Il più perdente dei vincenti: Mr. America’s Cup, Big Dad Dennis Conner
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Nel film Wind – Più forte del vento, uscito nel 1992 con la regia di Carroll Ballard, si diceva scherzando che il primo skipper del New York Yacht Club a perdere la Coppa America l’avrebbe dovuta sostituire nella bacheca con la propria testa. La capocciona di Mr. America’s Cup, Big Dad Dennis Conner, è rimasta al suo posto, e poi forse rivincere la Coppa dopo averla persa non deve essere stato poi così male. Torna la rubrica dedicata alla Coppa America cult con un personaggio leggendario, il quattro volte vincitore dell’America’s Cup, da San Diego, Dennis Conner.
Mr. America’s Cup, Big Dad Dennis Conner
Dennis Conner nasce nel 1942 a San Diego, e la sua ascesa come velista nasce nelle classi olimpiche Tempest, con cui vince un bronzo ai Giochi del 1976, e Star, due ori mondiali e un argento. Fin dagli inizi degli anni ’70 Conner inizia ad entrare nell’orbita dell’ambiente della Coppa America. Il mito di Dennis Conner nasce nel 1974 quando conquista la sua prima Coppa America come timoniere di partenza (a bordo di Corageous). Dal 1980 lega la sua carriera, in modo indissolubile, all’America’s Cup: da skipper, la vince nell’80 con Freedom, la perde nell’83 su Liberty e va a riprendersela in Australia, con Stars&Stripes, quattro anni dopo.
Nel 1988 difende la Coppa contro i neozelandesi a bordo del catamarano Stars&Stripes: poi organizza altre 4 campagne meno fortunate, fino agli inizi del 2000.
Carismatico, irascibile, scontroso con i giornalisti, Conner è stato una delle personalità più totalizzanti che ci siano state nella storia della Coppa America. Considerato come un vincente nell’opinione pubblica velica, nella sua storia però resta quella macchia indelebile, essere stato il primo skipper e timoniere a perdere la Vecchia Brocca dopo 132 anni di dominio americano incontrastato. Battuto dalle alette di Australia II e dalla banda di Alan Bond, poi accolto come eroe nazionale dopo la rivincita del 1987 a Perth, con tanto di parata sulla Fifth Avenue di New York. E forse senza quella sconfitta, Big Dad sarebbe un personaggio non altrettanto leggendario.
Mauro Giuffrè
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