“Nostro figlio Elia è da solo in Atlantico senza autopilota. E siamo orgogliosi di lui”

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Elia Favaro a bordo del suo Van De Stadt 34 (10,25 x 3,30 m) Coconut

C’è un ragazzo veneto di 30 anni, in mezzo all’oceano, da solo, a bordo di un Van De Stadt 34 10,25 m) in acciaio del 1987 che ha messo a posto con le sue mani. Sta compiendo la traversata atlantica in solitario semplicemente perché era il suo sogno. Si chiama Elia Favaro, è salpato da Mindelo (Capo Verde) e la sua avventura non è delle più semplici perché ora si trova, a circa 500 miglia dalle Barbados, senza pilota automatico a causa di una avaria.

Elia Favaro, da solo in Oceano senza pilota automatico

Nel 2022 Elia Favaro, dopo aver rimesso a posto con le sua mani la barca, è partito con Coconut (questo il nome del Van de Stadt 34) da Caorle e ha navigato lungo le coste italiane e il Mediterraneo, per approdare prima a Murcia, in Spagna, e poi far tappa alle Baleari. Da lì Gibilterra, poi Capo Verde e approdò nei dintorni di Murcia, in Spagna. Con la sua barca, che si chiama Coconut, aveva fatto tappa alle isole Baleari. Poi Cadice, Madeira (dove arriva dopo che era stato dato per disperso), Canarie. Il 3 dicembre è partito da Tenerife, destinazione Barbados. Dopo una sosta tecnica a Capo Verde, ora si trova a circa 500 miglia dalle Barbados, senza pilota.

Ci siamo fatti raccontare la storia di Elia da chi lo conosce meglio e lo ha sempre sostenuto, tra “tuffi al cuore” e orgoglio. I suoi genitori, Andrea Favaro e la moglie Lidia.

Non è facile sapere che tuo figlio è in mezzo al mare, da solo e potenzialmente in balia della natura. Ma una cosa è certa. Sai che è felice.

(E.R.)


I genitori di Elia Favaro: “Noi preoccupati? Si. Fiduciosi? Anche”

Eccoci, siamo Andrea e Lidia, classe 1962, il papà e la mamma di Elia. In molti ci chiedono “ma non siete preoccupati?”.

Sinceramente è una domanda a cui non è semplice dare una risposta ma, come si usa per mare, andiamo per gradi. Io, papà, avevo quindici anni quando ospite a casa di zii per le vacanze estive passavo ore seduto nel porticciolo di Menaggio sul lago di Como e mi divertivo a sentir le cime che sbattevano sugli alberi delle barche, era forse un segno? Con la prima patente nautica arrivata nel 1987 sono nate le nostre prime navigazioni a motore. Si proprio a motore perché in molti ci dicevano “cosa volete prendere la barca a vela che da noi (Caorle) in estate il vento non c’è mai” e prima patente perché la seconda, quella importante veramente, quella senza limiti è arrivata nel 1996.

Sandro e Serena sono amici da sempre e compagni di sventura, ci telefonano un bel giorno di primavera del 1993 dicendoci “abbiamo trovato una barca a vela in vendita, la possiamo vedere in un canale a Caorle”. Andiamo, è un Edel 5 molto ben tenuta, vista, piaciuta, comprata…ed è qui che è nato il tutto.

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Elia al timone nei primi anni ’90

Elia è cresciuto in barca

Il 5 Aprile del 1993 a far da compagnia a sua sorella Gioella di due anni più…Vecchia…si può dire? ( gli altri 2 fratelli Noah e Saffira ci raggiungeranno 10 anni dopo) arriva Elia, da subito imbarcato come non operativo tra i membri dell’equipaggio.

Il primo punto nave di Elia!

Cominciano così le prime navigazioni, veleggiate fuori Caorle, laguna di Venezia, Golfo di Trieste.

Passano gli anni e passiamo ad una barca più vivibile un vecchio Beneteau First 30 del 1981 da noi completamente risistemato con la quale cominciano le prime traversate e le prime crociere in quella che da poco è diventata Croazia. Elia cresce.

Le cose si fanno sempre più “importanti” navigazioni notturne, con mare formato, lunghe traversate con quelli che erano allora gli unici strumenti un GPS della Garmin (si può dire?) che forniva solo il punto in cui ti trovavi. Elia cresce, Gioella aiuta.

Gli anni si susseguono, le barche pure, ed eccoci a navigare nei periodi di vacanza estivi tra Italia, Croazia e Grecia.

Ispirato da Tabarly e da tutti i “miti”

Elia ama il mare, noi tutti amiamo il mare, è parte di lui è parte di noi, naviga e legge molto, manuali tecnici e racconti di mare, Tabarly, Slocum, Sicouri, Malingri, Soldini, Chichester, Cornell e molti altri ma quello che sicuramente lo ha fatto illuminare è stato Bernard Moitessier e così un bel giorno di qualche anno fa conversando a pranzo con papà, mamma, Gioella, Noah e Saffira, suoi amati fratelli, ci dice “vorrei attraversare l’atlantico in solitario”. Allibiti, lo stiamo tutti a guardare.

Elia sui pontili a Mindelo in compagnia di una scimmettia

Con la collaborazione del suo mentore Adriano dalla Nora, noto personaggio, skipper, navigatore oceanico, istruttore di vela riesce nel primo obbiettivo quello di ottenere la patente VM senza limiti… e la patente arriva.

Con la patente arrivano anche i primi trasferimenti di barche nel bacino mediterraneo.

Dopo aver lavorato per una società di charter si fa assumere da una fabbrica della zona e per anni lavora a turni, sabati, domeniche, festivi, di notte, l’impegno è notevole e tutto per far si che il suo sogno si avveri, lui in testa ha quello.

Perché distruggere i sogni di Elia?

Approviamo al 100% tutto quello che ha fatto e sta facendo? Decisamente si, sono le sue scelte alla quale possiamo dare solo dei consigli, perché distruggere i sogni?

Nei primi mesi del 2020, in piena pandemia, ci comunica di voler andare in Croazia a Pomer per vedere una barca in vendita un Van De Stadt 34 in acciaio del 1987, barca che riteniamo essere interessante per “il sogno” di Elia.

Famiglia al completo, tamponi, green pass e via, si parte.

Coconut, il Van de Stadt 34 acquistato da Elia Favaro e dalla sua famiglia

Inge ed Ervin sono due signori tedeschi di 81 anni che dopo aver navigato tutto il Mediterraneo e stanchi di girare hanno deciso di vendere la barca e non chiamiamoli “vecchietti” perché quando arriviamo stanno sabbiando lo scafo, in completa autonomia, forti!

Quattro chiacchiere e l’affare è concluso, barca acquistata a prezzo “di ferro al chilo” si chiama COCONUT.

Inizia il restauro di Coconut

Trasferiamo la barca a Caorle dove Elia, capace di una ottima manualità e conoscenza, comincia il restauro.

Vengono rifatti gli interni, impianto idrico, impianto elettrico, sostituite le finestrature laterali, aggiunto un frigorifero (mancante) sostituito l’avvolgifiocco, controllato il sartiame, tagliando motore, nuova strumentazione, nuove vele, installato un salpa ancora elettrico (mancante) e via dicendo.

Iniziano i test con la collaborazione della sorella Gioella, molto molto attenta a tutti i dettagli, non ultimo il frigo senza una birra!!

Coconut è ok, pronta.

Elia Favaro sull'albero di Coconut
Elia Favaro sull’albero di Coconut

Inizia la navigazione in Mediterraneo

Senza cerimonie, se non una normalissima cena in famiglia alla metà di Giugno del 2021 Elia molla gli ormeggi, a bordo anche la Saffira con la sua amica Silvia.

E’ un susseguirsi di tappe in Italia, con qualche piccolo acciacco al motore, si spegne e scoprono che il problema è una guarnizione in rame che fa passare aria, Rodi Garganico, problema risolto.

Arrivano a Corfù dove vengono sbarcate le due giovani “turiste” e imbarcata una coppia di amici.

Girate le isole Ioniche e sbarcata la coppia Elia parte, in solitario, destinazione Crotone.

Gibilterra!

A seguire, sempre in solitario, stretto di Messina, Eolie, Sicilia, Sardegna, Baleari, costa Spagnola e Gibilterra per una tappa tecnica ed un saluto alle famose scimmie, a bordo tutto ok.

Dopo aver ben calcolato maree, venti e correnti partenza per le famose colonne d’Ercole a bordo tutto bene, fortunatamente nessun problema con gli attacchi delle orche che sembra si divertano con le pale dei timoni a volte arrecando danni importanti alle barche.

Atterra alla fine di Ottobre a Cadice (El puerto de Santa Maria) per l’ultima tappa tecnica e per un saluto a sua sorella Saffira a “El puerto” per uno stage lavorativo, prima della traversata verso Madeira.

“Dove è finito nostro figlio?”

Ci sentiamo telefonicamente e ci conferma la data di partenza per la tratta Cadice Madeira, 09 Novembre 2022 ore 10.30, circa 600 miglia, tempo stimato approssimativo 5 giorni.

I 5 giorni passano, ne passano 6, ne passano 7, non è riuscito ad avere prima della partenza il comunicatore satellitare Inreach della Garmin (è l’unica possibilità di comunicare che abbiamo a costi ridotti) e non abbiamo più sue notizie.

Contattiamo la capitaneria di porto di Funchal e lanciamo il PAN PAN (per chi non lo sapesse segnale di soccorso dove non c’è pericolo di vita) comunicando tutti i dati in nostro possesso.

Veniamo prontamente ricontattati da Cristian, Ufficiale del Comando Generale delle Capitanerie di Porto (Roma) che ci chiede informazioni dettagliate e che subito forniamo. Vengono allertate per competenze territoriali Francia, Portogallo, Marocco, nonché tutte le navi in transito, tutti alla ricerca di una barca a vela di 10 metri, bianca, con fascia rossa.

Alle ore 03.06 del 19 Novembre veniamo contattati da Cristian che ci dice “lo abbiamo trovato sta bene” con le lacrime agli occhi io e Lidia ci alziamo e stappiamo una bottiglia di prosecco.

Vogliamo ringraziare il comando Generale Capitanerie di Porto, l’ufficiale Cristian e tutto il suo staff che ci hanno sempre tenuti aggiornati, giorno e notte, sull’evolversi della situazione in modo professionale ma soprattutto “umano” Grazie di cuore.

Solo all’arrivo di Elia a Madeira abbiamo saputo che aveva rotto il pilota automatico ed era stato al timone per tutto il tempo della sua prima breve traversata oceanica in solitario.

Siamo preoccupati? Certo che sì e come non esserlo? Naviga in solitario e se dovesse succedere qualcosa diventerebbe tutto più difficile, non hai nessuno che ti può aiutare…ma siamo anche fiduciosi.

Dopo una breve tappa a Madeira dove con l’amico Mattia ha vissuto le bellezze dell’isola, un saluto, e partenza con tappa ad Arrecife sull’isola di Lanzarote.

A Gennaio 2023, dopo aver lasciato Coconut a Lanzarote rientra in Italia e trova lavoro stagionale come primo marinaio in una barca a vela privata…bisogna far cassa per proseguire con l’avventura.

Ottobre 2023, felice ritorno a Lanzarote dove, con la collaborazione della mamma del papà e dei meccanici del luogo viene preparata la barca per la traversata.

Partito da Lanzarote ha toccato Fuerteventura, Gran Canaria ed è approdato a Santa Cruz de Tenerife.

La traversata atlantica in solitario

Il giorno 3 Dicembre, dopo aver fatto cambusa e salutato gli amici, è partito da Tenerife con destinazione Barbados, traversata atlantica in solitario passando nella zona di Capo Verde per cercare i venti migliori.

A 80 miglia da Capo Verde ha sentito un colpo sordo, metallico, ha visto rompersi una delle sartie basse, subito ammainate le vele ha acceso il motore per raggiungere Mindelo per le riparazioni, fosse successo in mezzo all’Atlantico, in solitario…meglio non pensarci.

“Mi sono cagato addosso!”

Una volta a terra, sentito telefonicamente ci racconterà di una avventura notturna: “stavo in pozzetto ho sentito un colpo incredibile, forte, non capivo cos’era poi ho visto, un grosso pesce volante si è schiantato sullo sprayhood ( la cappottina che protegge dagli spruzzi)…mi sono cagato addosso” le sue parole.

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Dove si trova ora Elia Favaro (10 gennaio 2024)

Destinazione Barbados (senza pilota)

Finalmente, dopo le riparazioni, il 23 Dicembre alle 10.30 la partenza da Mindelo con rotta Barbados.

Ora, nel momento in cui stiamo scrivendo, è a circa 500 miglia da Barbados.

Il morale è alto anche se deve timonare per 17 ore al giorno perché si è rotta la centralina e non ha più il pilota automatico, certo si va avanti ma con medie molto più basse e con più difficoltà “ma così è più avventuroso” dice Elia.

Allora, “Bravo Elia”, anzi non sta a noi dirlo…”Forza Elia” il sogno si è avverato!

Il futuro…si vedrà.

Un abbraccio, il papà la mamma e i tuoi fratelli.


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10 commenti su ““Nostro figlio Elia è da solo in Atlantico senza autopilota. E siamo orgogliosi di lui””

  1. Non esistono solo le regate con le super barche e con i super sponsor.
    Esistono anche le persone con poco o niente ma con tanta buona volontà.
    Bravo bravo bravo Elia

  2. Da zio sono proprio orgogliosissimo di mio nipote Elia! Diciamo che la famiglia al completO ha il DNA avventura nel sangue! Bravo Elia!!

  3. Bravissimo Elia!
    Mio marito ed io abbiamo vissuto le stesse emozioni dei genitori di Elia nel 2008.
    Nostro figlio Fabrizio è appassionato da sempre di navigazione e barche.
    E’ partito dalla Sardegna a novembre 2008 con la sorella per attraversare l’atlantico su un vecchio Karaté senza accorgimenti “moderni”. Sono arrivati a Tinidad e Tobago in marzo 2009, via le Canarie, Capo Verde, Barbados dove ha lasciato la barca “Point d’interrogation”. L’anno successivo è tornato per recuperarla e proseguire attraverso le Piccole Antille fino in Martinica.
    In seguito, ha fatto diverse traversate con varie barche a vela per piacere e lavoro.
    Oramai, la sua passione è diventato il suo mestiere! …e non solo. A 47 anni vorrebbe partecipare alla prossima minitransat.
    Siamo orgogliosissimo di lui!

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