Coppa America cult: il Barone Francesco De Angelis

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Patrizio Bertelli e Francesco De Angelis alzano la Louis Vuitton Cup del 2000 dopo la vittoria su America One.

Il più anglosassone dei timonieri napoletani e il più napoletano dei timonieri con stile anglosassone, Francesco Il Barone De Angelis è colui che, in quei magici mesi tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000, ha cullato i sogni della vela italiana accarezzando la ruota del timone di Luna Rossa. Torna la nostra rubrica dedicata alla Coppa America Cult con un personaggio che ha letteralmente fatto sognare gli italiani.

Nato a Napoli nel 1960, pluri campione del mondo in varie classi tra altura e monotipi, vincitore di un’Admiral’s Cup, e primo skipper di nascita non anglosassone a vincere la Louis Vuitton Cup e ad avere accesso alla finale della Coppa America.

Chi lo conosce ne racconta il personaggio taciturno, l’estrema riservatezza, e anche un carattere non facile. Distinto, severo, elegante ma con un carattere caldo, sono queste le caratteristiche che sembrano definire il profilo del Barone Francesco De Angelis.

Francesco De Angelis, una carriera da Barone

Con Pigi Loro Piana sul My Song

De Angelis è stato sei volte campione del mondo in varie classi: nel 1987 a Capri classe J24, nel 1989 a Napoli e nel 1992 in Danimarca classe One Tonner, nel 1995 in Danimarca e nel 1996 in Grecia classe classe ILC40, nel 2008 in Grecia classe ORC International. Vincitore dell’Admiral’s Cup nel 1995, di tre Sardinia Cup, di due Swan Cup, del Middle Sea Race Trophy (2005, 2013, 2015), completa il palmarès con due titoli europei e nove titoli italiani in differenti classi. Ha ricevuto per i suoi risultati quattro Medaglie d’Oro al valore sportivo dal CONI.

Quando nel 1997 Patrizio Bertelli raccoglie la suggestione di German Frers circa il lanciare una sfida per la Coppa America, il patron aretino vuole due uomini per il poezzetto: Francesco De Angelis, sulla cresta dell’onda per le sue vittorie, e Torben Grael, fresco di oro olimpico ad Atlanta (Savannah per la vela) nella classe Star. Saranno loro a fare sognare il nostro pubblico, insieme a un equipaggio tutto italiano di cui facevano parte tra gli altri Max Sirena (albero), Paolo Bassani (prua), Stefano Rizzi e Lorenzo Mazza (trimmer), Pietro D’Alì (randa), Matteo Plazi (navigatore) e tanti altri campionissimi della nostra vela.

Francesco De Angelis e il sogno di Luna Rossa

La mitica Luna Rossa ITA 45, quella che ci ha tenuto svegli la notte alla Coppa America del 2000 dopo aver vinto la Louis Vuitton Cup

La prima Luna Rossa di Auckland, nella Coppa che iniziò a fine 1999 e si concluse a inizio 2000, fu quella che fece scattare l’amore degli italiani, con la vela che in quegli anni vivrà di una grande crescita anche grazie alla sfida di Luna Rossa. Le regate venivano trasmesse in chiaro sulla Rai, e in Italia si faceva l’alba per vederle.

Il Barone De Angelis aveva spesso la faccia coperta da uno spesso strato di crema solare, il cappellino quasi sempre indossato, e con quella voce li, che aveva l’accento napoletano ma al tempo stesso non lo aveva, chiedeva: “Torben, quando torniamo a prendere il vento”? E Grael disegnava traiettorie che solo lui vedeva sul campo di regata.

Furono mesi di poche ore di sonno, con la vela che faceva capolino sulle prime pagine dei quotidiani, e Francesco De Angelis che diventava l’uomo simbolo di quelle notti tra l’Italia e la Nuova Zelanda.

Nel momento in cui Luna Rossa tagliò il traguardo della regata numero 9 contro American One di Paul Cayard, che le assegnava la vittoria della Louis Vuitton Cup e il diritto di sfidare Team New Zealand per la Coppa, si sentì una voce da bordo: “Barone adesso posso farti i complimenti”? La frase arrivava da Stefano Rizzi, che solo in quel momento, a Vuitton Cup vinta, andava a fare i complimenti al Barone.

Il resto è storia nota, l’innamoramento tra la Luna e il Barone durò, tra alti e bassi, fino al 2007 a Valencia. Li di fatto finì l’esperienza di De Angelis in Coppa America come skipper del team  italiano (non in tutte le edizioni è stato al timone), dopo una Louis Vuitton Cup vinta su due finali disputate, e una finale di Coppa America persa contro i neozelandesi. Il Barone non è riuscito a portare la Vecchia Brocca in Italia, ma che storia Francesco. Che storia.

Mauro Giuffrè

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2 commenti su “Coppa America cult: il Barone Francesco De Angelis”

  1. So che significa stare in mare e i sacrifici…. Che si è costretti a fare…. Quindi bravi luna rossa e tutto il suo team vecchio e nuovo.
    Forza luna facci sognare…. Portala a casa sta vecchia brocca….

  2. Bravo Mauro, non potevi scrivere meglio di Francesco. Io l’ho conosciuto nel 1987 e vincemmo Campionato Ialiano, Europeo e Mondiale. Siamo stati in barca fino al 1989 quando mi volle a bordo del BRAVA come tattico locale e vincemmo la One Ton Cup. Ci sarebbero molti aneddoti da raccontare, come per esempio quella volta in cui paventai l’effetto del “GIRALUNA” in una regata lunga.
    Francesco e’ un grande Campione, meticoloso nella messa a punto della barca ed anche scaramantico, napoletano con fare anglosassone ha fatto sognare tutta l’Italia ed ha contribuito a far conoscere ed amare lo Sport della Vela.

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