Verniciato o anodizzato? Tre domande per sciogliere i dubbi sull’albero
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Nella nostra scorsa puntata dedicata al mondo dell’albero vi abbiamo parlato di crocette in linea e acquartierate, di albero in coperta o passante, e di albero in carbonio o in alluminio. In questo articolo invece andremo ad approfondire altri tre temi: la posizione dell’albero più o meno a prua, il rollaranda nell’albero o nel boma, l’albero verniciato o anodizzato. Tre altri argomenti utili per orientarsi al meglio nella scelta dell’albero della nostra barca a vela.
Albero: la posizione più o meno a prua
La posizione dell’albero più o meno a prua è legata anche alla configurazione del piano velico. Fino all’inizio degli anni 90′, con le grandi vele di prua ad alta sovrapposizione come i genoa, l’albero era posizionato piuttosto in avanti. Il genoa era di grandi dimensioni e la randa piccola, in questo modo le virate erano piuttosto difficoltose.
I piani velici moderni hanno invece redistribuito in modo più uniforme il piano velico. L’albero si è spostato abbastanza verso poppa, ma in media a parità di lunghezza barca lo sviluppo verticale del piano velico è maggiore. Spostando l’albero verso poppa si ha un centro velico più arretrato, e una barca che avrà una certa propensione ad essere boliniera. Al tempo stesso aumenta la J, ovvero la misura tra la base dello strallo e quella dell’albero, il cosidetto triangolo di prua. Più è grande la J, più il piano velico potrà avere un fiocco a bassa sovrapposizione ma comunque con una superficie efficace per garantire potenza al piano velico. Così facendo, con una vela di prua che non supera le sartie verso poppa, la virata sarà più semplice.
In definitiva se dobbiamo scegliere tra una barca con l’albero più a prua, come si usava una volta, e una più moderna con l’albero spostato a poppa, dal punto di vista dell’efficienza del piano velico e della sua facilità di gestiome andrebbe preferita sempre la seconda.
Albero in alluminio verniciato o anodizzato
Quando si parla di albero in alluminio un aspetto molto fondamentale è la protezione del materiale dagli agenti corrosivi, per far si che questo duri nel tempo. Di norma le soluzioni sono due: il processo di anodizzazione, un procedimento elettrochimico che crea uno strato di ossido in superficie che fungerà da patina protettiva contro gli agenti atmosferici e la corrosione.
In alternativa c’è la classica verniciatura, che prevede l’applicazione di un primer protettivo sull’albero e poi la vernice a spruzzo. Questo processo, se esteticamente è decisamente più gradevole perche restituisce un albero lucido e non opaco, nel tempo tende a degradare e a richiedere periodici interventi di manutenzione. Tra le due opzioni l’anodizzazione garantisce maggiori garanzie sul lungo termine e minore lavoro.
Albero con rollaranda, o avvolgitore sul boma?
In questo caso, come nella posizione prua-poppa, entriamo in una scelta che andrà a influire sul piano velico. L’avvolgiranda sull’albero infatti offre solo la possibilità di installare sulla vella delle piccole stecche in balumina: per questo motivo la randa avrà poco allunamento e sarà di piccole dimensioni, penalizzando l’efficienza della barca quando navigherà a vela.
Al contrario l’avvolgiranda sul boma da la possibilità di realizzare una randa fullbatten, di dimensioni più generose e forma migliore. Il sistema di avvolgimento però, rispetto a quello sul boma, è un po’ più complesso da eseguire. Se abbiamo però esperienza è decisamente preferibile al sistema classico.
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2 commenti su “Verniciato o anodizzato? Tre domande per sciogliere i dubbi sull’albero”
mi risulta che la randa sia “steccabile” in verticale.
le stecche verticali dovrebbero poter garantire un discreto allenamento.
quali i pro e contro di tale sistema?
Le moderne rande rollabili nell’ albero hanno raggiunto ormai una buona efficienza e forma grazie alle stecche verticali e al fatto che le vele non vengono più laminate o cucite su un piano ma vengono stampate direttamente su uno stampo che permette di posizionare il grasso della vela precisamente dove lo si vuole da progetto, senza bisogno di usare le stecche per dare la forma. Non esistono più le vecchie rande-mutanda degli anni 90/00 che sembravano delle lenzuola stese al vento.
Certo ovviamente sono migliorate anche le prestazioni delle rande full batten.
In generale c’è comunque una buona disparità di prestazioni tra i due tipi di randa, ma si parla di 0.5/1.2 nodi su un 49 piedi non più di 2/3 come in passato.