La saga degli Hallberg Rassy, le Classic Boat bluewater per antonomasia
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Se oggi possiamo ancora godere di tante grandi barche sopravvissute al secolo scorso, Classic Boat eccellenti ancora capaci di emozionare, il merito è senza dubbio da attribuirsi alle mani e alle menti dietro alla loro realizzazione. Abbiamo già visto alcuni dei grandi designer dietro alle firme, ma, se queste barche hanno poi visto la luce, è certamente anche merito dei cantieri alle loro spalle, realtà illuminate e capaci di mantenere standard qualitativi tutt’oggi encomiabili. Per celebrare anche queste realtà, quindi, ecco una nuova serie di articoli destinata ad offrire un colpo d’occhio sulla loro storia e su alcuni dei più grandi progetti che questi abbiano saputo realizzare. Partiamo da un must scandinavo, Hallberg Rassy.
Classic Boat e Cantieri: la saga degli Hallberg Rassy
Quasi uno statement in se stesso, Hallberg Rassy è, per la vela, un nome e una garanzia. È il cantiere dei grandi bluewater, delle barche comode e sicure, barche pensate e progettate per portarci ovunque, dimentiche di ogni logica e rating dettato dagli handicap di regata. Che poi performino al pari di tante altre, se non meglio, sono dettagli. Ma la storia del cantiere, così come i suoi primi modelli – quelli antecedenti gli anni ‘80, antecedenti l’arrivo di Germán Frers – sono nozioni che spesso, invece, si perdono dietro il lustro del nome. Anche perché la saga di Hallberg Rassy nasce prima ancora che esista Hallberg Rassy stesso.
Le origini
La storia Hallberg Rassy comincia in due filoni paralleli, con le distinte esperienze di due figure fondamentali: Harry Hallberg e Christoph Rassy, grandi progettisti e imprenditori che, contro ogni aspettativa, non lavoreranno mai insieme.
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La prima parte di questa saga nasce in Svezia, nel 1943, quando Harry Hallberg apre il suo cantiere a Kungsviken. Qui progetta e realizza barche in legno, pezzi unici e capaci di riscuotere un qual certo successo. La vera svolta avviene però con gli anni ‘60, quando Hallberg comprende appieno i vantaggi della vetroresina, facendosi pioniere di questa svolta verso la produzione seriale. Nasce qui il primo grande successo, prodotto in 536 esemplari nel corso di 19 anni: l’Hallberg P-28, un progetto in legno del ‘55 convertito alla produzione in vetroresina dal ‘63 in avanti.
In parallelo, con i primi anni ‘60, un giovane Christoph Rassy comincia la sua carriera di costruttore navale, presto muovendosi in proprio. Alla ricerca di uno spazio adatto, acquista le strutture Hallberg di Kungsviken, con l’omonimo cantiere appena trasferitosi nei nuovi spazi di Ellös. Dal ‘65 al ‘72 esiste quindi un filone di diretta competizione tra i due cantieri.
Nascita di un mito
Nel 1972 Harry Hallberg si ritira, cedendo il cantiere. Rassy, alla ricerca di strutture più grandi, coglie la palla al balzo e acquista il complesso di Ellös, creando il brand Hallberg Rassy, capitalizzando sulla fama di cui già godeva il cantiere acquisito. Questo è il periodo dei grandi successi di Enderlein, piccoli capolavori come il Rasmus 35, il Mistral 33 e il piccolo ma performante Misil II.
Nel 1974 entra nelle linee di produzione il primo vero e proprio Hallberg Rassy, il Monsun 31, tutt’oggi il più grande bestseller del cantiere: oltre 900 esemplari costruiti in appena 8 anni. A questo segue l’Hallberg Rassy 41, firmato da Enderlein nel 1975. È il primo vero bluewater del cantiere, forte di un pozzetto centrale, interni ricchissimi e dotato di ogni comfort.
Parte così la saga dei cruiser per eccellenza, subito impostata con un secondo grande successo, l’iconico Hallberg Rassy 38 (immagine in apertura), il primo a portare la distintiva banda blu sotto la falchetta. Una serie di successi che si ripropongono fino al 1985, con l’ultimo scafo firmato da Enderlein, l’Hallberg Rassy 382, che segna la fine di una prima grande stagione.
Il sodalizio con Germán Frers
Il 1988 vede un nuovo trendsetter a dominare sul mercato. È l’Hallberg Rassy 45, vincitore overall della ARC e primo H.R. firmato dall’infallibile Germán Frers. Lo scafo è veloce e filante, forte di linee particolarmente marine e di un nuovo sistema di laminazione dello scafo in Divinycell, soluzione che non solo rinforza le strutture, ma implementa un notevole isolamento termico. È la nascita di una nuova era per il cantiere, un periodo d’oro che da questo binomio vedrà nascere alcuni tra i più grandi progetti di sempre.
L’anno successivo il successo è replicato, con Frers a firmare il 36 MK1. Verrà prodotto in oltre 600 esemplari. È la prova del nove. Seguono poi i grandi classici come il 42 F e l’Hallberg Rassy 46, yacht dell’anno nel 1995, progetti che coronano e consolidano la collaborazione con il designer argentino, tutt’ora ininterrotta, con il nuovo Hallberg Rassy 69 pronto a vedere l’acqua l’anno prossimo.
Un successo totale, insomma, e che non si ferma, replicandosi di volta in volta anche per tutti gli anni 2000, forte della formula più banale e longeva della storia: qualità, qualità, qualità. Dove la raison d’être di ogni progetto è, alla fin fine, il piacere della navigazione fine a se stessa.
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4 commenti su “La saga degli Hallberg Rassy, le Classic Boat bluewater per antonomasia”
Ho fatto tre vacanze estive su un Halbert Rassy 49 da ospite ed e’ stata una bellissima esperienza per la comodità , la sicurezza anche in situazioni forti ,e il piacere di quando entravi in rada o porto vedere gli altri armatori guardarti con invidia ? Gran barca.
Siamo riusciti a comprarci una HR 40 l anno scorso. In mare è perfetta, io però, essendo interior design, avrei evitato certe soluzioni un po’ sorpassate e avrei sfruttato meglio gli spazi, pur mandenendo la qualità costruttiva e dei materiali che apprezzo moltissimo.
Sono molto belle le HR, mai piacciono di più le barche di SwedenYachts – farete un servizio anche su questo cantiere?
Ho avuto un HR382 e un HR39 MkII, bellissime barche. Da quando ho cambiato barca vado a vela…