Le drizze ci parlano, ci mandano dei segnali, ci dicono se stiamo utilizzando bene le nostre vele o meno. E allora questi segnali dobbiamo saperli leggere, per capire come migliorare la forma delle nostre ali.
La regolazione delle drizze è una questione da approfondire bene se vogliamo navigare, anche in crociera, in modo corretto e soprattutto efficiente. Ogni modifica del carico sulla drizza della randa o del genoa comporta una variazione del grasso sulla vela e va quindi ponderata in base alle condizioni del vento e del mare.
Drizze – Quando le vele parlano
Le vele danno due macro segnali quando noi regoliamo le drizze lascandole o cazzando. Quando c’è poca tensione si formano lungo l’infieritura delle piccole pieghe orizzontali. Se stiamo navigando con poco vento e onda quelle pieghette, accennate, devono esserci per avere una vela potente e con la giusta quantità di grasso. Se invece navighiamo con vento sopra i 10-12 nodi la drizza va cazzata invece fino a quando le pieghe non spariranno.
Drizze – occhio alla piega verticale
Il secondo segnale che ci danno le vele è invece una piega verticale parallela all’infieritura. Quando compare vuol dire che la drizza ha troppa tensione rispetto all’intensità di vento che c’è sulla vela. Va quindi lascata fino ad eliminare la piega per restituire la giusta forma. Anche con vento sopra i 15 nodi, la drizza si cazza adeguatamente per fare sparire le pieghe orizzontali, ma non deve mai crearsi la piega verticale. Nel caso in cui lo stopper con vento molto forte non riesca a tenere tutta la tensione che diamo alla drizza, possiamo decidere di bloccarla sul self tailing, qualora i winch della nostra barca ne siano dotati. Stopper più self faranno in modo che la tensione non si abbassi sotto carico.
Mauro Giuffrè