La festa del Velista dell’Anno 2024, scatto dopo scatto FOTO
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Trentacinquemila voti, 50 candidati, sette categorie (più un premio speciale), un solo vincitore assoluto, centinaia di persone, grandi velisti e semplici appassionati a godersi lo spettacolo. Si è svolta a Marina Cala de Medici la premiazione 2024 del Velista dell’Anno, ancora una volta una grande festa della vela per tutti e una celebrazione del talento puro e delle mille facce della vela.
A condurre la cerimonia, sul palco, i nostri Mauro Giuffrè e Rachele Vitello. Vittoria assoluta per il vincitore della Mini Transat Luca Rosetti. Il nostro racconto della premiazione, per immagini.
Il Velista dell’Anno 2024 – La grande festa della vela
Da dove partire per raccontare il Velista dell’anno 2024 by Raymarine, la grande festa della vela al Marina di Cala de’ Medici, centinaia di persone a godersi lo spettacolo, dai grandi velisti, ai tanti appassionati?
Il sorriso di Medea
Da un sorriso, irresistibile, quello di Medea Falcioni, vincitrice del Velista dell’Anno nella categoria Young: tredici anni, talento limpidissimo, energia atomica a partire da quella fisica (già la stretta di stretta di mano è quella di un pilone del rugby) ma soprattutto umana, incredibilmente contagiosa.
Ha tutta la tenerezza di una ragazzina, ma emana già la potenza di chi è destinato a grandi cose. Arriva con una raggiante e felicissima mamma, proviamo a fargli una foto insieme ma Medea prende subito in mano la situazione: “Impossibile mia madre non si fa mai fotografare, non credo esistano sue immagini…”.
Ok, proviamo col papà allora…. “Si, si, lui si”. Lo prende e lo abbraccia, ce lo porta: è così emozionato da essere diventato solido, immobile. Insomma, è Medea (ribadiamo, tredici anni) che organizza la questione. Perché ha vinto il premio di velista dell’anno? Perché ha già conquistato il Mondiale giovanile delle tavole a vela olimpiche IQFoiL Under 15 e si è imposta all’Europeo Under 15 e U17 davanti ad avversarie ben più̀ grandi di lei. E soprattutto perché rappresenta nel modo più limpido possibile la vela più bella, giovane, potente, pura. La vela del futuro.
Luca Rosetti, il bretone di Bologna
Limpida è stata anche la vittoria del primo tra i primi, primo assoluto come Velista dell’anno 2024: Luca Rosetti. Limpida perché si è imposto davanti a tutti, alla Mini Transat (4.000 miglia dalla Francia ai Caraibi!) su una barca dove c’è poco da nascondersi: il Mini è lungo 6,5 metri e ci navighi da solo nell’Oceano. Se vinci significa che sei forte.
Punto. Bolognese, ventinovenne, corre per il Circolo Vela Cervia, ma a vederlo sembra un marinaio bretone purosangue. Non è di tante parole ma di sicuro è riuscito a zittire proprio i francesi che lì, in Oceano, dettano legge da decenni (ma che ora dovranno vedersela con una flotta di “italiens” sempre più forti).
Luca è un talento a 360°, arriva dalle derive e sa navigare e vincere su barche grandi e piccole. Lungo le banchine di Cala de Medici i velisti lo riconoscevano, lo fermavano. Non è di tante parole, dicevamo, ma quando comincia a parlare di vela e di navigazione diventa un fiume in piena: ipnotizzanti racconti da marinaio, marinaio vero. Tutti, in fondo, siamo un po’ “ministi”.
E lui è il nostro mito. “Uno dei segreti – ci racconta – è la teoria dell’1%. Se tu, ogni giorno, ti impegni per migliorare dell’uno per cento, dopo 100 giorni avrai migliorato del 100%“.
Marco Trombetti e la forza dei sogni
Marco Trombetti, vincitore del premio Owner, ha affascinato la platea con il racconto emozionato ed emozionante della sua grande avventura intorno al mondo con Translated 9, un vecchio Swan 65 con cui ha partecipato all’Ocean Globe Race, il giro del mondo a tappe in equipaggio.
“Prima non ero mai salito a bordo di una barca a vela…” poi però ha messo su un equipaggio di ragazzi, in grandissima parte di non professionisti, e ha vinto le prime due tappe (prima volta che una barca italiana riesce a farlo) della regata intorno al mondo che si corre così come di faceva alla prima Whitbread, col sestante, senza nessun ausilio tecnologico.
Si è poi dovuto prima fermare alle Falkland per delle avventurose riparazioni e successivamente ritirare (rottura dello skeg) alla tappa successiva. “Nonostante questo, siamo comunque riusciti a terminare la regata. È stato ancora più importante del vincere le tappe. Abbiamo dimostrato cosa può fare la forza che deriva dal credere fino in fondo nei propri sogni”. E se siamo tutti ministi, di sicuro siamo anche tutti con Marco Trombetti con il suo modo romantico di voler essere armatore.
Matteo Polli ovvero disegnare barche che vincono
È andato “all’ingegnere velista” il premio Innovation: Matteo Polli. Goriziano di nascita, “mulo” Triestino velisticamente parlando si è laureato con il massimo dei voti a Southampton in Yacht and Powercraft Design. Perché ha vinto il velista dell’anno?
Perché ha vinto più di chiunque altro. Se le prime regate in altura le ha fatte quando regnava come sistema di stazza l’IMS, è stato poi lui a indicare la strada nel mondo IRC e soprattutto ORC.
Le sue barche, dai primi 2emmemarine e poi Italia Yachts e Grand Soleil, sono state e ancora sono sempre in vetta alle classifiche. Oltre che progettista Matteo è anche un vero velista (formazione Laser) e in regata è un grande randista.
Beppe Veirana: “Ho vinto perché sono bellissimo”
“Perché ho vinto? Perché sono bellissimo. Poi, in realtà, ha fatto tutto Samuele Agostino”. Con grande simpatia ha raccontato così il suo successo Beppe Veirana, vincitore della categoria Most Voted, ovvero il candidato più votato tra quelli presentati dal pubblico. 59enne è una star del web, 214.00 follower, tutti velisti e tutti appassionati di mare e di vela.
Samuele Agostino, suo amico e social media manager, di anni ne ha invece 22 e insieme realizzano contenuti virali in cui Beppe insegna le basi della vela e snocciola perle di cultura marinaresca. Beppe è ligure DOC e nei suoi video racconta anche le basi per fare il pesto e riconoscere la “vera” focaccia.
Ma è soprattutto un gran marinaio, nel 1992 ha fondato Dimensione Vela per fare scuola di vela, charter e patenti nautiche.
Per amore del mare e dei laghi
Sono all’insegna della sostenibilità i premi consegnati a Manuel Vlacich e Franco Deganutti e poi ad Enrico Bertacchi.
I primi sono i Velisti dell’anno 2024 nella categoria Passion e dal 2022 hanno lanciato il loro “Grand Tour” a vela: hanno partecipato con il loro Melges 24 alle più affollate regate del mondo (la Bol d’Or sul lago di Ginevra, la Round the Island all’isola di Wight, la Barcolana) e hanno poi, con le loro minuscole derive Tiwal affrontato le acque più estreme: come il lago Titicaca (il più in alto al mondo tre quelli navigabili), il più “pericoloso”, il Loch Ness.
“Il nostro prossimo obiettivo? – ha raccontato Vlacich sul palco – è navigare in Groenlandia, a Disko Bay: 350 km a nord del Circolo Polare Artico per circumnavigare uno degli iceberg che si staccano dai ghiacciai”. Perché lo fanno? Per sensibilizzare il mondo sul tema del cambiamento climatico.
Enrico Bertacchi è invece Segretario del Centro Velico Caprera e ha ritirato il premio speciale “Save The Med” per il Progetto M.A.R.E. nato dall’iniziativa del Centro Velico Caprera in collaborazione con One Ocean Foundation. M.A.R.E (Marine Adventure for Research & Education) è un progetto di citizen science molto speciale, che mira a monitorare la salute del Mar Mediterraneo per promuovere la conoscenza e la protezione dell’ambiente marino.
“Non c’è futuro senza innovazione”
Concludiamo, infine, con il più importante dei premiati, gli altri, ne siamo certi, non si offenderanno: Gianni Cariboni ha vinto il premio alla carriera Velista dell’Anno Epic e lui è proprio uno dei pochi che, nel mondo della nautica, può caricarsi il peso dell’aggettivo “epico” senza imbarazzi.
La sua azienda compie proprio ora 40 anni durante i quali è diventata leader mondiale dell’idraulica e dell’oleodinamica applicata alla vela. Non esiste barca di Coppa America o super custom che non monti un sistema Cariboni. Ha inventato la chiglia basculante ed è lui che ha reso reale la visione dell’easy sailing.
Ha 75 anni ma ancora non dà nessun segno di volere smettere: “Mi diverto così tanto a fare il mio lavoro che non vedo proprio perché non dovrei farlo”. Emozionato, ricevendo il premio, ha voluto sottolineare che “Non c’è futuro senza innovazione” perché Gianni è un inventore, un uomo innamorato della ricerca.
La sua filosofia progettuale? “Costruire le cose fin quando non stanno per rompersi. Ma non si rompono”. Una vita al limite quindi, una carriera epica.
Date un’occhiata a tutte le foto della premiazione del Velista dell’Anno, le trovate al link qui sotto! Sentitevi liberi di scaricarle e di condividerle!
Luca Sordelli
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