Interni barca. Meglio così o così? Quattro soluzioni a confronto
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Sebbene siano sempre di più i cantieri che vi offrono dei “pacchetti” di allestimento interno quando state scegliendo una barca di serie, la lista di soluzioni optional resta lunga e articolata. Attenzione, perché una scelta operata di fretta e senza davvero tenere conto di come userete la vostra barca potrebbe incidere sulla sua vivibilità.
Interni barca – Quattro domande a cui rispondere
Come scegliere l’essenza di legno giusta? Frigo a pozzetto o ad apertura verticale, in stile casalingo? E ancora: la cabina armatoriale la volete a prua o a poppa? Quale configurazione di cucina preferite? A tutte queste domande diamo una risposta in questo articolo, con “pro” e “contro” di ciascuna soluzione.
Interni barca – Legni chiari o legni scuri?
L’ampiezza degli interni di una barca non è solo questione di centimetri, ma anche di atmosfera. E i legni chiari con cui sono realizzati oggi sia il mobilio che le paratie contribuiscono a dare più luminosità e di conseguenza ad ampliare visivamente gli spazi. Così l’acero, il frassino, il rovere e il ciliegio, oltre a tutte quelle essenze esotiche dalla tonalità chiara, hanno finito per sostituire i classici e “obsoleti” mogani o il teak, per decenni gli unici legni utilizzati all’interno.
Ben venga questa tendenza consolidata da anni, a patto però di fare attenzione alla luce che filtra da boccaporti e oblò. Queste essenze tendono infatti a scurirsi dove sono investite dai raggi solari, lasciando in quella zona una macchia di colore più scuro. Meglio pertanto ricordarsi di tirare le tendine quando si lascia per lungo tempo la barca all’ormeggio. Lo stesso difetto può essere causato dall’umidità. Basta un graffio che rimuove la vernice ed ecco che in quel punto si forma un alone indelebile.
Frigo ad apertura a pozzetto o verticale?
Un tempo sconosciuto nelle barche a vela, il frigo con apertura verticale (per intenderci simile a quello che abbiamo in casa) ha dalla sua la praticità di reperire con facilità gli alimenti stivati al suo interno. Per il resto, le sue caratteristiche sono solo difetti. Ogni qual volta lo si apre, il freddo fuoriesce costringendo il compressore a riattivarsi per ristabilire la giusta temperatura.
Cosa che non succede con il frigo a pozzetto, in quanto l’aria fredda che è più pesante di quella dell’ambiente esterno tende a depositarsi in basso. Se il frigo a pozzetto viene poi installato a murata (anziché per baglio), quando si apre il portello navigando in bolina con la barca sbandata sul lato opposto, tutto il contenuto rotolerà sul pagliolato.
Una ottima soluzione di compromesso, adottata da diversi cantieri, è quella di dotare il frigo di entrambe le aperture: in questo modo, quando capita di dover cercare qualche alimento stivato sul fondo della cella, si può aprire il portello verticale. Ma, attenzione: solo in questi casi. Altrimenti i consumi elettrici lieviteranno.
Interni barca – Cucina a murata o a L?
Il fatto che alcuni cantieri, sullo stesso modello, propongano una o l’altra soluzione la dice lunga sull’importanza che assume il locale cucina in una barca da crociera. Importanza che non si limita alle due diverse modalità di utilizzo del mezzo, ovvero di chi naviga a lungo raggio e chi viceversa fa brevi spostamenti e soste giornaliere in rada o nei marina. Come noto la cucina a L è infatti più indicata ai primi, mentre quella a murata è più comoda per i secondi.
E vedremo poi il perché. Ma adottare una o l’altra soluzione in realtà consente ai progettisti di modulare diversamente la ripartizione degli interni. Occupare per intero la murata in corrispondenza del quadrato, anziché parte dello spazio per baglio ai piedi della scala, influisce sulla forma (e quindi sulla funzione) degli altri locali, dal carteggio alla dinette, dal bagno alle cabine. E di questo è bene tener conto nell’analisi della barca che si vuole acquistare.
Entrando nello specifico delle caratteristiche peculiari delle due soluzioni, va detto che la cucina a L (e ancor meglio quella a C) ha il vantaggio di presentare una doppia sponda di contenimento e di appoggio per il corpo, molto utile quando si naviga. Dotandola della cinghia da passare dietro la schiena, si può lavorare in tutta tranquillità anche con mare formato e sotto sbandamento, tanto più che la forma a L comporta pochi movimenti per spostarsi da un piano all’altro. Inoltre chi è ai fornelli non ostruisce il corridoio di passaggio prua-poppa.
Ma soprattutto il lavello si trova disposto per baglio e non a murata, il che significa che salvo errori nel posizionamento dello scarico, l’acqua defluisce anche a barca sbandata così come non entra quella di mare. A favore della cucina a murata, che non a caso ricorda la classica soluzione domestica, l’ampiezza dei piani di lavoro e la maggiore dotazione di stipetti, conseguente all’assenza dell’angolo morto della cucina L.
Cabina armatoriale a prua o a poppa?
La posizione della cabina armatoriale è una delle questioni esiziali nella scelta della barca. Almeno in parte influenza infatti l’utilizzo del mezzo, dimostrandosi più indicata alla vita in porto o in rada o viceversa alla navigazione. Generalmente, in quelle con pozzetto centrale, l’armatoriale viene a trovarsi a poppa, mentre nelle barche con pozzetto poppiero la sua posizione è a estrema prua.
In realtà, questa suddivisione ha alcune eccezioni: ad esempio, lo schema inventato dalla Nautor con gli Swan che prevedeva l’armatoriale a poppa pur in presenza del pozzetto poppiero. Vediamo allora quali sono i punti di forza e i limiti di ciascuna soluzione.
La cabina armatoriale a prua è la più fresca, il boccaporto è infatti di grandi dimensioni e spesso la sua apertura è orientata verso prua, ovverosia verso la direzione da cui proviene il vento quando la barca è alla ruota. Inoltre le fonti principali di calore, come il motore e gli impianti, si trovano a una certa distanza. La qual cosa offre l’ulteriore vantaggio di una maggiore silenziosità, a cui contribuisce anche la lontananza dal pozzetto, zona deputata alla chiacchiera degli ospiti che amano tirar tardi la sera.
Per contro, salvo incrementare il suo sviluppo in lunghezza, i volumi sono un po’ castigati così come le dimensioni delle cuccette, in particolare di quelle a V che sono spesso molto strette all’altezza dei piedi. Ma forse il maggior limite di questa soluzione è la scomodità in navigazione: dormire a prua, soprattutto navigando in bolina con mare formato, è di fatto impossibile per via del beccheggio accentuato.
Quest’ultimo aspetto è viceversa il punto di forza dell’armatoriale posta a poppa, dove i movimenti della barca sono molto più dolci al pari del rumore generato dalle onde. E dove è possibile lasciare l’oblò sottovento aperto per garantirsi quel minimo necessario di ventilazione.
- Leggi anche: dubbi sull’albero della tua barca? Ti aiutiamo noi
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1 commento su “Interni barca. Meglio così o così? Quattro soluzioni a confronto”
Ottimo articolo. Grazie