55 anni fa Erik Pascoli attraversava l’Atlantico con il suo Rondetto (7 metri)
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Cinquantacinque anni fa, nel 1968, il 26enne torinese Erik Pascoli acquista in Inghilterra un sette metri di mogano del 1965 (su un progetto del 1942) per attraversare l’Atlantico in solitario. Gli danno del pazzo, ma lui non se ne cura. Ecco la sua storia.
Erik Pascoli – Rondetto 1969
Con il suo Rondetto il 3 aprile 1969 parte da Portsmouth (Uk) direzione isole delle Antille, in Dominica. Ci arriverà 47 giorni dopo stremato, ma vivo. è il primo italiano ad aver compiuto un’impresa simile. L’impresa viene notata dalla stampa inglese che lo rende famoso. Pascoli non si ferma più. Dopo la traversata Erik vive ai Caraibi per due anni a bordo. Stancatosi della vita ai tropici e desideroso di rientrare in Europa per cercare nuovi confronti velici, nel gennaio del 1971 decide di riportare Rondetto in Mediterraneo sulla rotta delle Azzorre da Ovest a Est. La navigazione in pieno inverno, da Pointe-à-Pitre ad Almeria in Spagna, dura 53 giorni. La nuova impresa gli vale il Trofeo D’Albertis dello Yacht Club Italiano e il Premio Città di Sanremo dello Yacht Club Sanremo.
La febbre oceanica
La febbre dell’oceano e delle imprese non si placa più. Erik nel 1972, dopo avere trasferito Rondetto via camion da Mentone a Plymouth, partecipa fuori classifica alla O.S.T.A.R., la traversata atlantica in solitario fino a Newport R.I. nella quale regatano anche il mostro a tre alberi Vendredi 13 e il Pen Duick IV, l’ex barca di Eric Tabarly con a bordo il connazionale Alain Colas. Rondetto impiega 48 giorni, compresa una sosta “forzata” di 9 giorni in Nuova Scozia a causa di un ascesso. Erik si cava il dente in navigazione tirando la cima con un winch a cui è legato il dente malato.
L’impresa
Rondetto va velocissimo alla Ostar al comando di Pascoli. Secondo i calcoli del Royal Western Yacht Club si sarebbe piazzato secondo in tempo compensato a pari merito tra i monoscafi. Dopo questa terza atlantica lasciò New York alla volta di Genova a bordo del transatlantico Michelangelo, con Rondetto nella stiva. L’Italia lo tributa e diventa uno dei marinai più famosi dell’epoca. Così Pascoli viene assoldato come skipper per partecipare con uno Swan 55 alla Whitbread, giro del mondo in equipaggio. La regata è funestata dalla perdita di quattro velisti uno dei quali appartenente all’equipaggio di Tauranga. Pascoli è il primo italiano a doppiare Capo Horn in regata; grazie a questo nel 1987 gli viene assegnata la targa di “Uomo del Mare”.
Un nuovo mestiere
Nel 1975 cambia mestiere, diventa comandante di yacht d’epoca. Recupera ai Caraibi il mitico yacht Mariette e l’armatore Alberto Rizzoli gli affida il comando di questa big boat, uno dei sette grandi schooner in acciaio costruiti dall’americano Herreshoff tra il 1903 e il 1915, anno di varo di Mariette. Pascoli vince numerose regate e coppe sia nelle acque di Porto Cervo che di Saint-Tropez. Erik Pascoli prosegue il suo mestiere di marinaio sino a al 2013, quando muore a 71 anni. Il suo mito era nato 55 anni fa, ed è giusto ricordare questa figura di marinaio, oggi colpevolmente dimenticata.
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15 commenti su “55 anni fa Erik Pascoli attraversava l’Atlantico con il suo Rondetto (7 metri)”
Meraviglioso, parliamo ormai di una vita di bordo avventurosa, romantica , libera da ogni stereotipo , libera di poter decidere del nostro futuro. Meraviglioso.
Ricordo Tauranga avevo un poster di Epoca in camera da letto. Una barca splendida.
Quel poster ce l’ho ancora appeso all’ingresso del mio studio.
Fantastica storia di un Mito dell’ andar per mare.
Erik Pascoli rappresenta un esempio autentico e di grandissimo Valore. Chapeau❤️
Grande Erik…mi disse:”Se sei promosso alla Maturita’ verresti alla Whitbred ?”….in seguito qualcuno decise che i miei diciannove anni e mezzo dell’epoca erano troppo pochi per una tale regata…..
Giusto ieri ne parlavamo con mio padre che è stato imbarcato con Erik sul Mariette e oggi vedo l articolo suo ,mi dispiace no sapevo che era morto un grande.
Never forgotten
Sono stato imbarcato per 3 stagioni sul mariette e ho vissuto piu o meno tutta la storia del periodo rizzoli in italia, una barca fantastica, erik grande marinaio d’altri tempi,oltre che per lavoro eravamo legati da profonda amicizia. Mi ha fatto molto piacere leggere l’articolo dedicato a lui
Erika è stato un Grande Amico e mio maestro nel lontano 1976 alla vigilia della mia prima attraversata Atlantica in solitario con la mia Croce del Sud ,faccio scalo a Monaco a bordo lel Mariette mi insegna la navigazione astronomica con le tabelle HO 249 ,usate per la navigazione aerea ,semplici e rapide,lasciando di lato tutti quei passaggi con le effemeridi che avevo imparato fino allora.Erik era un Generoso piemontese come me aveva nelle vene il sangue salato,aveva lasciato tutto per il mare,qualche mese prima che il vento lo levo ci incontrammo a Monaco dove viveva in collina e mi disse ho scelto questo punto dove posso vedere il mare tutti i giorni non posso vivere senza di lui ,questa è una bella malattia che fa bene agli uomini che hanno passato metà della loro vita solcando gli oceani,i miei figli lo chiamavano zio Erik , un cuore d oro non si stancava mai di parlare di barche e di mare.Ciao Erik l aliseo ti ha portato lontano lassù in nuovi orizzonti.
Ha scritto un libro: Da Portsmouth a Portsmouth
Rondetto la incontrai a Genova nella prima fiera di Autunno. Lì conobbi Erik e portò la barca a Viareggio e fu la prima che verniciai nella mia nuova mansione di commerciante. Mi ricordo i racconti della traversata e si faceva tardissimo in trattoria.Amava fare gli scherzi ma stava anche allo scherzo. Qui voglio salutare anche Federico Idi che non vedo da tempo, In piedi Ragazzi si sta parlando di tanto tempo fa. Lo ricordo quando rientro a Santa col Tauranga. La perdita dell’uomo in mare lo aveva trasformato e forse ha portato con se questo velo triste per sempre
buon vento e ciao e ancora oggi mi riscordo le tue discussioni per la barca che stavi costruendo in alluminio con tutte le esperienze accumulate.Ciao, marco
Perché il navigare senza tempo o record da inseguire è l’unica via della libertà che si prova in oceano. Dimenticati sono e saranno coloro che inseguono solo le lancette del cronometro perché una volta fermato si riazzera. Grande Erik
il Tauranga non era uno Swan ma un maxi credo disegnato da André Mauric.
Nella seconda metà degli anni 80, Erik fece costruire Rondetto 2, credo sempre di Mauric, una barca di 20 metri, andammo a vederlo da Sangermani a Lavagna. Sono stato imbarcato sul Mariette tra il 1986 e il 1987, anni di fuoco per quella magnifica barca, vincevamo tutto.
E’ stato l’imbarco più significativo della mia carriera di lungo corso, terminata poi verso la fine degli anni ’80. Un Personaggione Erik Pascoli, resterà sempre nella mia memoria.
Tauranga è uno Swan 55 di S&S. Il famoso Rondetto è a Lavagna in porto, ha ora lo scafo bianco, è tenuto molto bene e credo che sia in vendita. Rondetto 2 fa charter in Turchia e ha lo scafo rosso. Grande Erik!
Sono anch’io un velista, anche se non ho fatto l’Atlantico. Ho seguito fin dall’inizio le
avventure di Erik Pascoli. Nel 1975 è nato il mio secondo figlio : si chiama ERIK, nome
che ho condiviso con mia moglie Loretta, mio secondo di fiducia. Con lei a bordo
potevo andare dovunque, sapeva fare tutto e non soffriva il mal di mare.
Ora se ne è andata in cielo… Forse ogni tanto parla con Erik 1°, di mare , di traversate
di randa e di fiocco e di trinchetta e..e… Vado a dormire, spero di fare bei sogni.
Luigi Gozzo.