Mini Transat: italiani e francesi masticano amaro nella prima tappa
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La Mini Transat 2023 manda in archivio la prima tappa da 1351 miglia, partita da Les Sables d’Olonne e arrivata a Santa Cruz de La Palma nelle Isole Canarie. Non è arrivato il risultato sperato per la vela italiana, che ha coltivato a lungo il sogno di potere vedere Luca Rosetti sul podio, tradito da un’ultima parte di tappa poco fortunata.
Masticano amaro anche i francesi che, a sorpresa, non vincono la tappa ne tra i Serie ne tra i Prototipi: tra i Serie si impone il belga Michael Gendebien, tra i Prototipi vince lo spagnolo Carlos Manera a bordo di Xucla.
Mini Transat – Com’è andata la prima tappa degli italiani
Luca Rosetti nono, Francesco Farci è 27mo, Alessandro Torresani 30mo. Un bilancio che lascia un po’ di amaro in bocca, sopratutto perché Luca Rosetti aveva dato l’impressione, dopo il passaggio di Cape Finisterre, di potere ambire a qualcosa di molto più importante. Rosetti infatti aveva preso la testa della regata lungo la discesa del Portogallo, ma un Aliseo molto capriccioso ha complicato la situazione. L’italiano ha puntato subito a sud, posizionandosi tra i più a est di tutta la flotta. In una situazione di Aliseo normale sarebbe stata una mossa probabilmente vincente, non questa volta però.
Di fatto l’aliseo portoghese non era formato, e il vero flusso era più a sud-ovest rispetto alla posizione dell’italiano che ha finito per perdere terreno rispetto al gruppone posizionato a ovest. Nonostante sia riuscito a limitare i danni nella parte finale della prima tappa, sono state 15 le ore di ritardo, che Rosetti proverà a recuperare nella seconda. Francesco Farci è a poco più di 24 ore, Alessandro Torresani poco oltre le 30. Distacchi da tenere a mente perché la classifica finale della Mini Transat si sviluppa con la somma dei tempi delle due tappe.
Cosa possono fare i tre italiani tra i Serie nella seconda tappa? Per rientrare in classifica l’unica opzione possibile è quella di attaccare, in una tappa che storicamente è meno tattica rispetto alla prima. Più lunga si, ma con meno opzioni strategiche qualora l’Aliseo, come probabile, dovesse essere ben disteso lungo l’Atlantico. Sarà più difficile quindi creare distacchi importanti, e l’unico modo per recuperare sarà quello essere chirurgici nelle traiettorie e prendersi qualche rischio in più spingendo la barca. Missione non certo impossibile, ma quanto meno complicata. Appuntamento al 28 ottobre.
Mauro Giuffrè
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