Don McIntyre, inventore della Ocean Globe Race: l’estremista dell’avventura
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Don McIntyre (65 anni)
Ok, mettiamo un attimo da parte la querelle tra Vittorio Malingri e l’organizzazione dell’Ocean Globe Race. Ognuno scelga da che parte stare. Soffermiamoci però un attimo sulla figura di Don McIntyre, inventore di questa regata, “l’oceanico del momento” e soprattutto eccentrico e vulcanico avventuriero.
Don McIntyre, australiano puro
Sintetizzare la sua vita in poche righe è impossibile. Di certo è un vero Aussie. Scordatevi il mondo dei bei circoli velici europei e della East Cost americana. Niente blazer blu, pantaloni bianchi, bottoni con le ancore. Per Don la parola d’ordine è avventura, avventura vera. “Upsidedownland”, Australia: la terra a testa in giù, lì tutto è diverso e da quelle parti la vita può ancora essere veramente selvaggia.
Don McIntyre = avventura. A modo suo
Don McIntyre, 65 anni, ha portato la sua visione “al contrario” nel mondo delle competizioni a vela intorno al globo e ha sconvolto le regole del gioco. Le sue regate vintage e dal budget “umano” sanno far sognare tutti, mettono in gioco non solo chi è un professionista o ha alle spalle un ricco sponsor. Impossibile non innamorarsi dell’idea: l’immedesimazione, per chi almeno una volta nella vita ha provato a navigare a vela, è immediata
“Toghether Alone”
Prima di parlare di altre regate, “sfogliando” tra le infinite imprese di Don McIntyre, non può non colpire il suo “Together Alone”. “Da soli insieme” , protagonisti lui e la moglie Margie:
Per quanto tempo? Un anno.
Dove? A Cape Denison, forse il posto più selvaggio dell’Antartide.
Quando? Nel 1995, per festeggiare i quarant’anni di Don.
Come? Arrivandoci in barca a vela (Spirit of Sydney, un 18 metri in alluminio con cui Don partecipò nell’86 al BOC Challange Race e che tuttora naviga in spedizioni antartiche) per poi montare una mini abitazione prefabbricata da 4 x 3,6 m di grandezza
Guardare il video rende molto bene l’idea del personaggio: scena madre Margie che piange quando, alla fine dell’inverno antartico, dopo 20 giorni di totale buio e isolamento, rivede un pallido sole e un pinguino compare all’orizzonte.
Una visone estrema dell’avventura, quella di Don, che gli valse da parte dell’Australian Geographic Society la medaglia d’oro per “L’impresa dell’anno”.
Il BOC Challenge
Ripercorrendo velocemente la sua vita: dopo studi artistici e un’inizio lavorativo come fotografo, Don nel 1983 a Sydney inizia un’attività come importatore e venditore di attrezzatura nautica. In quegli anni comincia anche a preparare la sua partecipazione al BOC Challenge, il giro del mondo in solitaria a tappe e nell’edizione del 1992 si classifica secondo (nel 1998 la regata venne ribattezzata Around Alone e vinta da Giovanni Soldini su Fila, nell’edizione del 2002 Simone Bianchetti arrivò terzo su Tiscali). Sempre negli anni ’90 organizza le sue prime esplorazione antartiche e intorno al mondo per poi farne un’attività professionale.
Don McIntyre come il Comandante Bligh?
Tra le sue avventure va ricordata sicuramente nel nel 2009 la “Talisker Bounty”, l’idea era ripercorrere l’esperienza del comandante William Bligh, quello – dovendo sintetizzare al massimo – degli “Ammutinati del Bounty”. Nel 1789, destituito dal suo equipaggio, insieme ad altri 18 marinai Bligh sopravvisse ad una navigazione nel Pacifico di 48 giorni e circa 4.000 miglia da Tofua a Tonga. Un’epica impresa, considerata una delle più estreme della storia della navigazione (in sostanza abbandonarli in quel modo voleva essere una condanna di morte).
McIntyre insieme ad altri due compagni d’avventura ha voluto rivivere l’esperienza su una barca scoperta di 7,3 metri di lunghezza ricostruita sul modello delle lance dei balenieri del ‘700. A bordo acqua per 15 giorni, poco cibo (ma lenze e coltelli) niente carte nautiche. “Abbiamo visto la morte in faccia – ha raccontato l’australiano – ci siamo capovolti quattro volte“. Lo stesso McIntyre ha perso 18 kg durante il viaggio, durato alla fine tre ore in più di quelle del Capitano Bligh.
Le regate old style
Nel 2018 McIntyre si inventa la Golden Globe Race, il primo giro del mondo non stop a vela “vintage” in solitario, poi vinto da Jean -Luc Van den Heede nel 2019. Dopo la seconda edizione del 2022, vinta dalla sudafricana Kirsten Neuschafer (prima donna ad imporsi in una regata in solitaria intorno al mondo) la prossima partirà nel 2026: delle 30 iscrizioni possibili 21 sono già state prenotate.
La Ocean Globe Race è cronaca di oggi, nata per recuperare lo spirito della prima Whitebread del 1973: qui il giro del mondo è in equipaggio e a tappe ma sempre senza ausili tecnologici, con gli stessi strumenti a disposizione nel i973 (con, come emerso con il caso dello Swan 65 Translated9, tutta la complicata giungla di regole, controlli e interpretazioni che ne possono derivare).
Anche i Mini in versione McIntyre
Nel 2018 McIntyre ha creato la Globe 5,80 Mini One Design, ovvero un classe monotipo super economica con scafi in compensato marino e piani di costruzione in vendita sul sito della classe a 300 Euro (tempi di costruzione previsti in 550 ore in due persone). E se la Mini Globe Race (giro del mondo) partirà a ottobre dell’anno prossimo, la prima barca di questa classe è stata varata nel 2021 e si sono già disputate due edizioni della 5,80 Solo Transat, da Lanzarote ad Antigua (nell’edizione del 20121 lo stesso McIntyre ha vinto nella categoria Senior).
Avventura, purché pura
Altre pillole della irrefrenabile voglia di corse estreme di Don McIntyre ? Ad esempio la passione per i rally, nel 2005 ha preso parte insieme alla moglie al Targa Tasmania su una Peugeot 206 Gti. In gara con altre 120 auto “modern classic” e arrivò trentesimo con un budget estremamente ridotto. Nel 2007 fece poi, su un minuscolo ultraleggero, il giro dell’Australia, ripercorrendo il percorso del primo volo in Australia.
E se non bastasse nel 2005 lui, sempre in compagnia dell’inseparabile Margie, respinsero a bordo della loro barca un assalto di pirati nelle acque delle Filippine.
Spirito di avventura, coraggio?
Incoscienza, follia?
A voi la sentenza.
Luca Sordelli
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4 commenti su “Don McIntyre, inventore della Ocean Globe Race: l’estremista dell’avventura”
Ho seguito le cronache giornaliere di Mcintyre sulla Ocean Globe Race, ed era impossibile non vedere quanto contrariato fosse dal successo della barca italiana ( translated 9)
Non so se per antipatia verso Vittorio Malingri o un tifo celato per altre imbarcazioni anglosassoni, sta di fatto che nella seconda Leg quando translated era in vantaggio liquidava la cosa con due o tre commenti principalmente sulla loro posizione, per poi soffermarsi su quanto erano bravi gli altri a svincolarsi da bufere e bonaccie. Nelle news del sito, poco entusiasmo per l’arrivo con distacco della Crew di Malingri ed enfasi sui quarti o quinti o ultimi, con tanto di squilli di fanfare. E come regalino di Natale una bella penalizzazione di 172 punti alla barca italiana.Tanto valeva trovare qualche cavillo dal suo tomo di regole costruite ad hoc per non fare neppure partire gli italiani. Ha fatto bene Vittorio a mollare il baraccone che l’australiano ha montato per gonfiare ulteriormente il suo ego e di chi li da corda genuflettendosi ad ogni suo capriccio qualche italiano compreso.
Buon Vento Gonfiato Mr.Mcintyre.
Ho seguito le cronache giornaliere di Mcintyre sulla Ocean Globe Race, ed era impossibile non vedere quanto contrariato fosse dal successo della barca italiana ( translated 9)
Non so se per antipatia verso Vittorio Malingri o un tifo celato per altre imbarcazioni anglosassoni, sta di fatto che nella seconda Leg quando translated era in vantaggio liquidava la cosa con due o tre commenti principalmente sulla loro posizione, per poi soffermarsi su quanto erano bravi gli altri a svincolarsi da bufere e bonaccie. Nelle news del sito, poco entusiasmo per l’arrivo con distacco della Crew di Malingri ed enfasi sui quarti o quinti o ultimi, con tanto di squilli di fanfare. E come regalino di Natale una bella penalizzazione di 172 punti alla barca italiana.Tanto valeva trovare qualche cavillo dal suo tomo di regole costruite ad hoc per non fare neppure partire gli italiani. Ha fatto bene Vittorio a mollare il baraccone che l’australiano ha montato per gonfiare ulteriormente il suo ego e di chi li da corda genuflettendosi ad ogni suo capriccio qualche italiano compreso.
Buon Vento Gonfiato Mr.Mcintyre.
Condivido il commento di Mario B
ompressi …già a suo tempo nella Boc vinta da Soldini rosica molto…… figuriamoci se una regata sotto il suo patrocinio può vedere Francesi ed Italiani prevalere .
Il suo swan 57 ultimo e ritardatario è classificato ora al secondo posto in tutte le graduatorie???
Giocare con regolamenti cervellotici e mutevoli deve essere la sua tecnica.
Resta il sotterfugio di Vittorio non opportuno in un così chiuso circolo di chiacchiere british.
Sicuramente la vittoria aspetta le “polite british girl “pupille della Edwars avventuriera a sua volta…….
Sono d’accordo, pazzesco l’atteggiamento nei confronti di malingri. menomale che almeno tre italiani hanno asfaltato i francesi, inglesi e americani nella jaque vabre e mini transat.