Coppa America cult: l’Avvocato e il suo amico John Fitzgerald Kennedy

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Gianni Agnelli
Gianni Agnelli con Riccardo Bonadeo e una parte dell’equipaggio di Azzurra.

Tra pochi giorni, il 12 marzo, ricorre la nascita di uno degli “Avvocati” più famosi d’Italia. Un personaggio cult, a volte controverso, ma è a lui che il movimento nostrano della Coppa America deve molto. Stiamo parlando ovviamente dell’Avvocato Gianni Agnelli, un personaggio vincente e divisivo, che per primo, in un’epoca in cui il professionismo velico in Italia non esisteva, sognò di inseguire l’America’s Cup.

silvio berlusconi e gianni agnelli
Silvio Berlusconi e Gianni Agnelli sull’Extra Beat

L’Avvocato del resto è stato sempre un grande amante del mare e un collezionista di barche, tra le sue tante passioni. Un velista che viene raccontato come estremamente capriccioso, anche se di capricci nella sua idea di inseguire la Coppa America ce n’erano ben pochi, perché prima di tutto era fondamentale “non fare la figura dei cioccolattai”. Le storie che riguardano Gianni Agnelli, e Azzurra è una di queste, sono avvolte quasi nella “leggenda”, tante sono le sfumature e gli aneddoti sussurrati intorno alle virtù e ai vizi di questo personaggio. Una cosa però è certa, Agnelli aprì la strada, fu il primo a vedere che l’Italia poteva partecipare a questo gioco. Anche se la Coppa oggi resta ancora una chimera.

“Non mi faccia fare la figura del cioccolattaio”

Cino Ricci
Cino Ricci
Photo:© Carlo Borlenghi

“Non mi faccia fare la figura dei cioccolatai, Cino”, a raccontare di questa frase fu proprio il mitico Cino Ricci, futuro skipper di Azzurra, che riferì quanto l’Avvocato subì il fascino della Coppa America senza tergiversare, ma che al tempo stesso avesse come prima preoccupazione quello di fare una buona figura.

L’Avvocato accolse quasi subito positivamente la proposta di Cino Ricci perché in realtà la Coppa ce l’aveva già in testa ben prima degli anni ’80. Azzurra infatti è un’idea che nasce da lontano, una visione che Agnelli aveva avuto vent’anni prima.

Gianni Agnelli e l’amico JFK

Durante un soggiorno ospite di J.F. Kennedy in occasione dell’America’s Cup del 1962, alla presenza anche del progettista Giulio Carcano, Agnelli era rimasto rapito dal fascino dell’America’s Cup, che poteva essere un perfetto veicolo per il marchio FIAT negli Stati Uniti. I tempi però non erano ancora maturi, e qui torna infatti la frase dei “cioccolattai” dell’Avvocato rivolta a Cino Ricci.

L’Avvocato era si un sognatore capriccioso, ma era un uomo abituato a vincere o quanto meno a eccellere, nell’industria come nello sport, e lo sarebbe stato per tutta la sua vita. La vela e l’industria italiana non potevano ancora confrontarsi con il mondo anglosassone, anche se l’economia aveva cambiato nettamente marcia nel dopo guerra, tanto che a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del 900 si parla di miracolo economico italiano.

Gianni Agnelli sull’isola greca di Skorpios con Jaqueline Kennedy-Onassis. Agnelli e i Kennedy si frequentarono diverse volte in quegli anni.

Agnelli si godette quei giorni con l’amico John Fitzgerald Kennedy, che un anno dopo sarebbe scomparso tragicamente a Dallas, e l’atmosfera di quelle regate della Coppa viste dalla barca di JFK lasciarono il segno.

Giani Agnelle e la nascita di Azzurra

Quando decise che i tempi erano maturi, in pochi giorni, con telefono in mano, mise insieme un consorzio di quasi 20 aziende di cui facevano parte tra le altre Iveco, Alitalia, Cinzano, Augusta, San Pellegrino, Pininfarina. Trovare uno Yacht Club fu semplice,  bastò telefonare a Karīm al-Husaynī, l’Aga Khan, imam dei musulmani ismailiti nizariti, fondatore  dello Yacht Club Costa Smeralda e di Porto Cervo. Gli uomini chiave del consorzio da un punto di vista manageriale erano Gianfranco Alberini, Riccardo Bonadeo e Luca Cordero di Montezemolo.

L’equipaggio

Il progettista scelto fu Andrea Vallicelli, sulla cresta nell’onda in quegli anni, e il timoniere Mauro Pelaschier, con Tiziano Nava nel ruolo di tattico. La barca fu costruita e varata a Pesaro, tutta made in Italy come imponeva il regolamento. Così nacque Azzurra, dopo che l’Avvocato aveva covato per 20 anni, nella sua testa, l’idea della Coppa America.

Non la vinse, ma certamente non fece la figura del cioccolattaio, anzi aprì una via: sarebbe arrivata un’altra sfida di Azzurra nel 1987, insieme alla sfida di Italia, e a fine anni ’80 sarebbe entrato in scena Raul Gardini, con l’epopea del Moro di Venezia. Luna Rossa non esisteva ancora, ma forse c’era già un patron aretino che stava iniziando a sognare qualcosa.

Mauro Giuffrè

 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

5 commenti su “Coppa America cult: l’Avvocato e il suo amico John Fitzgerald Kennedy”

  1. Mauro Italianista

    Ciao. Vi parlo da Rio, non quello Maggiore ligure. La storia della Coppa America è della partecipazione italiana può essere ‘vissuta’ se leggete il bello libro ‘Dall’America all’Azzurra 1851-1983’ di Piero Ottone della Fabbri. Gli avvenimenti sono belli ed i personaggi interessanti: Queen Victoria, il Sir del Tè, il Barone Bic, Agnelli ecc.
    Un abbraccio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Da aprile a settembre è vela-spettacolo in Costa Smeralda

Nel ricordo e nel solco segnato dall’Aga Khan, fondatore e presidente del Club, si è svolta a Milano la presentazione del Calendario 2025 dello Yacht Club Costa Smeralda che si è aperta con il saluto del Commodoro Andrea Recordati armatore,

Torna in alto