Base randa: a cosa serve e come regolarla, ma occhio alle eccezioni
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A bordo di una barca a vela ogni singola cima serve per una manovra, e tra quelle più note c’è senz’altro la base della randa, una delle prime che impariamo a gestire. A cosa è utile però di preciso la regolazione della base randa e come/quando dobbiamo utilizzarla?
Banalmente si potrebbe pensare che la cima che regola la base della randa serva a tenere il punto di scotta della vela solidale al boma, in realtà non è questa la funzione di questa manovra. La ragione infatti per la quale abbiamo una cima che regola la base è quella di modificare la forma della vela, ovvero il suo grasso.
La regola è abbastanza intuitiva: più il vento è intenso più la base va tesata, e viceversa. Attenzione però a non esagerare soprattutto con poco vento, perché esistono delle eccezioni alla teoria. Se infatti con 4-5 nodi di vento teniamo la base della randa eccessivamente lasca con la vela che assumerà un profilo molto profondo, rischiamo di avere una randa con una forma poco aerodinamica, come spieghiamo tra poco.
Bisogna infatti trovare la misura giusta soprattutto nella regolazione con vento leggero. A tale scopo può essere utile segnare con del nastro, sul boma, la posizione della bugna nelle varie condizioni di vento, non appena siamo soddisfatti della regolazione ottenuta, in modo da avere un riferimento per le uscite successive.
Base della randa – Come regolarla con pochissimo vento
Quando il vento è leggerissimo, diciamo inferiore ai 6-7 nodi o anche meno, l’intuito suggerirebbe di tenere la base randa il più lascata possibile, in realtà in questi casi va scelta una regolazione contro intuitiva. Con brezza leggerissima una vela eccessivamente profonda, con base molto lascata, tenderà a non scaricare bene l’aria che cattura.
Non stupiamoci quindi, soprattutto sulle barche da regata, se vedremo dei randisti esperti tenere la base con una tensione quasi simile (appena più morbida) a quella degli 8-10 nodi anche quando di vento ce n’è la metà, la ragione è quella appena descritta, quella di offrire al vento un profilo aerodinamico ed efficente, che risulterà più performante.
In generale, fatta salva questa eccezione, vale la regola che con brezza la vela debba avere una maggiore profondità rispetto a quella che avrà con vento forte dove andremo a smagrire pesantemente il profilo, e non lo faremo solo con la base ma anche con la drizza e il paterazzo, il vang e le sartie alte nel caso di un armo con crocetta acquartierate.
Mauro Giuffrè
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2 commenti su “Base randa: a cosa serve e come regolarla, ma occhio alle eccezioni”
Condivido appieno, non bisogna esagerare con le tensioni con il pericolo del vento che cambia repentinamente…
C’i sono due grandi preziosi assenti: 1) il profilo della randa, che deve avere precisi requisiti geometrici, a cui corrispondono altrettanti precisi parametri aerodinamici, da cui le prestazioni della barca. 2) l’incidenza: al variare di questa, variano i parametri aerodinamici.
Testo articolo”Con brezza leggerissima una vela eccessivamente profonda, con base molto lascata, tenderà a non scaricare bene l’aria che cattura.” Bisognerebbe definire cosa si intende per queste due buffe distinte fasi: cattura e scarico aria ad opera del profilo.