Fate barche elettriche prima che la legge lo imponga

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First 44 - Barche elettriche
Barche elettriche. Beneteau ha recentemente presentato la versione full-electric del First 44. Dotata di un parco batterie da 20 KWh utilizza la propulsione totalmente elettrica. Le batterie vengono ricaricate o in porto o con un generatore diesel installato a bordo. In caso di vento debole si può usare, in totale silenzio, il motore elettrico per generare vento apparente sotto vela.

Senza aspettare il divieto al motore endotermico, perché le barche nuove non diventano full electric? L’editoriale del direttore del Giornale della Vela Luca Oriani

Barche elettriche prima che la legge lo imponga

Mentre infuria la battaglia tra le case automobilistiche e il Consiglio dell’Unione Europea ha annunciato che dal 2035 tutte le auto nuove non potranno più montare il motore endotermico, nella nautica tutto tace. Ma non è detto che la norma non venga estesa anche alla nautica da diporto. La normativa europea dice che i nuovi veicoli dovranno ridurre le loro emissioni di CO2 del 100% entro la fatidica data del 2035. Se intendiamo anche le barche come veicoli, ecco che la norma si estende anche alle barche.

Non è nostro compito interpretare la normativa, ma perché la nautica a vela, e solo quella a vela, non si fa paladina della rivoluzione della propulsione pulita ecologica, anticipando quella che inevitabilmente accadrà prima o poi?

Immaginate, quale incredibile operazione di marketing sarebbe e che grande impulso e visibilità darebbe alla pratica della vela!

Cosa, se non una barca a vela che si sposta sull’acqua spinta dal vento, dovrebbe dotarsi di un motore a propulsione elettrica, abbandonando il motore diesel?

Follia, provocazione? Proviamo a ragionare su dati concreti. Nel mondo dell’auto il problema principale, per una reale diffusione del full-electric, è quello di dotarsi di una rete di ricarica diffusa, capillare come è quella delle attuali stazioni di rifornimento di carburante.

Il freno allo sviluppo dell’elettrico con una rete infrastrutturale diffusa, è ovvio, sta nelle implicazioni economiche e di mercato, sino ad oggi non risolte.

Ma, pensateci bene, nel mondo della nautica questo problema è più facile da risolvere. Le stazioni di ricarica elettrica, incredibile, ci sono già. Dove? Semplice, sono le stesse colonnine elettriche dei porti. Certo, vanno potenziate, con un aumento considerevole dei Kilowatt di potenza usufruibile, così da diminuire i tempi di ricarica.

La barca a vela ha anche un enorme vantaggio rispetto a quelle a motore, va piano e consuma poca energia per spostarsi. Altro elemento positivo sono le sue forme e il peso.

Il pesante pacco batterie di cui la barca a propulsione elettrica dovrebbe dotarsi può essere posizionato strategicamente il più al centro e in basso possibile, così da contribuire al raddrizzamento sotto vela e alla riduzione del beccheggio. La consistente riduzione dello spazio occupato da un motore elettrico rispetto ad uno endotermico sono un ulteriore vantaggio in termini di abitabilità in più.

E poi, chi se non un velista che per definizione ama mare, ambiente, silenzio non apprezzerebbe questa soluzione e si farebbe ambasciatore della rivoluzione ecoambientale, diventando testimonial verso gli “inquinatori”?

Manca un elemento fondamentale a questo cambiamento epocale, le aziende produttrici di motori. Dovrebbero essere proprio loro ad accelerare la riconversione della loro produzione, immettendo sul mercato prodotti efficienti, meno costosi rispetto ai pochi che sono già presenti.

Se tutto quello che vi abbiamo descritto diventasse realtà, chi di voi velisti se dovesse scegliere, magari spendendo un po’ di più, opterebbe ancora per un motore diesel invece di uno elettrico? E chi, se dovesse cambiare motore sulla sua barca, sceglierebbe ancora un endotermico invece di uno silenzioso, non inquinante?

Il nostro è un sogno, ma che si potrebbe realizzare in breve tempo. E sarebbe una formidabile promozione per il mondo della vela.

Luca Oriani

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8 commenti su “Fate barche elettriche prima che la legge lo imponga”

  1. La barca a vela non ha bisogno di alcun motore, deve andare a vela, tranne quando entra ed esce dal porto,.
    Prima delle ideologie per l’ambiente, bisogna guardare alla sicurezza e da sempre l’incendio in mare è il peggior incidente che si può verificare, pertanto meno roba elettrica c’è meglio è.
    Infine non serve un motore elettrico a mitigare l’impatto ambientale di chi a vela non va o di chi costruisce costruisce una barca in vetroresina o in carbonio.
    Restano il legno, unica vera soluzione sostenibile e il recupero di imbarcazioni abbandonate.
    Il resto sono solo mode.
    Non sarà l’elettrico a salvare il pianeta, ma la cultura e l’ attenzione verso l’ambiente.

    1. Cristiano Iannello

      Gentile Andrea mi chiamo Cristiano sono un piccolo costruttore di entrobordo full Electric per barche a vela e concordo con il fatto che a vela bisogna andare….ma non tutti hanno scafi superleggeri e non sempre c’è vento a sufficienza soprattutto per vecchie barche da crociera e ne ho viste di tutti i colori da serbatoi corrosi che perdono a latte di olio in giro qua e là magari vicino alla tanica del carburante di scorta e già basterebbe a giustificare il passaggio all’ elettrico senza elencare i benefici aggiuntivi che possiamo immaginare.
      Se poi ci troviamo in mezzo ad una burrasca diesel o elettrico cambia poco sono motori poco potenti ma se sappiamo usare bene le vele giuste possiamo navigare comunque con una buona autonomia,il peso per un sistema che abbia 3-5 kW di potenza si aggira sui 100 kg in linea con un motore a combustione di pari potenza considerando la batteria di avviamento e il carburante ed il prezzo si aggira sui 10.000 euro
      Grazie mille

  2. Il motore in barca a vela non serve quasi mai . Quando serve serve sul serio: emergenze o lunghi trasferimenti senza vento. Motore elettrico può dare lo stesso contributo? Emergenze significa condizioni dure, acqua spruzzi ed altro…. Un pacco di litio in sentina non so se sia il caso. Il motore elettrico spinge a sufficienza? Mi fa fare le miglia che devo fare in sicurezza? Queste le domande cui rispondere . Sull’auto elettrico non è ancora una soluzione magari è solo questione di tempo. Ma suggerirei di attenermi a dati veri non a marketing

  3. Il complesso di motore, batterie e generatore sono più ingombranti e costano SEI VOLTE una analoga motorizzazione diesel. L’importante è che la macchina elettrica abbia una potenza minima di 1kw per t di dislocamento e almeno 1h di autonomia a 5kt. Ecco che un ibrido parallelo 48 VDC, come le soluzioni chiavi in mano di Transfluid, appare più conveniente. L’importante è che la parte termica sia predisposta per i nuovi carburanti puliti: diesel HVO al 5% di solfuri e benzina M 30-85. Poi, con un impianto ossidrogeno si eliminano residui carboniosi, gas incombusti e oltre 80% di NOx, con una riduzione dei consumi del 15%, senza necessità di SCR.

  4. Gaetano Di Chiara

    La corsa all’elettrico o peggio, la sua imposizione per legge alle barche a vela quanto di più strumentalmente e ridicolmente politico si possa immaginare e ricorda la proibizione alla libera circolazione delle auto storiche nel Comune di Roma, fortunatamente abolita dal TAR. Che inquinamento possono produrre “quattro” barche a vela in un territorio senza limiti e libero alla circolazione dell’aria e al suo rinnovo come il mare ? Trovo giusto che l:industria proponga barche Full Electric e che la loro scelta sia liberamente determinata dalla preferenza dell’acquirente ma non fa solito politico in cerca dei voti degli eco-estremisti, alla Gualtieri, sindaco di Roma Capitale.

  5. È vero i produttori di motori marini, a cominciare dai piccoli fuoribordo ausiliari per entrare e uscire dal porto sono indietrissimo sull elettrico, c e poco, ed e caro. Rispetto all auto labarca a vela puo autoricaricarsi tra solare e idrogeneratore, e poi si potrebbe sempre fare l ibrido. Quest anno ho fatto 140gg uscite, delle mie sole 210h motore totali , 160 le ho buttate x entrare e uscire dal.porto a 4 nodi…. potevo farle tutte a batteria avessi avuto un volvo penta ibrido….

  6. Follia pura elevata alla n in un mondo in cui chi le spara piu’ grosse e’ piu’ bravo. Complimenti al “Giornale della Vela”, dal 1975 ne ho lette poche di decenti

  7. Cambiare le abitudini costa fatica mentale, ma è il solo modo per progredire.
    Il motore di una barca a vela è ausiliario, in condizioni di mare grosso non serve, anzi può costituire un pericolo e per entrare e uscire dal porto basta poca energia. A meno che la barca sia una barca a motore travestita da barca a vela …

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