Mini Transat: tutti pazzi per Luca Rosetti

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Luca Rosetti con la sua Race=Care

Ha iniziato a fare regate d’altura “solo” nel 2016, e appena 7 anni dopo sta già completando la sua seconda Mini Transat: Luca Rosetti è il velista che l’Italia non sapeva forse di avere a un così alto livello e sta tenendo il tifo incollato al tracker in questa leg 2 della mitica transatlantica in solitario.

Al traguardo di Sant François ai Caraibi mancano 200 miglia e Rosetti con la sua Race=Care è saldamente al comando, con buon margine sugli inseguitori e in piena battaglia per la conquista della vittoria generale che si assegna sulla somma dei tempi delle due tappe.

Luca Rosetti – Chi è il velista che sta stupendo tutti

Luca Rosetti

Nato nel 1995, bolognese di origini romagnole, va a vela fin da bambino e ha scoperto le regate intorno ai 10 anni. Da adolescente si muove tra Optimist e Laser, dove assaggia i primi campi di regata, ma è solo nel 2016 che scatta l’amore per le regate offshore. L’incontro con l’armatore di un Mini 650, Lorenzo Gervaso, è la molla che fa scattare la sua curiosità.

Proprio con il Mini di Gervaso, Rosetti inizia a macinare miglia fino a partecipare alla Mini Transat 2019 che conclude al 18mo posto dopo una buona prestazione. Da quel momento in poi decide di cambiare marcia e mettere su un progetto più ambizioso. Ci vorrà qualche anno, ma alla fine Rosetti acquista una barca di nuova generazione, il Maxus, e decide di impostare la sua preparazione direttamente in Francia, a Lorient. Inizia così la preparazione alla Mini Transat 2023, facendo vedere delle ottime cose già nelle regate di avvicinamento che confermano quanto il velista Rosetti, nonostante non sia un veterano, abbia la stoffa per fare qualcosa di importante.

L’exploit definitivo avviene proprio durante questa Mini Transat: già nella prima tappa riesce ad andare diverse volte in testa ma poi una seconda parte di regata meno fortunata lo relega all’ottava posizione. Reagisce nella leg 2, dove è in testa ormai da molti giorni dimostrando velocità e scelte tattiche chirurgiche.

Al traguardo di Saint François mancano 200 miglia, e forse sono le stesse che lo separano dalla storia.

Mauro Giuffrè

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