Crociera lunga, sicura e tranquilla con i 5 consigli di un grande navigatore

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crocieraLa storia della “Tettamanti’s Family” partita per il giro del mondo su un trimarano Neel 51 Kamana ve l’abbiamo raccontata QUI ed è stata seguitissima. Enrico Tettamanti, che è alla sua terza circumnavigazione del globo e ha macinato centinaia di miglia di miglia, a qualsiasi latitudine, dall’Equatore ai ghiacci polari, ci regala i suoi preziosi consigli per chi sta progettando una crociera “off-shore” lunga, sicura e tranquilla.

I CINQUE CONSIGLI PER UNA CROCIERA LUNGA E SICURA

SERVIZIO DI DI ASSISTENZA MEDICA

Abbiamo la grande fortuna di avere molti medici in famiglia: la mamma di Giulia è medico e la zia pediatra, quindi ad ogni esigenza anche minima le contattiamo per avere consigli. Data l’importanza che diamo al tema della salute e sicurezza a bordo, nonché la possibilità di avere sempre i medicinali necessari, abbiamo deciso di abbonarci a MedAire.

Si tratta di un servizio di assistenza sanitaria da parte di medici ed esperti che in caso di necessità cercano di risolvere problemi di salute e sicurezza, anche nel caso di particolari emergenze. Il servizio è attivo 24 ore su 24 tutto l’anno. Oltre a questo servizio propone dei kit, che noi abbiamo preso, studiati appositamente per chi naviga e va in crociera offshore, oltre che un kit pediatrico.

I kit sono studiati per trovare rapidamente nelle varie borse quello che ci serve, e per gestire in modo preciso ogni evenienza. Altro punto fondamentale che offre Medair è la gestione elettronica dell’inventario, che rende il monitoraggio delle date di scadenza e dei riordini un processo semplice e automatico.

ENERGIE RINNOVABILI

La tecnologia delle energie rinnovabili e di accumulo ha fatto passi da gigante. In vent’anni, da Kamana 1 al nuovo trimarano, con la stessa superficie di pannelli solari, la resa reale è praticamente raddoppiata.

Così si sono evoluti anche i generatori eolici, quelli idroelettrici (a bordo noi abbiamo scelto Watt&Sea) e le batterie. Purtroppo anche i costi sono cresciuti, oggi chi volesse scegliere un impianto efficiente va incontro a costi piuttosto elevati.

Secondo me comunque è un aspetto da valutare attentamente e, se possibile, optare per questa scelta, soprattutto per l’impatto ambientale. Parlando di aspetti tecnici, la resa e i lati positivi sono innumerevoli ma si percepiscono una volta salpati, quando ormai è troppo tardi per cambiare tutto. E’ importante studiare sin dall’inizio un impianto con tutte le variabili corrette. Cambiare una sola cosa in un impianto non studiato ad hoc per le energie rinnovabili può farci perdere tantissima efficienza.

METEO

Sono un appassionato di meteorologia, l’ho studiata per anni ed è una scienza che mi interessa molto. Sono un giovanotto di quasi 50 anni e, quando parlo del passato, non mi sembra di parlare di preistoria, eppure se comparo la tecnologia disponibile durante le mie prime traversate oceaniche a quella odierna mi sembra di andare ben oltre la preistoria.

Mi ricordo perfettamente quando scaricavo le cartine sinottiche a 24h/48h/72h con l’SSB (radio a onde corte), ormai considerato un cimelio bellico. Si scaricava situazione e tendenza di cartine che indicavano bassa e alta pressione, niente a che vedere con i grill files di oggi. Spesso, quando si arrivava a quella delle 72h, dopo innumerevoli perdite di segnali, erano passati due giorni e la carta, che sembrava più una mappa del tesoro del 1800, non aveva più grande attendibilità.

Adesso utilizzo svariati programmi per ricevere i dati che mi interessano rapidamente, anche nel bel mezzo all’oceano e a costi contenuti. Questo ha fatto sì che il modo di navigare, sia in termini di sicurezza che di performance, è drasticamente cambiato negli ultimi due decenni.

Tra tutte le app e i siti a disposizioni ce ne è una che uso sempre e che alla fine tengo in considerazione più delle altre prima di prendere la mia decisione finale su quando salpare e che rotta seguire. Si tratta di Weather 4D Routing. Facile da usare, mette insieme i dati dei modelli numerici di previsione meteorologica in maniera semplice e chiarissima. Multifunzioni, rotte, routing…. si può scaricare con qualsiasi sistema satellitare!

SISTEMI SATELLITARI

Oggi, come scritto sopra, l’SSB non è consigliabile, costa più di un buon sistema satellitare e ha poco senso nel mondo del diporto perché nessuno più lo usa. Di sistemi satellitari ce ne sono molti e sono in continua crescita. Un’ottima scelta per il prezzo d’acquisto, i costi di gestione e l’efficienza, è sicuramente Iridium Go. Detto questo consiglio vivamente di aspettare fino alla fine prima di scegliere una soluzione anziché un’altra perché in pochi mesi cambiano le offerte.

Ci sono sistemi satellitari che costano molto come hardware ma che poi offrono costi per il traffico inferiori rispetto a quelli con hardware più economici. Personalmente sto aspettando l’uscita di SpaceX, che potrebbe rivoluzionare completamente il mercato e rispetto al quale ho una certa curiosità. Secondo quanto si sa SpaceX dovrebbe entrare in funzione nel 2020 e offrirebbe servizio internet worldwide a costi comparabili alla telefonia mobile che abbiamo a terra.

VELE PER ANDATURE PORTANTI

Le barche moderne sono tutte passate a vele di prua murate su bompresso: il tangone, dopo essere stato lo strumento più apprezzato dai navigatori oceanici, è caduto nel dimenticatoio. Code 0, PFR, Gennaker, calze o avvolgitori senza fine, cavi antitorsione e non… In verità però se non si è su un mezzo puramente da regata, con un equipaggio di seri velisti che danno gennaker anche in piena notte dribblando i vari groppi, fare svariati bordi al lasco invece che pura VMG non ha senso.

Le barche moderne e anche i multiscafo non sono cosi veloci come promettono per usare la tattica dei laschi, e alla fine gli alisei sono sempre troppo di poppa. Quindi a chi vuole girare il mondo lungo gli alisei su un monoscafo consiglio vivamente di rispolverare il caro vecchio tangone. Su alcune barche, che non navigano veloci al lasco, ha addirittura senso tornare agli anni ’70 e pensare ad un doppio tangone. Per i multiscafo vale la stessa cosa, anche se si dice che non amino le poppe piene.

Questo è vero in quanto la randa, assolutamente predominante nel piano velico dei multiscafo, appoggia sulle sartie anche se regolata in maniera corretta e navigando a 120° di apparente… figuriamoci a 170! Noi, come quasi tutti i multiscafisti, spesso ammainiamo randa e navighiamo solo con le vele di prua, un grande genoa rollato su strallo e un FFR della One Sails studiato appositamente per le nostre esigenze.

L’FFR è rollato su un frullino senza fine ma senza cavo antitorsione.

Ciò permette di poter regolare la drizza (che lavora con tensioni molto inferiori e quindi si usura meno) per dare una forma più grassa alla vela e facilitare le andature di poppa. Infine, sfruttando la larghezza del mezzo, abbiamo studiato un sistema di drizze e paranchi che fungono da tangone. Anche quando il vento supera i 22 nodi possiamo navigare con fiocco e trinchetta a farfalla. In questa andatura ad ogni onda la barca sfiora i 15/18 nodi di velocità!

PER CONTATTARE ENRICO

Kamana 3.3 e la famiglia di Enrico possono essere seguiti nelle loro avventure attraverso l’account Instagram @kamanalife. Enrico Testamenti inoltre lavora come consulente per tutti coloro che desiderano pianificare traversate e giri del mondo o spedizioni in mete estreme. Dall’acquisto della barca alla realizzazione del progetto. Se volete contattarlo, potete farlo all’indirizzo enri.ttt@gmail.com

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10 commenti su “Crociera lunga, sicura e tranquilla con i 5 consigli di un grande navigatore”

  1. Iniziamo con l’ovvio: per comandare una “spedizione” oceanica si deve essere GIÀ uno skipper formato. Si sa che l’unica “patente” universalmente riconosciuta è lo yacht master offshore, per yacht battenti Red ensign, ovviamente… Sapete già cosa fare per il cambio bandiera con quella maltese. Non mi dilungo su cose che sanno tutti: per il corso di preparazione servono libretto di navigazione, biennale ed i certificati GMDSS SRC e First Aid. Per accumulare miglia, si raccomanda la frequenza di un “clinic” di altura per solitario.
    Partiamo dalla sicurezza intesa come safety: chiaro che l’assistenza medica è fondamentale e le dotazioni di pronto soccorso della tabella A non sono sufficienti. Quindi, dopo aver frequentato il corso medical care, la integriamo con alcune voci della tabella B, in particolare:
    Protocollo e prontuario USMAF per SARS COVID;
    Gli oppioidi e gli antidoti;
    Gli auto iniettori (3 atropina e 4 epipen);
    Antibiotici: almeno Amoxicillina e pomata oftalmica;
    Antitosse;
    Omeprazolo (Lansox);
    Antiparassitari;
    Antimalarici;
    Cerotti nitro glicerina (5);
    Set per infusione (3 fisiologica, 3 glucosata, intraossea Bone Iniection Gun);
    Antitetanica;
    Lidocaina;
    Kit per medicazione e chirurgia;
    Bombola O2 L5;
    Immobilizzazione:
    Collare Flamor Necklite, SAM splint, SAM pelvico, tavola spinale galleggiante (sarebbe bene tenerla fissata alle dtagle in pozzetto oppure trova posto in cuccetta di guardia o di quarto).
    Integrazioni:
    Defibrillatore semiautomatico Zoll, noleggio a partire da €25,00 al mese;
    Kit telemedicina Parsys basico:
    ECG, misuratore pressione, stetoscopio telefonico, analizzatore biochimico di ISTAT, pulsossimetro, sonda ecografia.

    Organizziamo il materiale per funzioni:
    Uno zaino o borsa (fornito col defibrillatore) riposto all’ingresso del tambuccio (o quadrato) organizzato per ABCDD dove riponiamo il pallone ambu, borsello blu per le vie aeree (tiralingua e cannule Guedel), il collare necklite, lo splint e il SAM pelvico, set per infusione (borsello rosso) kit medicazione (borsello verde) integrato col turniquet, le epipen, e l’aggiunta di benda israeliana, Celox (polvere e garza cm 15) e Betadine 50 ml.
    La valigetta della farmacia la custodiamo in cabina.
    Il kit telemedicina e il kit chirurgico alla postazione di carteggio, all’occorrenza attrezziamo il pilot berth a infermeria.

    Continua…

    1. … Aggiungiamo anche un sacco mortuario con sei maniglie, all’occorrenza funge da barella di evacuazione (evitare cineserie, ordinatelo su Magellano store).

      Dunque per la “spedizione oceanica” ci serve un sistema satellitare. Quale dipende dall’uso abituale che facciamo della barca. E vale sempre il discorso della ridodanza. Quante miglia all’anno percorriamo fuori dalla zona 1? Se la navigazione internazionale, anche breve, è frequente, vale la pena di avere il satellitare fisso: Iridium vessel link è il più veloce e si accoppia al sistema di monitoraggio Vtraker; noleggeremo un Isatphone 2 di riserva. Se non vogliamo affrontare la spesa (e rinunciare ai servizi GMDSS) noleggiamo un Inmarsat Explorer 710 per i servizi BGAN e di streaming (come appunto telemedicina e assistenza tecnica remota) e un Iridium GO EXEC che ci seguirà ovunque. Di fisso, un router Wifi come il wiboat di Nautigamma è onestissimo e lo raccomando.

      Bene le app Meteo che offrono il servizio di routine. Ma meglio ancora se abbiamo un routier che ci segue, sarà il nostro “team ashore”. Non sono affatto d’accordo che la radio SSB è preistoria, anzi ce ne vogliono DUE! Una Tecsun per scaricare GRATIS carte meteo e naxtex in app (droidnavtex, HF weather) e una di emergenza a manovella NOAA con tasto SOS!

    2. Può sembrare eccessiva l’enfasi su trauma ed emorragie, per esempio l’estricatore gonfiabile (tavola galleggiante) è la soluzione più pratica in barca o il collare arrotolabile che sta in una tasca e bendaggi fuori tabella (che ricordiamolo, è il MINIMO di legge e per la parte medicazione superato o inutile) di tipo “First responder”. Ma i MARINAI sanno che vuol dire una caduta da 15 metri, una cima in tensione che ti stringe le gambe, il colpo di frusta di una sartia che si rompe… Come pure dividere l’equipaggiamento per funzioni pare un controsenso alla “regola” non scritta di ficcare tutto in una grab bag. Il bravo skipper da le istruzioni necessarie al briefing, fa l’esercitazione MOB il primo giorno di navigazione ed il “ruolo emergenza” con esercizi anti incendio, falla e allestimento del quadrato a infermeria quello dopo.

  2. Preparare la barca.
    Se non vogliamo mangiare solo scatolette e liofilizzati e buttare il pesce che ci siano procurati con tanta pazienza, ci serve il congelatore a pozzetto. Per evitare continue accensioni e mantenerlo tra 0° C e 5° C, lo foderiamo con sacchetti refrigeranti e tappetini da spedizione, ci teniamo la scorta di lattine da un lato e prepariamo sacchetti da congelatore con cubetti riutilizzabili.
    Installiamo un timone a vento, per esempio lo Scanmar E-ruddder, montato su cancelletto swing gate si adatta a tutti i tipi di barca; limiteremo l’uso di pilota automatico, ECDIS e ARPA a quando stiamo sotto coperta. Con questi due semplici trucchi, una turbina Spreco Silentwind e due moduli fotovoltaici da 300 wp dovrebbero bastare a mantenere la batteria servizi.

    Tender: ci serve buono, un 3,70 o 4,20 e sempre armato rizzato a poppa, guadagnamo spazio di stivaggio nel gavone.
    In pozzetto, a dritta e sinistra di poppa, sarebbe bene armare due reti MOB Recovery cradle.
    Sempre parlando di safety, abbinare una Ursuit MPS a una cerata galleggiante Fladen è il massimo della protezione; si raccomandano cinture gonfiabili manuali con cappuccio separato e spare air tipo HEED3.

    Finiamo col gioco di vele. I gennaker:
    il furling reacher è più indicato per i monoscafo, con fiocco J1 e trinchetta. Per i cat che sono armati con Genoa e J2, invece è meglio un all purpose che ci fa correre di più alla poggia.
    Per entrambi, invece, la vela “magica” che sostituisce runner e SPI da ventone è il parassiti (che si può portare anche con una mano di randa per sforzare meno il timone). Una volta entrati nell’aliseo, con questa vela non dobbiamo fare più niente, è facile da gestire in doppio o con i winch elettrici.

  3. Infine, sempre parlando di vele e safety: Non capita, ma se succede… In caso di disalberamento, un kite AAPT ci toglie dai guai. È meno complicato del liberty kite. Un aggeggio che speriamo di non dover usare e teniamo nella cala vele insieme alla tormentina e la randa da tempesta.

  4. …meglio ancora del kite di Omega Sail, possiamo imbarcare la barra Commander pro di Wingit kiteboat. Con un kite di 20 mq ci divertiremo con i gonfiabili e all’occorrenza farà da vela di emergenza.

  5. Ancora sulla safety a bordo.
    Antifalla:
    Si raccomandano gli “ombrellini” Seabung per ogni presa a mare, il palloncino Airbob e, oltre al kit resina, la pasta stayafloat.

    Una semplice modifica alla presa di raffreddamento del motore: uno raccordo a T al quale collegheremo, in caso di via d’acqua, un tubo corrugato con filtro. Useremo il motore in folle come pompa di esaurimento e sbanderemo sul lato opposto, controallagando se ci sono i water ballast dovremmo sempre tenere un ARA con maschera gran facciale all’ingresso del tambuccio.

    Anti incendio:
    Si raccomanda l’installazione dei rilevatori di fumo (obbligati sui commercial yacht) estintore automatico in sala macchine; in aggiunta, coperta ignifuga e mangiafuoco in cambusa.

  6. Ora parliamo di un argomento scomodo…. La sicurezza stavolta intesa come security.
    Per un aspirante skipper che vuole accumulare miglia, a fine stagione si presenta l’occasione di imbarcarsi per i trasferimenti alle mete del charter invernale: la ARC per i Caraibi e Seichelles e Maldive in oceano Indiano. Ora, non parleremo prettamente di pirateria, fenomeno in calo in quelle regioni e le società, del resto, semplicemente pagano… Non si dice, ma pare che il “pizzo” alle bande sia più conveniente dell’ingaggio di contractors. Nè parliamo del caso limite dell’assalto al trimarano Lakota vicino le coste dello Yemen, l’equipaggio ha avuto un gran culo, non imitateli. Parliamo invece delle “robberies’, le rapine. Un charter a vela nei Caraibi all’isola Margarita, a Saint Vincent o a Santa Lucia nelle piccole Antille può trasformarsi in tragedia. Per non parlare degli agguati dei “ratos de agua” alla foce del Rio delle Amazzoni. Nei mari di casa nostra, costiera amalfitana e Sardegna invece ti fottono proprio la barca, dietro ovviamente ci sono le organizzazioni criminali attive nei traffici illeciti e tratta dei migranti che le fanno sparire in Tunisia e Albania.
    Nè possiamo applicare le best practice agli yacht… Difficile tenere la media di 12-15 nodi per seguire i convogli in mar Rosso e ingaggiare un security team costa 1500 USD al giorno. Escludiamo anche soluzioni come draglie elettrificate e concertina fuoribordo… Che resta? In primis, i sistemi di tracciamento come Vtracker o Nautic Alert TRITON. Poi l’importanza delle comunicazioni satellitari con il team ashore o in alternativa un routier, abbiamo già detto. Spesso sentiamo raccomandazioni di navigare oscurati e spegnere il transponder AIS… mica detto, anzi, un messaggio di default tipo ” armed marsec team embarked” può essere un bluff deterrente. Certo è valido il consiglio di non parlare in pubblico di destinazione, rotta e orari di partenza, ovvero, farlo apposta per depistaggio. Di armi a bordo non se ne parla, nemmeno pistola comune (anche se…) avrete un sacco di problemi doganali e, in caso di scontro, la peggio. Ci sono però tre cose che si possono fare: per le società di charter, pagare corsi di formazione per gli equipaggi, in particolare la condotta a seguito di abbordaggio, il “parler” della Tortuga vale anche oggi. Poi dotarsi di sistemi di sicurezza (allarmi, telecamere CCD, serramenti) e infine “armi’ non letali: il drazzler (laser verde di 300 mw) è facile da reperire in rete, ma consiglio di acquistarli in armerie o negozi di sistemi di sicurezza: “notifica” agli aggressori di essere stati individuati e puntati. Da ultimo, i Long Range Acoustic Device di genasys, specifici per maxi yacht. Per barche a vela sono inusuali a dire il vero, il modello portatile 450 XL su treppiede per esempio è il più usato dai contractors… Il Mobile Sound Shield per applicazione veicolare invece può servire allo scopo: montato sulla tuga, propaga una bolla sonora a 360° in un raggio di 100 metri sufficiente a scoraggiare l’abbordaggio; inoltre può fungere da Rete Ordini Collettivi e “super stereo”.

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