Baltic Yachts, il cantiere delle grandi Classic Boat e degli iconici one-off
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Se oggi possiamo ancora godere di tante grandi barche sopravvissute al secolo scorso, Classic Boat eccellenti ancora capaci di emozionare, il merito è senza dubbio da attribuirsi alle mani e alle menti dietro alla loro realizzazione. Abbiamo già visto alcuni dei grandi designer dietro alle firme, ma, se queste barche hanno poi visto la luce, è certamente anche merito dei cantieri alle loro spalle, realtà illuminate e capaci di mantenere standard qualitativi tutt’oggi encomiabili. In questa micro-serie mirata a celebrare alcuni dei grandi cantieri abbiamo già visto Hallberg Rassy, Dufour e Cantieri del Pardo. È ora il momento di spostarsi verso nord, guardando ad un altro colosso della vela: Baltic Yachts.
Baltic Yachts
Pensare a Baltic oggi potrebbe, con buona probabilità, evocare l’immagine di una delle barche più avanzate e impressionanti del panorama attuale, il Baltic 111 Raven, con i suoi 34 metri di LOA sorretti in volo da due foil immensi. Eppure, Baltic è anche ben altro, forte di una tradizione cantieristica presente fin dal 1973 e artefice di alcune tra le più grandi Classic Boat di sempre.
Baltic Yachts, le origini
Con i primi anni ‘70, le figure d’avanguardia nel panorama nautico non mancano, complice un’innovazione repentina e costante che tocca tanto progettazione e linee quanto metodi costruttivi e sviluppo tecnologico. Tra le grandi firme a popolare il ristretto panorama dei “progettisti illuminati” di questo periodo, oltreoceano, in Canada, operano due grandi architetti: Cuthbertson & Cassian, coloro che daranno vita al primo Baltic, il Baltic 46, presentato al mondo nel 1974.
Ma Baltic nasce in realtà appena prima, in Finlandia, figlia di cinque dotatissimi costruttori navali che, con il 1973, decidono di aprire un cantiere volto a costruire barche migliori, barche più leggere, più performanti e più robuste. Una filosofia progettuale che si addice alla nuova direzione intrapresa in parallelo dal duo canadese, che progetta così, appunto, il primo Baltic di sempre, uno scafo innovativo sia per progetto che per costruzione, comprensivo di soluzioni adatte ad alleggerire le strutture e gli spessori, sebbene in realtà aumentandone la resistenza strutturale.
Baltic Yachts: primi progetti
I 14 metri del 46’ sono, sebbene eccellenti come statement inaugurale, una dimensione importante per i tempi, quando il trend si aggira infatti intorno ai 30/38 piedi. Il 1975 vede quindi il varo di due nuovi progetti. Da una parte, forte dell’impressione fatta dal 46’, viene commissionato un progetto custom concepito per la regata offshore, il Baltic 42 Tina I-Punkt.
Dall’altra parte nasce, invece, il secondo modello in serie del cantiere, un modello più adatto ai grandi numeri, forte di dimensioni di maggior appealing per la domanda del mercato. È il Baltic 33, sempre firmato da C&C e prodotto in oltre 40 unità. La filosofia di progetto qui non cambia. Il piccolo 33’ è infatti pensato sia per correre che per andare in crociera, ottimizzato per la navigazione short-handed ma non dimentico degli spazi e delle ergonomie necessarie invece ad un equipaggio completo. Sarà un piccolo primo successo commerciale.
Con appena 3 progetti realizzati, il cantiere è già pronto per stare al gioco con i grandi, come dimostrerà bene il 1976, con l’entrata in produzione della serie Baltic 42, sviluppato sul progetto del Tina I-Punkt e della sua sister-ship Marauder e venduta in 20 unità in soli 4 anni.
Baltic Yachts, i primi grandi numeri
Con il 1977 si entra nella produzione segnata dai grandi numeri. Sempre dalle penne di Cuthbertson & Cassian nasce, infatti, il Baltic 39, un all-round performer particolarmente boliniero apprezzato per le sue buone qualità anche tra le boe. Verrà prodotto in 74 esemplari. Sulla stessa filosofia nasce nel ‘78 il Baltic 37, un piccolo one-tonner pensato sia per regatare offshore, sia per la grande crociera. I numeri continuano a non deludere, con 51 unità prodotte in appena 5 anni.
Con 1979 entra in produzione anche la quinta creatura del binomio Baltic / C&C, il Baltic 51, terza in serie, dopo il 39’ e il 37’, a vedere estensivo utilizzo di programmi computerizzati per la valutazione del design e della performance. È sempre sul 51’ che il design degli interni viene caratterizzato da una svolta destinata a influenzare il mercato: la cabina armatoriale poppiera presenta, per la prima volta, un grande letto matrimoniale centrale, posizionato sotto il pozzetto.
Doug Peterson e i primi anni ’80
Con gli anni ‘80 in Baltic cambiano un paio di cose. Innanzitutto arriva la mano di Peterson a firmare i progetti. Nel 1980 nasce infatti il Baltic 45 Schorch, un progetto custom firmato dal Peterson (Vrolijk lavora a coperta e interni). Segue subito un altro progetto, oggi un cult tra le classic boats, il Baltic 42DP del 1981. Prodotto in 30 esemplari, è uno scafo valido e veloce, adatto a competere bene nei circuiti IOR, seppur mantenendo ottime qualità crocieristiche.
Il 1982 è l’anno di un’altro racer-cruiser dai grandi numeri, il Baltic 38, sempre firmato da Peterson e prodotto in 55 scafi. In contemporanea al 38, il 1982 vede Baltic e Peterson firmare anche un secondo grande progetto, il Maxi 80 Midnight Sun, testamento di un crescente successo del cantiere, replicato con la costruzione dei due Maxi Saudade e SiSiSi nel 1983, sfortunati nei tempi in quanto penalizzati nelle dimensioni appena pochi anni dopo, con la classe Maxi ad apportare un limite minimo di 80 piedi contro i loro 63.
La seconda metà anni ’80
Il 1984 e il 1985 vedono proseguire i successi, con Peterson a firmare i Baltic 55DP e 48DP, affiancati dal Baltic 35 di Judel/Vrolijk. Ma è l’86 che vede nascere un altro must del cantiere, il Baltic 43 firmato da Judel/Vrolijk, prodotto fino al 2001 e venduto in oltre 47 unità. Si tratta qui di uno scafo performante, flessibile e forte di tutta l’esperienza sviluppata dallo studio nelle sue esperienze progettuali per l’Admiral’s.
Con l’87 Baltic Yachts firma la sua prima collaborazione con Sparkman & Stephens realizzando il Maxi “Naos”, un 83 piedi progettato specificatamente per la grande crociera. Sempre in questa fine decennio nascono anche il Baltic 40 di Judel/Vrolijk e il Maxi 81ft Martela di Frers per la Whitbread Round the World Race.
Gli anni ‘90 e 2000
Con gli anni ‘90 Baltic inizia a vivere un periodo di maggiori commissioni custom parallele ad un alternarsi di firme differenti. Sono questi gli anni dei Baltic 52 e 58 firmati da S&S, così come del Baltic 47 firmato da Judel/Vrolijk e del 67 di Farr. È il 1998 a vedere però il capolavoro di Bill Tripp, che firma il Baltic 50 SC in collaborazione con Vismara. Un progetto splendido per eleganza senza tempo e performance.
La fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000 sono però anche gli anni dei record e delle nuove esperienze. Nel 97 Baltic produce il suo primo Motor yacht, il Baltic M48, mentre, nel 2002, firma il suo primo progetto superiore ai 100 piedi, il Baltic 147 Visione.
Nel 2011 arrivano i numeri più grandi, con Baltic a firmare Hetairos, a suo tempo il più grande yacht in carbonio composito al mondo: ben 218 piedi. Nel 2017 il record va invece al Baltic 175 Pink Gin, il più grande sloop in carbonio al mondo, replicato nel 2019 dal Canova, il primo superyacht ad essere equipaggiato con DSS foils.
Complessivamente, una storia che, come dimostra anche il recente 111, fin dalle origini ha tenuto un’impostazione progettuale chiara e ben definita, guardando alla performance a alla qualità come obiettivi fondamentali, senza però dover sacrificare il comfort e la solidità strutturale. Un format che, negli ultimi 50 anni, sembra non aver deluso.
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