I Sinner della vela si chiamano Gradoni, Beccaria e Tita-Banti

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Anche la vela italiana ha i suoi Jannik SInner: Marco Gradoni, Ambrogio Beccaria, Ruggero Tita e Caterina Banti. Vi spieghiamo perché

Quando in un movimento sportivo nazionale emerge un campione di livello mondiale, succede spesso che questo faccia da traino per l’intera disciplina, e aumentano così gli appassionati che la seguono, la praticano o ne parlano. Il caso di Jannik Sinner di questi giorni è emblematico, l’Italia torna ad avere un grandissimo campione di tennis, forse come mai ne ha avuti, e tantissime persone ritornano ad appassionarsi a questo sport.

I tre Sinner della vela italiana

Nel mondo della vela, dove la copertura televisiva degli eventi sfortunatamente è scarsa, questo processo è più complesso da innescare, ma non c’è dubbio che oggi il movimento italiano abbia il suo Sinner o meglio, secondo noi ne abbia anche più di uno, magari tre. Marco Gradoni può essere il Sinner della Coppa America, Ruggero Tita e Caterina Banti quelli delle classi olimpiche (e perché no, anche in Coppa), Ambrogio Beccaria per la vela oceanica.

Si tratta ovviamente di un paralellismo per gioco, ma il concetto di fondo è come sportivi di altissimo livello possano essere uno stimolo e fungere d’ispirazione per i più giovani o per avvicinare nuovo pubblico.

Marco Gradoni il ragazzo d’oro della vela italiana

Marco Gradoni a bordo dell’AC 40 Luna Rossa.

Marco Gradoni a 20 anni è uno dei timonieri di Luna Rossa, ha vinto tre mondiali Optimist ed è stato insignito del premio di Velista dell’anno Rolex, il riconoscimento più importante al mondo. Siamo sicuri che in giro per l’Italia ci saranno tanti giovani optimisti o che si stanno avvicinando alla vela su altre derive, che sognano di potere fare la sua stessa strada. Proprio come è avvenuto per Sinner, la famiglia di Marco Gradoni gli è stata sempre vicina e lo ha supportato nella sua crescita sportiva, umana e professionale.

Ambrogio Beccaria il cannibale

Ambrogio Beccaria adesso è un trentenne, ma anche lui ha iniziato giovanissimo, e si è fatto da zero partendo da un Mini 650 semi distrutto. Con talento, idee, e scegliendo anche le sfide giuste a cui dedicarsi, ha già vinto una Mini Transat, una Jacques Vabre in Class 40 e secondo a una Route du Rhum, ha attraversato l’Atlantico in regata numerose volte e adesso e alla guida di un progetto come Allagrande Pirelli, con uno sguardo verso il futuro dove lo vedremo su un’Imoca 60.

Anche qui siamo sicuri che ci saranno tanti sognatori, magari con un piccolo vecchio Mini, che si stanno ispirando al suo percorso.

Tita-Banti gli implacabili

Ruggero Tita e Caterina Banti

Il sogno olimpico è una strada che a volte sembra impossibile, eppure Ruggero Tita e Caterina Banti ce l’hanno fatta a vincere quell’oro che per l’Italia mancava da tantissimo tempo. Si sono reinventati dopo esperienze passate con compagni diversi e su barche diverse, e hanno avuto la capacità di reggere alla pressione enorme che forse solo le Olimpiadi nel mondo dello sport sanno dare. Costanza, fatica, dedizione totale e disciplina, questo sono i due ori olimpici del Nacra 17 azzurro. Quale migliore fonte d’ispirazione?

In una società che a volte sembra avere perso i propri modelli di riferimento, gli sportivi e le loro imprese possono essere una delle ultime fonti di ispirazione. Viva i Sinner della vela allora.

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