Transat Jacques Vabre: 40 nodi in arrivo in Biscaglia, l’Italia a caccia del colpaccio
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Le banchine di Le Havre sono gremite di velisti, addetti ai lavori e appassionati, perché tra poco meno di 48 ore, domenica 29 ottobre, partirà la regata clou di questo 2023 oceanico, la Transat Jacques Vabre. Sono 4500 le miglia che la flotta di Class 40, Imoca 60, Multi 50 e Ultim, dovranno coprire per raggiungere la Martinica, dove verrà posizionato il traguardo. Una regata in doppio, non in solitaria come la Route du Rhum, diventata ormai una super classica della vela oceanica, anche perché arriva a un anno dal Vendée Globe 2024.
In queste ore tutti gli occhi degli skipper in gara sono puntati sui monitor dei PC dove scorrono le previsioni meteo, con una partenza e le prime 48 ore che si annunciano particolarmente turbolente e complicate. Ci sarà tanta Italia in questa Transat Jacques Vabre, con ben 6 skipper sulla linea di partenza. Cinque saranno quelli impegnati tra i Class 40: Ambrogio Beccaria, Alberto Bona, Andrea Fornaro, Alberto Riva e Pietro Luciani. Giancarlo Pedote sarà invece tra gli Imoca 60.
Il Giornale della Vela è già sbarcato a Le Havre e vi racconteremo in diretta dalle banchine l’atmosfera che si respira e gli umori degli skipper a poche ore dal via.
Transat Jacques Vabre – Maltempo in arrivo
La situazione sembra delineata già da qualche giorno: l’inizio sarà in vento medio, ma quasi subito la situazione cambierà radicalmente. In arrivo c’è infatti un doppio fronte perturbato, con venti da ovest-nordovest anche superiori ai 40 nodi. Il primo transiterà molto velocemente a ridosso della partenza, lasciando una zona con meno vento alle sue spalle, il secondo è atteso, meno violento, tra lunedì e martedì.
La strategia in questo senso diventa abbastanza semplice: risparmiare le barche nelle prime 24-48 ore e iniziare ad attaccare lungo il Portogallo. Ultim, Imoca e Multi 50 dovrebbero avere un buon timing per evitare la parte più brutta della depressione, la flotta più a rischio è invece quella dei Class 40 che, essendo più piccoli e meno veloci, potrebbero essere costretti ad affrontare condizioni complesse, dato che le onde annunciate hanno un’altezza intorno ai 4 metri, con un periodo abbastanza corto.
Chi riuscirà per primo a mettere la prua verso sud dopo avere doppiato Finisterre potrebbe incassare un vantaggio importante. Una situazione quindi da seguire con attenzione.
Transat Jacques Vabre – Le possibilità degli italiani nei Class 40
La vela italiana non è mai stata così competitiva in Oceano: tutti i nostri skipper si presentano con progetti sportivi ben strutturati, appoggiati da sponsor solidi, tutti con la possibilità di fare bene in questa Transat Jacques Vabre.
Se dovessimo fare delle previsioni, Ambrogio Beccaria, con Nicolas Andrieu, su Allagrande Pirelli e Alberto Bona su IBSA, in coppia con Pablo Santurde, sono quelli che partono un passo avanti agli altri. Il motivo è semplice da spiegare: prima di tutto c’è il talento, che entrambi hanno ampiamente dimostrato di avere, e poi ci sono due barche ultra competitive come il Musa 40 di Beccaria e il Mach 3 di Bona. Due progetti che si sono rivelati tra i più veloci della flotta e che hanno già un anno di messa a punto alle spalle, fondamentale in termini di affidabilità e sviluppo delle performance.
Possiamo dire che Ambrogio Beccaria sia uno dei favoriti per la vittoria finale. E Alberto Bona uno degli skipper che potrebbero contendergli una posizione sul podio, o almeno nella top 5. Rispetto a Bona, nell’ultima stagione Beccaria ha dimostrato forse un pizzico in più di “cattiveria” agonistica e di “cinismo” quando la regata si fa nel corpo a corpo con distacchi ridottissimi, ma parliamo di differenze minime e il risultato finale sarà determinato dai dettagli e da un pizzico di fortuna. Il pronostico in questo senso resta apertissimo per entrambi.
Andrea Fornaro e Alberto Riva navigano anche loro su un nuovo Musa 40, il primo in coppia con Benoit Hantzperg, il secondo con Jean Marre. Partono un passo indietro rispetto a Bona e Beccaria semplicemente perché hanno varato le loro barche solo durante la scorsa estate e hanno quindi avuto pochi mesi per la messa appunto e per lavorare all’affidabilità della barca.
Il loro ruolo potrebbe essere quello dei potenziali outsider, con Alberto Riva che va monitorato in modo particolare perché potrebbe diventare una delle sorprese di questa Transat Jacques Vabre.
Pietro Luciani corre invece nel ruolo di co-skipper a bordo del Class 40 Dekuple, in coppia con William Mathelin. Non si tratta di un Class 40 che può tenere il ritmo dei primissimi, ma è verosimile comunque aspettarsi una regata a ridosso o dentro la top 10.
Transat Jacques Vabre – Pedote e i nuovi foil di Prysmian
Giancarlo Pedote è ormai uno skipper esperto nella flotta degli Imoca 60, avendo già portato a termine un Vendée Globe e diverse transatlantiche. Parteciperà alla Transat Jacques Vabre in coppia con Gaston Morvan, e si presenta sulla linea di partenza con la sua Prysmian aggiornata con una prua e una coppia di foil nuovi. Non basta questo a fare di Prysmian una barca che lotta per il podio, dato che rimane pur sempre un mezzo che ha ormai 8 anni sotto la carena. Sarà però utile a mettere Pedote in condizione di potere regatare nel vivo della flotta delle barche foil.
Per lo skipper toscano questa Transat è una prova importante nel percorso che lo porterà verso il prossimo Vendée Globe. Deve scrollarsi di dosso la frustrazione delle ultime regate dove non aveva una barca in grado di restare attaccata al treno dei migliori. La sensazione che serva anche qualcosa in più da parte sua: Pedote nelle ultime uscite ha avuto una condotta di regata sempre prudente, comprensibilmente causata dal fatto che non ha un budget al livello dei top team della classe e ogni eventuale avaria rende il suo programma più difficile. Se alcuni Imoca 60 hanno team di terra composti di decine e decine di persone, non si può dire la stessa cosa di Giancarlo, che è anzi uno dei primi a doversi “sporcare” le mani in cantiere. Un particolare non da poco, che può limitare la convinzione di “attaccare” in regata, rimanendo su una condotta meno rischiosa.
Vederlo nella top 10 della classe sarebbe un risultato importantissimo, anche in termini di fiducia in se stesso e nelle capacità che ha tantissime volte dimostrato di avere. Forza Giancarlo!
Mauro Giuffrè
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