Trofeo Jules Verne, storia di un mito: da Phileas Fogg a Joyon (aspettando Soldini)
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In principio fu Phileas Fogg, nobile londinese protagonista de Il giro del Mondo in 80 giorni di Jules Verne, a immaginare di compiere, per una scommessa di 20.000 sterline, la circumnavigazione del globo nel modo più veloce possibile e con qualsiasi mezzo a disposizione.
Chissà cosa ne penserebbe l’elegante gentiluomo residente in Saville Row, se potesse sentire che oggi il giro del mondo si fa anche in 40 giorni ed esclusivamente a vela, lui che aveva usato ogni mezzo, dal treno ai battelli a vapore, per riuscire a tornare al Reform Club in tempo e incassare la scommessa. E chissà che ne direbbe venendo a sapere che presto a provarci ci sarà un monoscafo full foiling presumibilmente rosso fiammante, griffato Ferrari, capitanato da Giovanni Soldini.
L’uomo ha avuto da sempre un rapporto particolare con il tempo: ha cercato di controllarlo, organizzarlo, e non contento ha cercato anche di sfidarlo. In moltissime discipline sportive uno dei fattori principali è rappresentato dal cronometro, ancora il tempo che scorre. E così non fa eccezione la vela, che con il suo sviluppo tecnologico e professionale ha finito per creare una nuova categoria nel suo mondo quella dei record. Dagli anni ’90 la massima vetta dei record a vela ha un solo nome: Il Trofeo Jules Verne.
Trofeo Jules Verne – Le origini
Nel 1990 su iniziativa del navigatore francese Olivier de Kersauson, nacque l’associazione “Tour du monde en 80 jours”, una sorta di comitato fondatore della sfida di cui tra gli altri fanno parte Peter Blake, Robin Knox-Johnston, Titouan Lamazou, Bruno Peyron e altri pionieri della vela oceanica dell’epoca. L’obiettivo era quello di lanciare il Trofeo più estremo che ci fosse nel mondo della vela oceanica: ovvero circumnavigare la terra con qualsiasi mezzo immaginabile ma a una sola condizione, che questo navighi a vela. Nel 1992 la sfida viene presentata ufficialmente allo Yacht Club de France, e i primi tentativi iniziano l’anno successivo.
La linea di partenza del Trofeo Jules Verne è idealmente posizionata tra il Faro di Creac’h a Oussant, in Francia, e Lizard Point in Inghilterra. La rotta ortodromica più breve, passando per i capi di Buona Speranza, leeuwin e Horn, ritornando poi al punto di partenza, è di 21.600, la distanza da compiere per conquistare il jules verne.
In circa 30 anni di storia sono stati 27 i tentativi partiti, ma solo 9 hanno centrato il record, due lo hanno mancato per poco, e tutti gli altri si sono ritirati per avarie di vario genere. I mezzi impiegati per i tentativi del Jules Verne sono sempre stati piuttosto “estremi”, sempre multiscafi.
Il primo a riuscirci fu Bruno Peyron, e per oltre 10 anni furono gli stessi fondatori del record ad alternarsi alla conquista: oltre a Peyron, due volte, ci riuscirono anche Olivier de Kersauson e Peter Blake. Quest’ultimo non era ancora Sir, ma con il record del catamarano Enza New Zealand iniziava a scrivere la storia del suo mito.
Trofeo Jules Verne – Chi sono i più veloci
Oggi i mezzi più veloci a vela, gli unici che attualmente tentano il record del Jules Verne, sono i Trimarani Ultim lunghi 32 metri, capaci di fare anche più di 800 miglia in 24 ore. Il detentore del Trofeo Jules Verne è Francis Joyon, che con il trimarano Idec Sport e 6 persone d’equipaggio, è riuscito nel 2017 a compiere il giro del mondo in 40 giorni, 23 ore, 30 minuti e 30 secondi, a 26,90 nodi di media. Nello stesso anno Francçois Gabart stabilisce il riferimento invece per i solitari: con il trimarano Macif conclude il giro in 42 giorni, 16 ore, 40 minuti e 35 secondi.
Se la futura Ferrari a vela di Soldini sarà pensata, come sembra, per un’impresa di questo genere, l’obiettivo è già chiaro: il muro dei 40 giorni.
Mauro Giuffrè
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