Coppa America: ecco come potrebbero essere i futuri AC 75

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L’AC 75 Te Rehutai con cui Team New Zealand ha vinto la scorsa Coppa America è uno dei punti di riferimento progettuali per la prossima generazione di 75.

Le prime regate preliminari della Coppa America, in programma dal 14 al 17 settembre a  Vilanova (Catalogna), sono sempre più vicine e presto vi racconteremo come le seguiremo. In attesa di vedere i team in acqua con gli AC 40, le barche monotipo con cui si corrono le preliminari e la Youth e Women America’s Cup, iniziamo a immaginare come cambieranno le vere barche che vedremo nella Coppa America 2024, gli AC 75.

Coppa America, verso i nuovi AC 75: i 50 nodi non saranno un muro

Sappiamo ancora poco del lavoro che hanno svolto, e stanno svolgendo, i progettisti per realizzare la seconda generazione di AC 75. Ogni team potrà realizzare solo una barca, quindi è vietato sbagliare perché un mezzo lento difficilmente sarà correggibile in corso d’opera, un po’ come avviene nel mondo della Formula 1. Una cosa è certa, se nella scorsa generazione i 50 nodi sono stati superati raramente, questa volta saranno spesso una realtà.

Foil sempre più magri

Più i foil sono piccoli più gli AC 75 avranno velocità di punta elevate. Aspettiamoci quindi appendici più magre rispetto a quelle viste ad Auckland nel 2021. L’obiettivo dei designer sarà quello di realizzarle il più piccole possibile senza penalizzare la stabilità di volo della barca.

Vele di prua sempre più piccole

Con l’aumentare delle velocità, è verosimile pensare che le vele della nuova generazione di AC75 avranno profili sempre più magri, e superficie ridotta soprattutto per le vele di prua. I fiocchi saranno dei piccoli triangoli, solo il J1 (la vela da vento leggero), sfrutterà buona parte della lunghezza di inferitura, gli altri saranno piuttosto corti per non interferire con le velocità di punta creando resistenza. Stesso motivo per cui non vedremo il Code Zero mai, neanche in allenamento.

Il bompresso finto

Come si è visto nella scorsa edizione, le condizioni per utilizzare i Code Zero non si presentano praticamente mai, e una volta che gli AC 75 volano le vele troppo grandi diventano controproducenti. Il bompresso sui futuri AC 75 sarà di misura minima, pensato solo per ospitare i sensori del vento e non per resistere a carichi importanti.

Addio sartie volanti

Luna Rossa era stata la prima ad eliminare le volanti durante la scorsa Coppa, poi costretta a rimetterle perché  non consentito dal vecchio regolamento. I futuri AC 75 non le avranno, per diminuire al massimo la resistenza aerodinamica.

Volumi sempre più scavati

Dati i risultati di performance avuti da Team New Zealand su Te Rehutai, non è da escludere che sui futuri AC 75 i volumi bassi dello scafo vengano scavati ancora di più, per aumentare quel “cuscinetto” d’aria tra scafo e acqua che accresce il “Lift”, la spinta verticale che tiene la barca sollevata. I volumi scavati collaborano così con i foil per accrescere la spinta verticale: più la forma dello scafo crea sostentamento, meno sarà necessario avere foil grandi in acqua, che aumentano la resistenza idrodinamica e diminuiscono le velocità di punta.

Equipaggio poco visibile

Per diminuire la resistenza aerodinamica creata dai corpi dell’equipaggio, il sailing team sarà quasi totalmente invisibile, solo una parte dei caschi sporgerà dal bordo dell’AC 75 e aspettiamoci in questa zona forme aerodinamiche più elaborate di quelle viste sulla prima generazione di AC 75.

Mauro Giuffrè

LA GUIDA COMPLETA SULLA COPPA AMERICA 2023-2024, CON L’INFOGRAFICA SUI FUTURI AC 75, SUL NUMERO CARTACEO DI OTTOBRE DEL GIORNALE DELLA VELA

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