Sviluppare il turismo nautico per cambiare l’Italia

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Turismo nautico Italia

Il turismo nautico in Italia si potrebbe sviluppare enormemente se ci fosse una vera volontà politica. Ma occorrerebbe un piano di sviluppo strategico, i nostri vicini l’hanno fatto. Perché noi no?


Turismo nautico in Italia. Cosa serve

Sarà un caso, ma sembra che i politici abbiano acceso un faro sul diporto nautico. I più attivi sono Nello Musumeci, ministro per le politiche del mare, Adolfo Urso, ministro del Made in Italy e Daniela Santanchè, numero uno di quello del Turismo, che hanno partecipato a innumerevoli convegni e incontri con sindaci, presidenti di associazioni e regioni.

Purtroppo, a parte attestati generici di attenzione al turismo nautico, nulla di nuovo e significativo è emerso. Presenzialismo e basta.

Così, a pensare male, questo improvviso interesse per la nautica ha il sapore di una passerella in giro per l’Italia in cerca di visibilità in vista delle elezioni europee che si terranno l’8/9 giugno prossimi.

Eppure lo sviluppo del turismo nautico sarebbe un’occasione d’oro per il futuro strategico dell’Italia. Che porterebbe nuovi investimenti, lavoro e alla fine incassi stabili per le esangui casse dello Stato. L’Italia è stabilmente nelle classifiche tra le tre nazioni più desiderabili del mondo, il “Made in Italy” domina il settore del lusso, nei suoi 8.000 km di coste ci sono le località più iconiche del Mediterraneo.

Si stima che la spesa annua per attività turistica dei diportisti in Italia sul territorio (escluso spese inerenti imbarcazione come riparazioni/manutenzione/porto/ormeggio/boe) si sia attestata nel 2022 a più di quattro miliardi di euro. E se paragoniamo il settore alberghiero a quello nautico, le presenze giornaliere sono state oltre 40 milioni in un anno. Per finire, sono circa un milione i turisti nautici annui.

Le dimensioni del mercato dei turisti nautici è simile per spesa a quello del “turismo in movimento” sulla terraferma, ovvero quello del camper ecc., ma con un numero nettamente superiore di turisti (circa 5 milioni). La differenza è che un turista nautico spende sul territorio 4/5 volte di più di un turista in movimento su terra.

Stanti questi presupposti, le possibilità di incremento di fatturato del turismo nautico in Italia, soprattutto attirando l’afflusso degli stranieri, sono enormi. Ma è necessaria una politica che favorisca questo sviluppo. Non bastano dichiarazioni generiche da parte della politica. Occorre un piano strategico nazionale di sviluppo a lungo respiro.

E chi lo fa? Non di certo i vecchi comitati di esperti utilizzati dalla politica sino ad ora, che hanno coinvolto associazioni ed enti di stato che mirano nella maggior parte dei casi a preservare interessi particolari, mantenendo inevitabilmente lo status quo.

Occorrono professionisti, gente che questo mestiere lo fa già e sa di cosa c’è bisogno nel concreto, senza particolarismi.

Nulla di irrealizzabile, basta prendere spunto da nazioni più evolute in questo ambito, anni luce davanti a noi. Parliamo per il Mediterraneo di Spagna, Francia, Croazia. E un’eccellenza del turismo nautico sono anche e soprattutto i paesi nordici.

Cosa dovrebbe contenere nelle linee generali questo piano di sviluppo del turismo nautico?

Dovrebbe partire dall’accoglienza, ovvero dalle Infrastrutture per ormeggio (Marine, porti turistici e campi boe). Dovrebbe proseguire per logica conseguenza alle normative relative alla sosta lungo le coste, uniformando la normativa e favorendo l’accesso anche alle Aree marine protette. In terzo luogo dovrebbe pensare ai servizi nautici e turistici, favorendo lo sviluppo di strutture atte a garantire, a prezzi più equi ed uniformi rispetto ad oggi, la manutenzione delle imbarcazioni su tutto il territorio e non, come oggi, a macchia di leopardo. Senza dimenticare l’incremento del parco delle imbarcazioni a noleggio, per uso giornaliero o settimanale.

Tutto questo utilizzando intelligentemente i principi europei dello sviluppo della Blue economy e l’accesso ai suoi finanziamenti agevolati.

Si, è vero, bisognerebbe smontare il sistema del turismo nautico attuale, dove regna il “ognuno fa per sè con regole diverse”.

Se poi il Demanio (lo stato italiano) che, lo ricordiamo, è proprietario delle coste italiane insieme all’Enit (Agenzia nazionale del turismo) si facessero capofila e promotori di questo piano strategico per il turismo nautico in Italia, lasciando ai politici il compito di varare norme per poter operare, limitando le ingerenze degli enti locali, accadrebbe quello che non è mai accaduto in Italia. Forse impossibile.

Luca Oriani


Siete d’accordo con l’opinione del direttore del GdV Luca Oriani sullo sviluppo del turismo nautico in Italia? Fatecelo sapere con un bel commento! 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

11 commenti su “Sviluppare il turismo nautico per cambiare l’Italia”

  1. Sono d’accordissimo, a Taranto, sulla Litoranea Salentina, non esistono infrastrutture portuali, il nulla nel niente

    1. Per il turismo nautico deve cambiare la mentalità da circolo privato a servizio pubblico e rendersi conto che i circoli, associazioni, in futuro avranno grosse difficoltà di sopravvivenza.
      Per cambiare questa mentalità di preclusione bisogna organizzare convegni itineranti per il settore.

  2. Giampaolo Orzan

    Il recupero a fini diportisti i dei porticcioli, come stanno facendo in Croazia, piuttosto che marine costose che offrono servizi che vengono sottoutilizzati, darebbe sicuramente impulso alla nautica, anche a quella nazionale, dove ci sono ampi margini di miglioramento.

  3. “smontare il sistema attuale” ? Si, avete centrato il punto. Nel Sud, oggi sta quasi tutto in mano a camorristi e gente senza professionalitá che non risponde a richieste di prenotazione x ormeggio nemmeno se è bassa stagione. La vedo difficile. Per cambiare in meglio non basteranno gli investimenti e le leggi, temo, se resta la mentalitá dello spennapolli.

  4. Bisognerebbe anche partire da una “reimpostazione” delle attività di charter nautico, non più viste solo ed esclusivamente come un “prodotto” del codice della navigazione, ma, principalmente e a certe condizioni, come “prodotto turistico ricettivo”, dove il “navigare” è un servizio accessorio, prendendo atto che il mercato è profondamente cambiato. Gran parte delle unità da diporto che vengono locate non vengono utilizzate per navigare, ma per compiere brevi spostamenti rispetto alla base di partenza, ed il loro utilizzo è prevalentemente ricettivo e ludico. Basta vedere come si sono evolute le stesse barche e lo sviluppo dei catamarani, sempre più case galleggianti dotate di tutti i più moderni comfort, più che imbarcazioni per lunghi spostamenti per mare. La Sardegna, con la regolamentazione dello “Albergo Nautico Diffuso” sta facendo da battistrada proprio su questa tipologia di ricettività extra-alberghiera, ma si tratta di modificare anche le norme che regolano il settore e raccordare al meglio la normativa fiscale.

  5. Marco Vincenzo Bussolino

    Suggerisco un paio di punti su cui sarebbe opportuno lavorare:
    1) aprire ai giovani: la nautica, in generale, e’ ad oggi ancora di dominio quasi esclusivo di persone mature e diciamolo pure, con disponibilità medio elevate. Incontrate giovani sulle banchine dei porti? la verità: ben pochi.
    Ci fossero opportunità di imbarcare a costo zero ragazzi e ragazze per delle brevi crociere propedeutiche, sono dell’idea che sarebbero in molti i diportisti disponibili a farlo.
    2) Allungare le stagioni, soprattutto per gli stranieri che potrebbero “ripopolare” porti e marine semideserti nei mesi “morti”ma ancora bellissimi per clima e navigabilità

  6. Come si fa a non essere d’accordo sullo sviluppo di un settore che può portare solo beneficio alla nautica. Sono pienamente d’accordo e pronto a sostenere le azioni da mettere in atto.

  7. Perfettamente d’accordo. Abbiamo un tesoro in mano che molti ci invidiano e non riusciamo a sfruttarlo con intelligenza. Guardate le lagune di Venezia e Grado con tutta la rete di navigazione interna dal Po al Brenta, al Sile, al Livenza per non parlare della Idrovia Litoranea che da Venezia porta praticamente a Trieste. Ancora troppa burocrazia e normative che ne impediscono l’utilizzo semplice e chiaro.

  8. Francesco di Filippo

    Carissimo Direttore
    condivido il contenuto del suo articolo. Posso aggiungere che un piano di azione per la promozione del turismo nautico in Italia è già stato, di fatto, avviato. Assonautica Italiana nel 2022 ha inviato una serie di proposte di valorizzazione del Turismo nautico alla Conferenza delle Regioni che, recependole, le ha inserite in un ordine del giorno presentato al Governo. Successivamente Assonautica Italiana ha realizzato il progetto “L’Italia Vista dal Mare -Scopri dove ti porto” per la promozione e valorizzazione del turismo nautico e i porti come “porte di accesso” per la scoperta del territorio italiano con il suo ricco patrimonio architettonico storico ambientale ed enogastronomico. Il progetto “Scopri dove ti porto” è stato realizzato nell’ambito del “Piano di promozione 20-23” di cui all’ Accordo di Programma tra il Ministero del Turismo e le Regioni e Province autonome in collaborazione con ENIT. I contenuti di promozione, compreso il turismo nautico, sono raccontati nel portale viaggio.italia.it, nel portale italia.it del Ministero del Turismo. Per la prima volta è stato proposto un piano di promozione del turismo nautico e della vacanza in barca al pari di altri segmenti turistici tradizionali (cicloturismo, enogastonomia, borghi, cammini). Il Turismo nautico è stato finalmente inserito nel Piano Strategico del Turismo 23-27 del Ministero del Turismo e anche il sito ENIT ha finalmente una sezione dedicata al turismo nautico. Sono primi passi , penso importanti, per la definitiva presa di coscienza sul valore e indotto del turismo nautico e i Ministri da lei citati stanno già lavorando in tal senso. Sono convinto che il Turismo nautico possa finalmente affermarsi e ricevere le giuste attenzioni e finanziamenti che merita al pari di altri segmenti turistici. Ne parlerei volentieri con Lei in maniera piu ampia. Vice Presidente Vicario Assonautica Italiana con delega al Turismo Nautico

  9. Simone Carunchio

    Naturalmente siamo tutti d’accordo.
    Anche da parte mia una riflessione: così come esistono i bonus edilizi dovrebbero esistere anche i bonus nautici, no?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Torna in alto