Coppa America: come sarà l’AC 75 di Luna Rossa? Seguire i kiwi non basta
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Nelle ultime settimane siamo tornati più volte ad occuparci di Luna Rossa, in particolare della sua strategia di avvicinamento alla prossima Coppa America, a partire dalla scelta riguardante i timonieri, e proseguendo con la decisione legata al Prototipo e alla costruzione dell’AC 75.
Nel proseguire quest’analisi affrontiamo un aspetto fondamentale: la progettazione del futuro AC 75, la cui costruzione è iniziata ed il varo è atteso nella prossima Primavera. L’obiettivo è colmare o ribaltare il gap progettuale nei confronti di Team New Zealand. I kiwi, nella figura di Dan Bernasconi, sono stati gli inventori della nuova classe AC 75 nella scorsa edizione, fatto che li ha messi in vantaggio sotto l’aspetto del design rispetto agli altri equipaggi. Te Rehutai era una barca molto più evoluta sia rispetto alla vecchia Luna Rossa sia rispetto agli altri AC 75 degli sfidanti, la sensazione è stata che fosse praticamente almeno una generazione avanti.
LUNA ROSSA – Come sarà il futuro AC 75?
Il design del Leq 12, il prototipo italiano, non lascia molti dubbi: il modello da seguire è quello di Te Rehutai. Ovvero una barca con volumi di carena scavati che possano creare una sorta di “cuscinetto” d’aria che aiuti la barca a restare alta sull’acqua sfruttando anche le forme di carena e non solo i foil. Con uno scafo simile si possono utilizzare foil più piccoli, che creano quindi minore resistenza idrodinamica, in pratica la carta vincente dei kiwi della scorsa Coppa.
Attenzione però, seguire semplicemente la strada dei kiwi con ogni probabilità non porterà a una strada vincente. Lecito aspettarsi infatti dai neozelandesi un ulteriore passo in avanti con il loro progetto, se Luna Rossa vuole tenere il passo ed essere competitiva dovrà quindi riuscire a mettere qualcosa di proprio nella nuova barca, non seguendo semplicemente la strada aperta dai neozelandesi ma andando oltre, cercando a sua volta una scelta a sorpresa.
Obiettivo foil piccoli
La dimensione dei foil è stata una delle variabili della scorsa Coppa America: Team New Zealand aveva foil più piccoli con minore resistenza idrodinamica, eppure riusciva ad avere lo stesso controllo in manovra che aveva Luna Rossa con dei foil più grandi. Il tutto si è tradotto in un delta di velocità che con il passare delle regate è andato aumentando in maniera costante, grazie anche al boat handling dei kiwi, fino a toccare un divario incolmabile (quasi 5 nodi di differenza in certe condizioni) anche nel caso in cui l’equipaggio italiano avesse regatato in modo sempre perfetto.
Sul Prototipo Luna Rossa ha provato più volte i foil a T, retti, impiegati per la prima volta dai kiwi, testandone configurazioni diverse per misura e forma. La strada sembra essere questa e non quella dei foil a V o Y visti nella scorsa Coppa America, ma anche qui non servirà semplicemente andare nella stessa direzione dei kiwi, ma provare ad anticiparli con delle scelte più innovative, onde evitare di essere ancora una volta all’inseguimento da un punto di vista progettuale.
Mauro Giuffrè
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1 commento su “Coppa America: come sarà l’AC 75 di Luna Rossa? Seguire i kiwi non basta”
Desidererei da vecchio tifoso di Azzurra ( 1983 ( sulla quale sono salito nel 84/85 per un’ora il tempo di innamorarmi ) e sul Moro di Venezia di Gardini ( che mi regalo’ il telo verde con il moro rosso amaranto e oro ricamato a mano) desidererei poter visitare la sede a Cagliari di Luna Rossa Prada Pirelli ! Verrei in aereo a Cagliari per respirare quell’atmosfera unica . Nessun problema mi metto in un angolo senza disturbarvi ! Avete un grande vecchio tifoso ! Gian Paolo Bulgarelli (07/01/1940)