Rinasce Brava, la regina italiana delle Classic IOR capolavoro di Vallicelli

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Brava
Brava dopo il refit

Rinasce una delle barche italiane più famose della storia!  Brava, il capolavoro di Vallicelli, emblema delle Classic IOR, la vincitrice di qualunque regata nel biennio 1982-1983 –compresa una Fasnet. E ora rivive la sua gloria grazie ad un armatore (e grande velista) olandese. Ecco la storia di questa rinascita.

Rinasce il Brava, la barca italiana più famosa dello IOR

Nel 1980 Pasquale Landolfi (icona dell’offshore e della nautica italiana) fece disegnare a Vallicelli il Brava, barca inizialmente sotto-performante ma destinata a diventare un’emblema del genio del suo architetto, uno scafo destinato alla leggenda. Ma, come tante barche, è poi caduta nel dimenticatoio. Fino a inizio 2023, se non altro, quando, dopo averla scoperta in vendita, ve ne avevamo nuovamente raccontato storia e successi (se volete leggere la storia del Brava, la trovate qui). Ora, a poco meno di un anno di distanza, scopriamo che Brava sta bene e, anzi, è tornata alla sua vecchia gloria, mantenuta al 100% così come fu in origine, senza trasformazioni da crociera, senza rollafiocco… insomma, originale, così come era ed è giusto che sia. E il merito è di Edwin Visser, grande velista olandese nonché grande appassionato di IOR.

Brava
Brava

La rinascita grazie a un armatore olandese

Chi è Edwin Visser? In poche parole, un “signor velista”, un appassionato di IOR e il nuovo armatore del Brava. Abbiamo parlato con lui al telefono dopo che ci ha scritto per raccontarci del suo acquisto, mandandocene le foto post-refit. Del resto, aveva letto anche lui del Brava sulle nostre pagine e ha pensato di condividere con il pubblico italiano il restauro di questa icona. Ma dire solo che Visser sia il nuovo armatore del Brava è un po’ riduttivo. Edwin Visser, sebbene non lo sottolinei lui stesso, è parte di una famiglia di velisti “veri”, sua sorella, Tanja Visser, fu sul mitico Maiden nella Whitbread Round the World Race 1989/1990 e lui stesso partecipò a quella stessa Whitbread, velaio e prodiere su Equity & Law II. Insomma, in famiglia di barche qualcosa ne sanno… Ma perché comprare Brava?

Maiden, per coloro che non la conoscessero ancora, un’altra icona assoluta

“Da bambino ero innamorato delle barche da regata –ci racconta– la vela era una cosa di famiglia e io ero ossessionato dai buoni vecchi IOR. Ne tagliavo le foto via dalle riviste, per tenerle appese o appiccicate. La foto del Brava era la mia preferita su tutte. Fu a quel tempo che mio padre comprò Marionette VII, un two-tonner di Ron Holland che aveva partecipato alla Admiral’s Cup. Così conobbi davvero gli IOR, ci sono cresciuto sopra.”

E ora ha Brava.

Brava
Brava nell’iconica foto di Borlenghi; Alassio; 1980

In realtà Edwin aveva già una barca, un Moody 54 piedi da crociera, ma appena iniziò a vedere annunci relativi la vendita del Brava qualcosa in lui si mosse. Nel frattempo, la scoperta: il broker a cui era affidata la vendita era quello stesso broker da cui suo padre comprò Marionette VII. Si trattava infatti di Colin Sinclair, nientemeno che lo storico navigatore del Brava durante l’Admiral’s Cup e la Fasnet del 1983! Presto fatto, una lettera viene inviata, racconto della passione di Edwin per questo Vallicelli, e il resto è storia, il suo 44 piedi venduto e Brava acquistata con un piano ben preciso in mente: mantenerla fedele al progetto originale, usarla per farci scuola vela con i giovani e, dulcis in fundo, riunirne il vecchio equipaggio, per averli ancora tutti a bordo insieme. Un sogno.

Brava
Brava oggi

Rinasce il Brava: il Refit

Al momento del suo acquisto Brava era in Svezia, a circa 60 km da un luogo in cui si potesse varare.  L’armatore precedente a Edwin, Svan Hjelte, l’aveva sempre trattata come una figlia, comprata nel 1984 e poi venduta, solo per ricomprarla indietro per ben 3 volte, ogni qual volta l’avesse vista mal manutenuta o in cattivo stato. Ma Hjelte è venuto a mancare anni fa, e con lui qualcuno che accudisse Brava così come sarebbe dovuto essere. Le condizioni, quindi, non erano delle migliori. Così, spostata via terra, Brava è stata portata fino al mare e alberata. Il trasferimento verso l’Olanda non poteva che avvenire via mare. Batterie e cablaggi erano marci, il tempo li aveva consumati. Questa sostituzione è stata l’unico step a precedere il viaggio, poi il cantiere. Un viaggio di 3 giorni che ha fatto scoprire tante cose.

Brava poco prima del varo successivo al refit

Scafo e costruzioni erano qualitativamente al top. Lo sottolinea Edwin stesso. Certo, un paio di crepe qui è là sono state riparate in fase di refit, ma a livello progettuale e costruttivo era ineccepibile. Il rigging meno, così come il baby-stay (perso nella traversata), i legni le luci e tutta l’elettronica, oltre alle componenti idrauliche, completamente andate. Tutto è stato oggetto di un importante refit, 3 mesi in capannone, per tornare agli albori.

Manovre correnti e fisse sono ora nuove, i winch tutti restaurati, gli interni mantenuti come da progetto, ma a loro volta interamente restaurati, impianti e componenti idrauliche rimesse a nuovo, tutte le pompe e i passauomo rifatti. Brava è ora una barca nuova, ma fedele in ogni aspetto a quella che fu. Persino le vele, 36 diverse, sono come dovevano essere, anche in termini di armo, come a prua, tutt’ora su garrocci. Nessun furler, niente. Gennaker meno che mai, del resto hanno ben 12 spinnaker in magazzino…

Insomma, un’operazione che non solo le ha donato nuova vita, ma che ne regalerà altrettanta, diventando ora una barca aperta anche alla didattica, per fare scuola e tramandare la passione.

Brava oggi

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3 commenti su “Rinasce Brava, la regina italiana delle Classic IOR capolavoro di Vallicelli”

  1. Bravi voi e bravo il nuovo armatore di BRAVA.
    Se potete mettermi in contatto con lui ne sarei grato, io ho corso due stagioni su BRAVA One Tonner nel 1989 e 1990 ed ho qualche ricordo.
    Complimenti ancora e saluti
    Raimondo Cappa

    1. Grande barca e grande armatore.
      Ammiro la capacitá di aver realizzato il refitting in soli tre mesi. Io sto riportando a nuovo LSD (progetto Vallicelli realizzato in mogano da Galetti nel 1980) e non basteranno 8 mesi! In Italia non si trovano piú artigiani.
      Al termine del refitting vi manderò qualche foto e vi racconteró la mia esperienza.

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