciti a navigare in due nella tratta Minorca-Ibiza-Alicante.
Buon vento. Non lasciamo le barche in banchina!
Caro signor D’Onofrio, domani ritirerò la barca che mi ha fatto innamorare della vela, un caipirinha del cantiere Gilardoni del 1980 . La porterò da Rimini a Ravenna dove inizierò il restauro. Le barche di un tempo hanno un fascino che purtroppo oggi non esiste più. Le auguro il meglio e buon vento a lei e alla sua formula 1 Vallicelliana.
Buonasera Sig. Lino,
Ho letto il suo articolo con molto interesse.
Anzitutto complimenti per aver scovato un esemplare di tale pregio, conosco molto bene il cantiere e in particolare le qualità del modello oggetto del refitting da lei sapientemente portato a nuova vita.
Un cordiale saluto da un appassionato.
Rosario Cavallaro.
Concordo in tutto e per tutto col sig. D’Onofrio, ma essendo proprietario di un natante in compensato Marino con molto legno a vista questo comporta tanta manutenzione per preservarla. Comunque complimenti.
Bellissima barca con un anima di legno che riporta in vita quel gusto dell’essenziale , romantico ma anche così genuino , unico per gustare l’emozione del contatto diretto col mare. Una sfida appassionante , una sfida vinta. Complimenti …sarebbe stato perfetto avere anche l’audio della musica creata dall’interazione tra vento , vele e acqua del mare spostata dallo scavo in legno
Complimenti, mi trova al 100 pct allineato.
Il refitting sarà sempre più necessario e richiesto. Le Scuole professionali vanno affiancato da attività lavorativa formativa. Anziché buttare miliardi per fare stupidi ponti sullo stretto su una faglia attiva, occorre investire sulla formazione sia in Italia, sia nel terzo mondo per fare poi arrivare da noi maestranze già avviate su professionalità necessarie come nei cantieri navali.
Le 3 R che ci devono guidare sono Reduce, Reuse, Recicle. E potremmo diventare una nazione guida….
Vedo che l’armatore ha montato un bompresso. Non si rischia di snaturare il progetto originale? Complimenti comunque per il lavoro fatto, la vista del fasciame di prua è spettacolare.
Complimenti Lino! Davvero un ottimo lavoro. Condivido la filosofia che sta alla base del suo progetto.
Buongiorno, bella storia. Su quella barca ho fatto il mio primo campionato ad Ajaccio con il primo armatore, Carlo Bixio.
Oggi ho anch’io un prototipo fatto da Galetti, ma è un 3/4 ton di Sciomachen.
Complimenti ancora e viva le barche classiche.
Buon giorno, complimenti per il progetto e per come lo ha portato a termine.
Spero che la sua esperienza possa essere di ispirazione anche per altri armatori.
La barca è stupenda. Il fascino del recupero di uno scafo in legno come questo non è paragonabile a quello delle pur belle barche in vetroresina costruite in serie.
Complimenti anche per la traversata inaugurale.