Gennaker asimmetrico in crociera: meglio calza o frullone?

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gennaker asimmetrico

Avere a bordo un gennaker asimmetrico armato con la calza oppure su un frullone è molto diverso e i due assetti condizionano manovre, gestione di situazioni critiche e il lavoro generale dell’equipaggio. Ecco alcuni consigli tecnici frutto dell’esperienza di Luca Sabiu, navigatore e sailing coach.

Gennaker asimmetrico in crociera, le scelte da fare

Per la navigazione a vela alle andature portanti i gennaker asimmetrici negli ultimi anni si sono diffusi a macchia d’olio sia su cabinati plananti  da regata che su barche da crociera. Si tratta infatti di una valida alternativa al tradizionale spinnaker, più pratica, versatile e altrettanto efficace.

Quando si parla di gennaker asimmetrici tuttavia c’è una decisione che divide i velisti e forma due vere “scuole di pensiero” è: calza o frullone? In generale la calza permette di ammainare anche delle vele disegnate con un bordo d’ingresso molto pronunciato, ma la manovra con vento teso non è semplicissima e la vela risulta più pesante e ingombrante da stivare. L’uso del frullone è più comodo e pratico, ma per far sì che il gennaker si possa avvolgere il bordo di ingresso della vela dovrà essere un po’ più retto e meno “rotondo”. Risulta quindi  più complesso avvolgere un gennaker pensato per la “navigare bassi”, mentre una vela con un taglio più da lasco stretto non ha controindicazioni. 

 Cerchiamo allora in questo articolo di fare chiarezza sull’uso della calza o del frullone per navigare con un gennaker asimmetrico e dare dei consigli utili a quanti vogliono acquistare un gennaker asimmetrico senza incorrere in acquisti errati.

Calza o frullone: i 5 aspetti tecnici che fanno la differenza

Cominciamo dicendo che entrambe le opzioni hanno pregi e difetti con differenze sostanziali a livello pratico. Andiamo quindi ad analizzarle insieme evidenziando anche qualche trucchetto basato sulle mie esperienze reali e come personalmente lavoro su queste vele nei miei workshop a bordo con gli allievi. Partiamo dalle 5 differenze principali tra i due armi, avvolgibile e calza. 

01 GENNAKER ASIMMETRICO

1. Range di “lavoro” del gennaker asimmetrico 

Un gennaker asimmetrico su calza ha il grande vantaggio di avere una “spalla” più pronunciata e più potente. Questo permette di poggiare e navigare più “bassi”, ossia con circa 15-20 gradi in più rispetto a una vela armata su frullone che per le sue caratteristiche di forma (deve riuscire ad avvolgersi) non può avere una spalla pronunciata e quindi il suo range è in un’andatura più stretta. Ricordiamo inoltre che la vela avvolgibile è una vela “all in/all out”, ovvero o tutta aperta o tutta chiusa.

02 ARMO GENNAKER ASIMMETRICO

2. Regolazione del bordo d’entrata con la tack

Un’altra grande differenza tra i due armi sta nella possibilità in quello con la calza di regolare la tack facendo “twistare” la vela, quindi accompagnando sopravento la spalla. Chiariamo meglio. Il gennaker è una vela per le andature portanti che nel tempo, per facilità di utilizzo rispetto allo spinnaker, è diventato più usato dai diportisti. È evidente tuttavia che con questa vela non si riesce a navigare poggiati come uno Spi simmetrico. Per riuscire a scendere di più sottovento dobbiamo portare più “spalla possibile sopravento”. Come fare dunque? 

Lascando la tack, la vela si alza e con lei il centro di pressione ottenendo un twist della parte alta e centrale della vela che ci permetterà di lascare più scotta e rendere la nostra vela più profonda e potente. Questa manovra con la vela avvolgibile (salvo casi rari tecnologici) non è possibile, perché la vela è murata al frullone in un punto fisso.

3. Dimensioni e facilità di stivaggio a bordo

Oggi purtroppo sempre meno barche da crociera hanno la cala vele come le barche di un tempo e quindi questi dispositivi spesso a bordo sono un bel “bagaglio” da movimentare sotto i letti, o peggio, nei gavoni. Una volta nel sacco, le due vele, avvolgibili e calza, hanno un ingombro simile. La differenza è che quella avvolgibile sarà un lungo “biscione” e l’altro un grande tubo di tela che contiene la vela. Una precisazione importante riguarda il fatto che la vela avvolgibile non può essere armata e lasciata armata come il genoa: non avendo la banda anti UV, infatti, il sole distruggerebbe il tessuto; inoltre, sopra una certa intensità di vento, si potrebbe aprire e distruggere. Sopra i 17-18 nodi il mio consiglio è sempre quella di ammainarla.

Nel caso a bordo dovessimo disporre di altre vele avvolgibili, tipo code Zero e trinchetta, il frullone (senza vela) potrà rimanere armato in coperta, come sui Class40, gli Imoca, etc. In caso contrario, seguirà la vela nel sacco.

4. Equipaggio presente a bordo

Questa è per ma la vera grande differenza tra le due vele sulla quale invito i miei allievi a riflettere. Prendiamo come esempio due equipaggi tipo. Il primo è composto da marito moglie e due figli piccoli. In questo caso una vela con la calza in presenza di un colpo di vento, magari di notte, obbliga lo skipper ad andare all’albero per chiudere il circuito della calza in modalità “navigatore solitario”. Nelle stesse condizioni con una vela avvolgibile si farebbe tutto dal pozzetto, senza dover andare a prua.

L’altro equipaggio tipo è invece composto da gruppo di amici che fanno anche regate di altura, quindi non hanno problemi a coprire le varie posizioni di lavoro. In questo caso una vela con calza, avendo una spalla d’ingresso più potente, li farà poggiare molto di più rispetto all‘equipaggio precedente con evidenti vantaggi di rotta. Diciamo allora che una vela avvolgibile risulta più facile da gestire, ma è meno performante. Anche se in una situazione con tanti groppi tutti la vorrebbero proprio per la rapidità di chiusura, per poi tornare in rotta non appena passato il momento critico. 

5. Operazione di ammainata del gennaker asimmetrico

“Occupati più di come tirarla giù, che di come tirarla su”. Nel mio lavoro questa è una regola sacrosanta. Una vela in qualche modo sale sempre, che sia con una manovra impeccabile oppure con un lavoro approssimativo. Semplicemente ad un certo punto la vela si gonfia e via. Lavorando con molti allievi mi capita di vedere spesso grandi pasticci, soprattutto per chi è all’inizio o ha comunque poca esperienza. Il vero problema sta nell’ammainata: se ammainiamo male, in modo confuso, saltando le fasi della procedura, facciamo solo danni, o peggio, rischiamo anche di farci male. Quindi l’ammainata va fatta seguendo una procedura tassativa e più sale l’intensità del vento più dobbiamo rimanere centrati sulla corretta manovra.

Mi piace paragonare l’ammainata con la calza con vento fresco all’apneista che risalendo a corto d’aria vorrebbe accelerare la pinneggiata per riemergere, e invece deve stare calmo per non consumare più energie del dovuto e arrivare in superficie. Con il frullone questo risulta tutto più semplice, basterà lascare scotta e avvolgere.

Scegliere in base alle proprie esigenze di navigazione

Come si vede dunque per la gestione del gennaker asimmetrico scegliere un tipo di armo, calza o frullone, è molto diverso sul piano pratico e condiziona in modo sostanziale la vita a bordo, le manovre e in generale l’approccio dello skipper e dell’equipaggio. Conoscere e valutare attentamente queste differenze è il punto di partenza che nel momento dell’acquisto di questa tipologia di vele permette di evitare errori grossolani. Dopodiché è tutta questione di esperienza, modalità e assetto di navigazione. Buone andature portanti a tutti!

Luca Sabiu

Luca Sabiu al timone di “Flow”

Se volete approfondire l’argomento:

L’uso della calza o del frullone per la navigazione con gennaker asimmetrico è uno degli argomenti approfonditi durante il Giro di Sardegna Formativo Istruttori Uisp, un training di formazione itinerante lungo organizzato da Uisp Vela dal 23 al 30 settembre 2023 e rivolto ai suoi istruttori. A tenerlo a bordo del suo Class 40 “Flow” è Luca Sabiu, navigatore oceanico e sailing coach, che su questo tema ha sviluppato una grande esperienza pratica. Se vuoi saperne di più vai alla pagina https://lucasabiu.com.

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3 commenti su “Gennaker asimmetrico in crociera: meglio calza o frullone?”

  1. Cominciamo col dire che, parlando di crociera, dobbiamo comunque ragionare per equipaggio ridotto o conduzione in solitario che è la regola nel charter.
    I cruising gennaker si dividono principalmente in reacher e all purpose, ci dirà il velaio quale fa al caso nostro. Si distinguono per avere la loro girella incorporata, quasi tutti hanno anche il tuf l’uff e non richiedere il frullone Ora, prendiamo ad esempio un classico plasticone monoscafo di serie armato con albero a un ordine di crocette,. strallo e stralletto tessile con randa e Genoa. La vela colorata giusta per questo tipo di barche è il reacher avvolgibile. Generalmente, stringe il vento più di un code in un range da 5 a 22 nodi. Il grande vantaggio è che non useremo più il Genoa che sostituiamo col J1 da bolina stretta con aria più fresca e, nelle condizioni tipiche di vento medio dell’estate mediterranea, staremo sempre con la trinchetta a segno, avremo una barca più neutra al timone e abbiamo eliminato il problema del cambio vele. Una va bene per tutte le andature, col gennaker da crociera si naviga comunque sempre poggiati con un angolo tra i 50° e i 140° AWA.

    1. Sui catamarani invece, che di solito sono armati con Genoa, J2 e stralletto, ovviamente scegliamo un all purpose. Volendo, possiamo sostituire il Genoa con un FRO (codice frazionario zero) che nel mondo delle regate sta progressivamente sostituendo i J1.

    2. Il discorso vale anche per barche monoscafo da crociera veloce o cruiser racing. È il caso di Vento di Sardegna di Andrea Mura, che come noto è anche velaio, che ha sbarcato tutti i gennaker e ha solo reacher.
      Per chi fosse alla ricerca di un gioco di vele buono per entrambi gli usi e ridurre i costi di gestione, North Sails ha messo a punto la gamma di gennaker dual purpose, in vari laminati e tagli.

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