Verso la Transat Jacques Vabre: dove possono arrivare gli italiani?
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Il 29 Ottobre partirà da Le Havre la Transat Jacques Vabre, la transoceanica più importante che si corra in questo 2023. Si tratta di una regata in doppio, aperta alle Classi Imoca 60, Multi 50, Ultim e Class 40. Per la vela italiana è un appuntamento particolarmente importante dato che al via ci saranno ben 6 velisti nostrani. Cinque saranno quelli impegnati tra i Class 40: Ambrogio Beccaria, Alberto Bona, Andrea Fornaro, Alberto Riva e Pietro Luciani. Giancarlo Pedote sarà invece tra gli Imoca 60.
Transat Jacques Vabre – Le possibilità degli italiani nei Class 40
La vela italiana non è mai stata così competitiva in Oceano: tutti i nostri skipper si presentano con progetti sportivi ben strutturati, appoggiati da sponsor solidi, tutti con la possibilità di fare bene in questa Transat Jacques Vabre.
Se dovessimo fare delle previsioni, Ambrogio Beccaria su Allagrande Pirelli e Alberto Bona su IBSA sono quelli che partono un passo avanti agli altri. Il motivo è semplice da spiegare: prima di tutto c’è il talento, che entrambi hanno ampiamente dimostrato di avere, e poi ci sono due barche ultra competitive come il Musa 40 di Beccaria e il Mach 3 di Bona. Due progetti che si sono rivelati tra i più veloci della flotta e che hanno già un anno di messa a punto alle spalle, fondamentale in termini di affidabilità e sviluppo delle performance.
Possiamo dire che Ambrogio Beccaria, che correrà in coppia con Nicolas Andrieru, sia uno dei favoriti per la vittoria finale. E Alberto Bona uno degli skipper che potrebbero contendergli una posizione sul podio, o almeno nella top 5. Rispetto a Bona, nell’ultima stagione Beccaria ha dimostrato forse un pizzico in più di “cattiveria” agonistica e di “cinismo” quando la regata si fa nel corpo a corpo con distacchi ridottissimi, ma parliamo di differenze minime e il risultato finale sarà determinato dai dettagli e da un pizzico di fortuna. Il pronostico in questo senso resta apertissimo per entrambi.
Andrea Fornaro e Alberto Riva navigano anche loro su un nuovo Musa 40, il primo in coppia con Benoit Hantzperg, il secondo con Jean Marre. Partono un passo indietro rispetto a Bona e Beccaria semplicemente perché hanno varato le loro barche solo durante la scorsa estate e hanno quindi avuto pochi mesi per la messa appunto e per lavorare all’affidabilità della barca.
Il loro ruolo potrebbe essere quello dei potenziali outsider, con Alberto Riva che va monitorato in modo particolare perché potrebbe diventare una delle sorprese di questa Transat Jacques Vabre.
Pietro Luciani corre invece nel ruolo di co-skipper a bordo del Class 40 Dekuple, in coppia con William Mathelin. Non si tratta di un Class 40 che può tenere il ritmo dei primissimi, ma è verosimile comunque aspettarsi una regata a ridosso o dentro la top 10.
Transat Jacques Vabre – Pedote e i nuovi foil di Prysmian
Giancarlo Pedote è ormai uno skipper esperto nella flotta degli Imoca 60, avendo già portato a termine un Vendée Globe e diverse transatlantiche. Parteciperà alla Transat Jacques Vabre in coppia con Gaston Morvan, e si presenta sulla linea di partenza con la sua Prysmian aggiornata con una prua e una coppia di foil nuovi. Non basta questo a fare di Prysmian una barca che lotta per il podio, dato che rimane pur sempre un mezzo che ha ormai 8 anni sotto la carena. Sarà però utile a mettere Pedote in condizione di potere regatare nel vivo della flotta delle barche foil.
Per lo skipper toscano questa Transat è una prova importante nel percorso che lo porterà verso il prossimo Vendée Globe. Deve scrollarsi di dosso la frustrazione delle ultime regate dove non aveva una barca in grado di restare attaccata al treno dei migliori. La sensazione che serva anche qualcosa in più da parte sua: Pedote nelle ultime uscite ha avuto una condotta di regata sempre prudente, comprensibilmente causata dal fatto che non ha un budget al livello dei top team della classe e ogni eventuale avaria rende il suo programma più difficile. Se alcuni Imoca 60 hanno team di terra composti di decine e decine di persone, non si può dire la stessa cosa di Giancarlo, che è anzi uno dei primi a doversi “sporcare” le mani in cantiere. Un particolare non da poco, che può limitare la convinzione di “attaccare” in regata, rimanendo su una condotta meno rischiosa.
Vederlo nella top 10 della classe sarebbe un risultato importantissimo, anche in termini di fiducia in se stesso e nelle capacità che ha tantissime volte dimostrato di avere. Forza Giancarlo!
Mauro Giuffrè
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