Questi i danni su Translated9. Riusciranno a ripararli in tempo e ripartire?

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skeg translated9
La freccia roccia indica lo skeg a cui è attaccata la pala del timone sullo Swan 65 Translated9. Lo skeg è uno dei punti deboli delle barche che lo adottano a causa dei carichi di torsione a cui è sottoposto e al vincolo di essere sottile per avere più efficienza idrodinamica.

È una corsa contro il tempo quella di Translated9. Il team dello Swan 65 italiano ce la sta mettendo tutta per riparare i danni allo scafo e al timone causati da una tempesta con onde di 7 metri dopo aver doppiato Capo Horn. Questo per rientrare in gara alla Ocean Globe Race, il giro del mondo in equipaggio senza elettronica e su barche “vintage” sulla rotta della Whitbread 1973/74 ideato da Don McIntyre.

Translated9
Translated9

La barca stava percorrendo la terza tappa (Auckland-Punta del Este) quando ha iniziato a imbarcare acqua dalla zona del timone e ha dovuto riparare verso le Falkland-Malvinas. Qui, la barca è stata alata perché i danni non sono risultati riparabili dall’equipaggio. Poiché il regolamento della Ocean Globe Race impedisce di ricevere aiuti esterni, Translated si è dovuto ritirare dalla terza tappa perdendo la leadership della classifica.

La corsa contro il tempo

Non tutto è perduto, ma ora il problema da risolvere è solo uno. Essere pronti a partire per la quarta e ultima tappa, quella da Punta del Este, in Uruguay, fino a Southampton: la partenza è in programma il 5 marzo, ma non è così facile. “Abbiamo avuto una crepa sullo skeg e una delaminazione dei rinforzi vari in zona timone, con un po’ di entrata d’acqua”, ci raccontano dall’equipaggio. “I tempi per la riparazione sono molto stretti”.

Guarda i danni a bordo di Translated9

Anche perché Translated9, per potersi presentare alla partenza, dovrà percorrere le 1.000 miglia dalle Falkland-Malvinas a Punta del Este, che, se ipotizziamo che Translated9 percorra a una media di 8 nodi, richiederanno circa cinque giorni di navigazione.

Nico Malingri, uno dei membri del team, alle prese con le riparazioni su Translated9 alle Falkland

La “colpa” dello skeg

Lo skeg (ovvero il prolungamento dello scafo che sostiene la pala del timone a cui questa è collegata), molto comune sulle barche degli anni ’70, si è in realtà rivelato uno dei punti deboli di queste barche perché sottoposto a torsioni elevatissime (criticità aumentata dal fatto che il suo profilo deve essere sottile ed efficiente dal punto di vista idrodinamico). Ci sono infatti altri Swan 65 il cui sistema è stato sostituito dal timone appeso, ma lo stringente regolamento di regata della Ocean Globe Race (che al punto 5.1.3 recita che “il profilo sott’acqua, pala del timone inclusa, deve essere originale. Eventuali refit devono essere fedeli al design originale”) lo impedisce per preservare lo spirito più puro e romantico dell’avventura.

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