Le cime tedesche di Gleistein compiono 200 anni nel 2024
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In Germania c’è un’azienda che realizza cime per la nautica che ha 200 anni di storia. Gleistein, fondata nel 1824, in un periodo in cui le corde e le funi erano prevalentemente utilizzate per scopi marittimi e agricoli, è la più antica azienda a conduzione familiare di Brema e si è evoluta attraverso otto generazioni. Oggi l’azienda, guidata ancora da due discendenti del fondatore, Klaus Walther e Thomas Schlätzer, è diventata un produttore leader a livello mondiale con oltre 250 dipendenti.
Un primo capannone di 400 metri
Tutto nasce nel 1824 quando il Capitano Gleistein decide di fondare una fabbrica di corde a Brema-Vegesack e scelse un capannone lungo quasi 400 metri. Al tempo, infatti, le corde potevano essere arrotolate solo dopo la produzione, quindi serviva molto spazio in lunghezza. Per stendere un filato teso di 220 metri (una lunghezza standard) serviva uno spazio di 380 metri, per poter poi ritorcere in trefoli i filati e unirli tra di loro torcendoli. Le prime macchine trecciatrici, che oggi sono l’abitudine, fecero capolino in Gleistein solo negli anni ’20 del ‘900. Fino a quel momento le cime erano prodotte solo a mano e con l’ausilio (dalla metà del 1800) di macchine a vapore.
Fibre sintetiche = tante cime diverse
Arrivando agli anni più recenti, nel 1980 Gleistein si sposta nell’attuale sede di Brema-Blumenthal, circa cinque chilometri a ovest rispetto alla sede originale. Nel nuovo stabilimento iniziarono ad essere lavorate principalmente le fibre sintetiche invece di quelle naturali, mentre oggi si utilizzano sempre più spesso fibre biobased e filati provenienti da materiali sintetici riciclati. Gleistein inoltre si impegna a compensare le proprie emissioni di CO2 e ad utilizzare bottiglie in R-PET per la produzione.
Nel vecchio stabilimento venivano prodotte corde in fibra naturale fino a un diametro di 200 mm, nel nuovo stabilimento, nonostante l’avvento delle fibre sintetiche e quindi con la possibilità di ridurre il diametro del cordame senza comprometterne la resistenza, Gleistein ha deciso di concentrarsi sulle cime di grosso diametro. Questa scelta si è rivelata vincente, soprattutto considerando l’aumento delle dimensioni di navi e imbarcazioni, che ha permesso all’azienda di posizionarsi in maniera precisa nel settore marittimo. Oggi, operando grazie a moderne e grandi macchine trecciatrici, Gleistein produce cime di diverse dimensioni, con una resistenza fino a quindici volte superiore alle cime prodotte un tempo.
Trovi le cime Gleistein al sito del rivenditore italiano LMarinegroup
L’innovazione nei materiali e nei macchinari consente oggi a Gleistein di avere una gamma che spazia tra tantissime tipologie di corde diverse, non solo cime per la nautica. Da quelle per gli sport acquatici, progettate per essere comode e morbide, a quelle per i parchi giochi che devono offrire una grande resistenza e una protezione contro gli atti di vandalismo. Poi ci sono le funi per le gru, che devono sopportare diversi cicli di flessione sotto carico, quelle per la sicurezza che devono assorbire lo shock di un urto improvviso, quelle per assicurare le merci. Si arriva persino “all’impacchettamento” dell’Arco di Trionfo di Parigi del 2021, parte di una performance artistica dei due artisti Christo e Jeanne Claude, per la quale sono state utilizzate proprio delle corde Gleistein.
Come vengono prodotte oggi le cime di Gleistein?
Per produrre le sue cime, Gleistein utilizza principalmente sei diverse materie prime per la produzione di filati, molte a base biologica o riciclata. I filati vengono acquistati oppure prodotti grazie alle macchine di estrusione dello stabilimento di Trenčín, in Slovacchia. A seconda dello spessore della corda, il trefolo può essere formato da un fascio di filamenti di fibre sottilissime, oppure da un filato prodotto dalla torsione di multi-filamenti. Per le corde più spesse, il trefolo si forma torcendo i filati in direzioni opposte in un’ulteriore fase di trefolatura. Per produrre trefoli per corde di diametro ancora maggiore, vengono ritorti fino a 120 fili utilizzando macchine speciali.
Diversi rocchetti girano l’uno intorno all’altro su un disco a forma di anello lungo una linea a serpentina. La treccia si forma al di sopra del punto di intreccio, grazie all’incrocio alternato dei fili che si muovono sulle bobine di intreccio. Nella trecciatrice a 12 fili, sei fili intrecciati a sinistra sono intrecciati con sei fili intrecciati a destra per formare un’unica corda compatta. La trecciatrice a 32 fili di copertura, invece, forma un tubo che viene riempito dall’anima in entrata per formare una corda dimensionalmente stabile. A seconda della costruzione, la copertura ha una funzione protettiva o di assorbimento della forza e assicura che l’interno della cima sia saldo.
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