Classic Boat – Le grandi eccellenze degli anni ‘90
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Vi abbiamo parlato di Classic Boat e ve ne abbiamo presentato le più significative, progetti brillanti e meritevoli di essere celebrati e considerati per il valore che hanno (QUI). Per approfondire il tema come merita, contestualizzando ogni progetto e ogni barca al suo tempo, ecco ora una serie di articoli di approfondimento, brevi analisi dei canoni progettuali, delle loro evoluzioni e delle stesse Classic Boat, periodo per periodo. Sull’onda del precedente episodio (QUI), dedicato alla fine degli anni ’80 e ai primissimi anni ’90, arriviamo ora alla conclusione di questo percorso, guardando i grandi progetti che hanno caratterizzato la metà degli anni ’90.
Classic Boat – Le grandi eccellenze degli anni ‘90
Entrati nel vivo degli anni ‘90, rimane ormai ben poco del canone progettuale relativo le grandi Classic Boat degli albori della vetroresina. Le poppe strette e stellate, i bagli massimi a centro barca e gli ampi slanci sono infatti venuti meno e, come forse solo 30 anni prima, le barche cambiano ora radicalmente. Dal ‘93 al ‘97 – con i Mid ‘90s insomma – tutto cambia. L’IMS è ora il nuovo dogma per i regatanti e la crociera si omogenea alle nuove linee e alle nuove tendenze. I bagli massimi sono ora più larghi, arretrati rispetto al centro barca e molto meno rastremati nel venire verso gli specchi di poppa, sempre più ampi e “appiattiti”.
Cambiano i materiali per la regata e le tecnologie di serie riducono immensamente gli spessori nelle laminazioni, garantendo pesi estremamente ridotti, appendici più profonde e meno turbolente. Insomma, le barche tendono al “planante”, i bulbi iniziano a spopolare e gli armi si frazionano anche laddove prima il “masthead rigging” non era messo in discussione. Ma, soprattutto, si va confermando l’era delle tecnologie digitali, con i software che entrano a farla da padrona, portando a canoni progettuali mai così vicini agli standard odierni.
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Classic Boat 1993-1997 – Una nuova epoca progettuale
Crociera e regata sono ormai un pacchetto quasi-completo, raramente scomponibile. Non mancano i cantieri “puristi”, da sempre dediti ad una precisa filosofia progettuale, ma con gli anni ‘90 il trend cambia decisamente, dimostrando come il “cruiser-racer” sia il genere su cui puntare, optando piuttosto su configurazioni che, in base alle necessità, favoriscano più verso l’uno o l’altro utilizzo.
Nel 1993, oltre al grandissimo Grand Soleil 50, nasce così anche un piccolo 10.7 metri capace di diventare uno dei grandi successi X-Yachts del decennio, l’X-362. Scafo pensato per la famiglia, è però profondamente portato per la regata, e bastano pochi grandi piazzamenti perchè il cantiere non lo declini subito anche in versione racer. Due ritocchi a chiglia e rigging e nasce l’X-362 Sport, un perfetto esempio dello spirito del suo tempo, replicato nel ‘94 grazie all’ X-332, sempre firmato da Jeppesen.
Nel 1994 però nasce anche un’altra stella sul fronte del performance cruising, lo statunitense J-120, capostipite della filosofia “crociera e regata insieme” di J-Boats. Le linee definiscono a pieno il trend: il bordo libero ridotto, tuga bassa e volumi semplici. Un’essenzialità che tenta di permeare il tutto, portando anche ad un’ulteriore novità, la costante ricerca della facilità di manovra, così che due sole persone imbarcate possano gestire il tutto senza lasciare il pozzetto.
X-Yachts e J-Boats non rappresentano però casi isolati. Anche i “big” di sempre giocano su questi canoni, come ben dimostra Beneteau, che sempre nel ‘94 fa firmare un performance-cruiser alla superstar francese Philippe Briand. Nasce il Sun Fast 36, un progetto modernissimo per l’epoca, dove si confermano pinna con bulbo a siluro e armamento velico frazionato. Un trend che d’ora innanzi definirà tantissime tendenze progettuali, come si evince guardando il First 40.7, di ben 3 anni dopo.
Classic Boat 1993-1997 – Tra due estremi
Con la metà degli anni ‘90 il trend progettuale è ormai definito. Eppure, tra i vari fast-cruiser e performance-cruiser che popolano il mercato, alcuni “classici” ancora svettano. Tra questi, indimenticabile, l’Hallberg Rassy 46 di Frers, un successo da 130 esemplari, a cui il cantiere scandinavo dona volumi extra-large, per crociere all’insegna della sicurezza e della comodità. Insomma, l’accoppiata H.R. / Frers firma un’altra barca da giro del mondo, giustamente premiata come Yacht of the Year nel 1995.
Nel ‘96 è invece J-Boats a firmare un cruiser di successo, sebbene ancora dalla tendenza ibrida. È il J/160, primo tentativo del cantiere nello strizzare l’occhio più alla crociera che alla regata. La poppa è larga, i volumi altrettanto e tutto punta al comfort, ma le appendici rimangono quelle della tradizione J-Boats. Comunque sia, un gran performer.
Classic Boat 1993-1997 – Monotipi e cambi d’epoca
Se nel panorama degli ibridi riescono a svettare anche progetti più “classici”, impostati con in mente la crociera, è altrettanto vero che gli anni ‘90 non deludono nemmeno sul fronte della regata pura. Nel 1993 nasce infatti un monotipo rivoluzionario e conosciutissimo, il velocissimo Melges 24 (foto in precedenza), firmato da Reichel & Pugh. Nel ‘95 seguono due altri grandi classici tra i mono: il J/105 e il Mumm 30.
Rispettivamente, spartano ma completissimo il primo, e vero missile a vela il secondo, estremo come un’auto da pista e affascinante come un grande classico contemporaneo, questi due inaugurano ufficialmente una stagione di design decisamente discosta da qualsiasi canone precedente. Una stagione che porterà a barche iconiche, famosissime tutt’oggi e più che moderne per concezione e design. Seguono, infatti, due barche destinate a stravolgere tutto.
Felci Yacht Design, appunto, nel 1996 decide di sfidare i colossi francesi e disegna un Mini Transat. Il suo piccolo sei metri è veloce, innovativo e ricco di soluzioni originali che lo porta ad un successo inaspettato, cui segue subito una versione di serie, il Tè Salt CR, varata in ben 35 esemplari adattati per la crociera, una crociera forse un po’ “hardcore”.
Però, a svettare sopra tutto e tutti, è il maestro Bruce Farr che, nel 1997, sforna un capolavoro, il Farr 40, la classe monotipo d’eccellenza per il decennio. Oggetto fuoriserie unico, possiede già molto di quanto presente nel nostro millennio e, insieme con un altro capolavoro suo contemporaneo, il Baltic 50 (immagine di apertura) di Tripp, emblemizza al meglio un’epoca ormai conclusa e già proiettata sugli anni 2000, progettualmente anni luce da quelle prime Classic Boat del 1967.
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