Olimpiadi, qualificato il 470 Mix Azzurro. Tutti gli update da Hyères.
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Sono due le categorie presenti qui alla Semaine Olympique Française 2024, ce lo siamo ormai detti tante volte, ma vale la pena ripeterlo: Qualified Nations e Last Chance Regatta. Categorie in cui sono divise tutte le classi (salvo i Nacra 17 QN, sospesi in vista del vicinissimo Mondiale), ma che hanno scopi e pesi ben differenti. La prima, infatti, è un’ottima opportunità per capirsi, studiarsi e testarsi a vicenda, esercizio riservato alle nazioni già qualificate. La seconda, LCR, è invece la più tesa, la più impegnata: l’ultima chance per i pass olimpici rimasti. E la Squadra Azzurra, qui, eccelle da giorni: il 470 Mix è qualificato per le Olimpiadi di Parigi 2024 dopo una 5 giorni di performance encomiabili…
Settimana Olimpica Francese 2024
Prima dei numeri, però, un’immagine dell’atmosfera in cui il tutto si svolge. L’aria che ha tirato in questi giorni è stata, infatti, un crescendo di tensioni, carica di un misto di apprensione e ansie, possibili sogni infranti ed eccitazione. E questo è valso per ogni atleta in LCR. Non poche le lacrime, le crisi e i nervi a fior di pelle intravisti tra le barche, o nascoste dietro un pulmino. Non da meno, comunque, le Qualified Nations, sì sgravate del grande peso e della tensione, ma pur sempre impegnate in un esercizio di studio non indifferente, un tempo passato in acqua che, condizioni ballerine a parte, offre grandi spunti agli atleti perché possano farsi una vera idea del loro livello, a prescindere dai numeri in classifica. E vale per gli atleti di Parigi come per gli altri.
- Se ve li foste persi, trovate qui gli articoli relativi la Prima Giornata, la Seconda Giornata e la Terza Giornata. Volete conoscere le classi presenti alle Olimpiadi 2024? Ve le spieghiamo QUI.
24 April, 2024
SOF 2024: La performance Azzurra
Partiamo subito dalla Last Chance Regatta. Dopo 5 giorni di performance al top, questa 55ª edizione della Semaine Olympique Française di Hyères vede raggiunto l’obiettivo della Squadra Azzurra sul fronte Mixed Dinghy per Parigi 2024, matematicamente conquistato grazie a una settimana che ha visto i 470 italiani costantemente ai vertici. Ora, ai due equipaggi, composti da Giacomo Ferrari e Alessandra Dubbini (ITA 3) da una parte, Elena Berta e Bruno Festo (ITA 6) dall’altra, non resta che la giornata di oggi per aggiudicarsi i risultati definitivi in Medal Race. Ieri sera, del resto, i due equipaggi erano rispettivamente primo e secondo in classifica, con 19 punti l’uno, 27 l’altro. Il terzo, ovvero il duo sloveno Mrak / Božič, per offrire un paragone, era a 43 punti netti…
Meno dolce la conclusione relativa i Men’s Skiff azzurri, il 49er Maschile, dove l’Italia a questo giro –nonostante prove e classifiche sempre da top-ten– non qualifica. Rimane, però, in corsa per eventuali ripescaggi e, ciononostante, oggi mantiene comunque il compito di chiudere al meglio la Medal Race, conquistata da entrambi gli equipaggi azzurri. I piazzamenti, a ieri sera, vedevano infatti sesto l’equipaggio composto da Simone Ferrarese e Leonardo Chisté (ITA 23), ottavo l’altro, dato dal duo Umberto Crivelli Visconti e Giulio Calabrò (ITA 88).
Per quanto riguarda i risultati complessivi, vi aggiorneremo nel nostro articolo conclusivo di questa domenica.
Risale la classifica, intanto, Lorenzo Brando Chiavarini (ITA 216159) in ILCA 7 QN, concludendo il quinto giorno di prove in 14ma posizione. Dimitri Peroni (ITA 221118), invece, si attesta al 25°, evidenziando comunque un duo di qualità, con ambedue gli atleti nella medio/alta classifica. Chiara Benini Floriani (ITA 211961) + Giorgia Della Valle (ITA 212296) chiudono invece la giornata di ieri in ILCA 6 QN, rispettivamente, al 33° e 49° posto. Sedicesima, invece, Sofia Renna (ITA 25) nell’iQfoil femminile, seguita da Linda Oprandi (ITA 4), in 19esima posizione ieri, considerando però che, quest’ultima, non ha regatato nelle ultime 2 prove disputate.
SOF 2024: incontri inaspettati
Classifiche a parte, abbiamo provato a parlare anche con gli atleti internazionali, così come nei giorni precedenti avevamo fatto con alcuni membri del Team Azzurro. Ma l’ansia dei giorni scorsi è cresciuta indirettamente proporzionale al tempo rimanente, risultando in un esatto indice del clima: con più gentilmente o con meno, ogni nostro tentativo è stato declinato, anche giustamente; la concentrazione è qui il focus numero uno. Ben lungi da noi volerli distrarre. Del resto, guardando oltre, qui non si è solo circondati da atleti e olimpionici d’ogni categoria, e sorprende quindi, ma non stupisce, anche l’incontro più peculiare.
Nostri “autisti” tra i campi di regata, capita infatti di parlare con i due (apparentemente) anonimi francesi in timoneria: capelli grigi e facce scavate da sale e dal sole. Due parole al volo e, in attesa della prima partenza, guardiamo France allenarsi al largo, il mitico 12 MI francese dell’America’s Cup 1974. Il primo dei due mi accenna, tra un sorso e l’altro del suo pastis, che era parte dell’equipaggio negli anni’70, ricordando il ‘72 come anno di disavventure (France affondò, ma lo ripescarono in fretta). Non ho tempo di chiedergli di raccontarmi altro che lui passa oltre– c’è anche Ikra in banchina aggiunge. A giugno, del resto, ci sarà la 12 Meters Worlds alle Porquerolles.
Il timoniere, il francese silenzioso, vinse, invece, una Giraglia, primo overall negli anni ‘90, quando l’arrivo era a Sanremo. Ma la vinse a modo suo, primo su un piccolo 36 piedi, mi traducono mentre lui ridacchia, ingranando la retro per non centrare un 49er di passaggio.
Ma la Semaine Olympique Française non è solo fatta di tensioni, focus e “vecchie glorie”. A guardar oltre il velo, osservando i volti, cogliendo i giusti interlocutori, emergono anche tante critiche e problematiche… dalle solite domande relative alla giuria (sempre criticata, a prescindere), a critiche più strutturali, sistemiche… Se da una parte l’atmosfera tra gli atleti è ricca di concentrazione e tensione, d’altra parte, i vari team, coach e responsabili, vivono la manifestazione in modo diverso. C’è certamente un notevole grado di apprensione e focus anche da parte loro, ma, nelle attese, ci sono anche momenti più conviviali, più distesi. È in uno di questi casi che emerge una delle critiche mosse al sistema, non tanto relativa la Semaine Olympique Française stessa, quanto al sistema più in generale.
Siamo onesti, la vela agonistica non è un “giochino” poco costoso, anzi. Scafi, attrezzatura, abbigliamento, allenamenti, trasferte, regate, palestre, preparazione, tempo, gommoni, pulmini, alberghi e compagnia cantante, insomma, basta poco per capire le complessità economiche retrostanti una preparazione agonistica, figuriamoci un percorso olimpico. Un frangente ancor più sensibile in classi dove i costi relativi al singolo “scafo” superano in tutta allegria le diverse decine di migliaia di euro. È forse una questione cui si soprassiede, o si tende a non pensare, ma basta prendere un caffè al bar della Base Nautique per sentire i vari membri dei team e delle federazioni internazionali chiacchierare tra loro e discutere. In uno di questi casi, è proprio questo il focus che attira la mia attenzione: “il sistema non funziona bene, non è equilibrato”. La questione posta è semplice: come possono essere competitive, accedere a quel numero chiuso di slot olimpici quelle nazioni che, anche al meglio delle loro possibilità, sul fronte del funding e della spinta statale fanno più fatica? Come possono competere con paesi dove le disponibilità economiche, la spinta statale e federativa sono incredibilmente superiori?
Non è solo la stoffa degli atleti a fare la differenza. Il dettaglio fondamentale lo danno i numeri: le classi più “esose” hanno meno partecipazioni in tutta una serie di paesi (quando ne hanno), e meno barche ci sono in un paese, in un contesto, minori le chance di avere allenamenti propedeutici, minori le chance di crescere, minori le possibilità di guadagnare uno slot. Basta guardare le aree geografiche di provenienza, i numeri difficilmente mentono. La conclusione? Non sembrano esserci risposte da parte di chi pone la critica, e il discorso passa oltre, su un fattore su cui, in questo momento e preciso contesto, siamo tutti d’accordo: ora, intanto, i Giochi sono in ballo, “il sasso ha cominciato a rotolare”, come disse qualcuno, e bisogna buttar giù la testa e concentrarsi su Marsiglia (leggi, Parigi 2024).
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