Sono stato in barca a Mustique, l’isola dei miliardari (dove sta Mick Jagger)

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Mustique Britannia Bay
Mustique (foto di qwesy qwesy)

Non doveva fuggire da nulla, voleva solo realizzare il suo sogno: attraversare l’oceano. Così Nicolò von Wunster, 60 anni, mette un annuncio on line per trovare imbarco e si ritrova in Sudafrica a bordo di un Oyster 625 dei signori Roger e Mary verso la sperduta isola di Sant’Elena e poi il Brasile.

Diario di bordo della prima volta in oceano di un ottimo velista che porta l’Italia a bordo di una barca inglese. Nicolò (che ha un curriculum velico di tutto rispetto. Due volte Campione italiano Tornado ha navigato per 30.000 miglia in tutto il Mediterraneo con il suo Baltic 38DP) ci racconta il suo “Ocean Passage” in quattro puntate, ricche di consigli utili.

Nella terza puntata del suo viaggio, lo abbiamo lasciato a Fernando de Noronha. In questa quarta puntata, Nicolò racconta i 10 giorni di navigazione finali della sua avventura, dall’isola brasiliana a Grenada con sosta a sorpresa Mustique, piccola isola privata delle Grenadine, l’isola dei miliardari.

Fernando de Noronha – Mustique

10 giorni di navigazione, 2071 miglia. Il racconto di Nicolò von Wunster

Il 3 marzo alle 19.30 (16.30 UTC) salpavamo l’ancora e mettevamo prua a 300 gradi bussola, destinazione Grenada. Questo passaggio sarebbe stato alquanto lungo, tuttavia analizzando le diverse rotte, suggerite dal sistema PREDICTWIND, si rilevava una importante corrente a favore lungo la costa, oltre i tre nodi, dovevamo però allungare non di poco la distanza dovendo accostare non di poco verso la costa.

Al secondo giorno di navigazione David pescava di nuovo un bellissimo Dorado, chiamato anche Mahi Mahi. Il primo risaliva al 1° marzo. David era super orgoglioso, anche perché aveva preparato la lenza e la canna con molta cura. Sfilettò il pesce con molta maestria e preparammo diversi tranci che opportunamente finirono in contenitori nel freezer. Anch’io mi misi di impegno ma il mio pesce riuscì a tagliare il terminale malgrado fosse di metallo. Cambiai un paio di esche, però senza un gran successo.

David era dispiaciuto del mio insuccesso come pescatore, anche perché, senza rifletterci forse troppo, al secondo pesce mi aveva lateralmente preso la canna dalle mani togliendomi il merito della seconda cattura. Gli dissi di stare tranquillo che io avrei pescato un pesce molto più grande dei suoi. Il giorno dopo la “mia canna” visto il precedente, inizio a fischiare e mi precipitai. Ovviamente temevo di perderlo, sarebbe stata una figuraccia davanti a tutto l’equipaggio. Mi impegnai con tutte le mie forze mentre David era pronto ad aiutarmi con il raffio.

Dopo quasi 10 minuti di lotta, si intravedeva la fine della lenza e il pesce. Lo portai sottobordo a poppa e David lo arpiona e lo tira a bordo. Un barracuda da 12,7 kg!! Roger e Mary molto contenti e la mia reputazione era salva. Guardai David e gli protesi il pugno per incontrare il suo come segno di vittoria di squadra. Mentre lo stavo sfilettando con grande maestria, il mulinello della canna di David cominciò a fischiare. Dopo 10 minuti, David portava sottobordo un White Marlin che arpionavo e tiravo a bordo. 15 Kg!! Avevamo insieme battuto il record di pesca a bordo.

30 kg di pesce!

Avevamo ora oltre 30 kg di pesce nel freezer, pertanto ora si poteva e doveva mangiare pesce per i prossimi giorni. Iniziamo a preparare la qualunque: Sashimi, Ceviche, tipica ricetta peruviana a base di pesce crudo marinato con lime, cipolle rosse e peperoncino, pesce scottato su un letto di purè di patate con noce moscata e parmigiano, pesce fritto su risotto alla parmigiana, brodo con pastina e cubetti di pesce scottato nel brodo, mousse di pesce bollito con cipolla patata e limone, frullato con olio d’oliva, capperi e olive e servito su crostone di pane, pesce fatto in umido, marinato in salsa di Soya e miele, pasta alla puttanesca con piccoli cubetti di pesce cotti per pochi minuti nella salsa di pomodoro ….insomma un apoteosi di pesce buonissimo in tutte le ricette.

Caldo equatoriale

La corrente ci spingeva a oltre 12 nodi, e per non perderla veleggiavamo con vento in poppa e genoa gemelli a prua, a poca distanza dalla costa, tra le 50 e cento miglia. Sembrano molte ma in realtà a meno di mezza giornata di navigazione. Impressionante quando passammo al traverso, ancorché distanti, della foce del Rio degli Amazzoni, il fondale scese a meno di 30 metri a causa dei sedimenti millenari portati dal fiume. Eravamo ormai a pochissimo dall’equatore e le giornate erano calde ed umide con diversi groppi intorno a noi con qualcuno su di noi. Le cuccette erano umide e ogni maglietta pure, non asciugava più nulla, l’aria condizionata, quasi mai usata fin qui, divenne la più bella comodità in cabina. Prima di tale privilegio per poter respirare in cabina aprii il boccaporto che dava in coperta, solo un pochino per far entrare un po’ di aria notturna e respirare. Il problema che senza accorgermi mi addormentai e non so esattamente dopo quanto mi risvegliai di colpo colpito da una cascata d’acqua salata, che mi prese in pieno in cuccetta. Mi alzai grondante e rimasi per qualche minuto senza parole.

Guai se avessero scoperto la mia leggerezza dato che l’ordine era tassativo: boccaporti sempre chiusi. Smontai la cuccetta completamente e nella giornata che seguì, dissi che era arrivato il momento di lavare e sciacquare bene lenzuola federa e copri materasso. Stesi tutto al vento e dato che ero il maniaco della pulizia a bordo la cosa passò senza troppe domande. Non aprii mai più il boccaporto, anzi mi occupavo di controllare che fossero sempre tutti chiusi anche quelli del salone prima della notte. I groppi rinfrescavano l’aria e lavavano la barca dal salino, anche la doccia naturale in coperta era piacevole. Finalmente arrivò il giorno del passaggio dell’Equatore, la cosa fu ancora più gradita perché si poteva celebrare stappando il miglior champagne a bordo già messo bello in fresco per l’occasione.

Era per tutti un momento importante: la prima volta per me come per David che però non era mai stato in vita sua nell’emisfero boreale, essendo nato e cresciuto in Sud Africa a Durban. Per Roger e Mary voleva dire tornare dopo oltre 20.000 miglia nell’emisfero della loro amata Inghilterra, quasi a casa, si fa per dire. L’umore a bordo era ottimo, avevamo raggiunto una sincronia perfetta, la mia cucina allietava tutti e Mary si stava godendo ancor di più la cosa, avendo rimosso il cucinare ed il pulire. Io e David, promosso mio sous chef, facevamo tutto con un’organizzazione svizzero-afrikaans non lontano dalla mentalità olandese.

Invito a Mustique

Una mattina a colazione Mary ci disse che l’Ocean Pearl con il suo equipaggio al completo era invitato ad una festa di compleanno dagli Hutchinson, armatori di un bellissimo Oyster 70, niente popò di meno che a Mustique, l’isola di Mick Jagger e altre celebrities, e proprio al bar più famoso, da Basil’s Bar. Io e David eravamo super felici visto che all’arrivo a Grenada saremmo sbarcati subito, per lasciare spazio agli ospiti che da quel momento si darebbero goduti le isole dei Caraibi fino all’arrivo del Rally con una grande festa, ad Antigua. La rotta impostata anche se apparentemente più lunga ci permise di arrivare il decimo giorno di navigazione al nuovo waypoint. Roger ancora una volta aveva mostrato la sua bravura come capitano, senza cedere alla tentazione di tirare diretti sui Grenada ma seguire ed inserire i waypoint suggeriti dalle tavole analitiche di PredictWind.

Arrivammo nella baia di Mustique in tarda mattinata del 13 marzo dopo 10 giorni di navigazione e 2000 miglia. Arrivare da sud dopo giorni di solo mare all’orizzonte e cominciare a vedere di colpo una, tre, cinque isole tutte intorno, Les Grenadine in questo caso, è una grande emozione, anche perché queste isole hanno una morfologia bellissima e sono molto verdi. Grandi banchi di alghe però ci avvolgevano nel nostro avvicinarci a terra. Ormeggiammo al gavitello, aiutati dal responsabile che ci venne subito in contro molto gentile e sorridente. Poco dopo sorseggiavo un tè, l’immancabile English Tea, contemplando la baia.

A tu per tu col campione del mondo 420

C’erano già altri Oyster e molti altri sarebbero arrivarti dalle vicine isole, attirati ovviamente dalla festa prevista mercoledì 15 marzo. Scendemmo a terra e non si poteva ignorare che eravamo arrivati su un’isola per super ricchi. Roger ci disse poi, che aveva saputo di una villa in vendita per 200 milioni di dollari. Sicuramente avremmo potuto permetterci i famosi Rhum Punch del Basil’s Bar e un paio di giorni di relax. In particolare, tengo a nominare l’incontro con la famiglia Parkin, inglese, ma residente in USA col figlio di 16 anni, Freddie.

Ci incrociammo da Basil’s Bar e chiacchierammo del più e del meno e della loro passione per la vela, prima olimpica poi oceanica. Freddie, abbastanza timido, mi disse che lui correva in 420 e che amava molto l’Italia e che imparava l’Italiano a scuola a Boston. Era stato al Campionato del Mondo 420, tenutosi a Marina degli Aregai – Yacht Club San Remo, nel 2021 ed aveva un bel ricordo. Gli chiesi come era arrivato, mi rispose sottotono: ho vinto!! Freddie era campione del mondo 420 U17!!!

mustique
Nicolò von Wunster assieme a Freddie Parkin, campione mondiale 420 U17, a Mustique

Fiumi di alcol per tutti

Verso la metà pomeriggio di mercoledì c’erano diversi Oyster parte dell’Ocean Rally e un paio che avrebbero partecipato al prossimo, attirati dalla flotta concentrata qui. Alle 19.00 scendemmo a terra, Roger aveva una bellissima camicia a fiori, look curato da Mary che era pronta e carica per godersi la festa, dopo tante miglia in mare. Le feste inglesi rispetto a quelle italiane non sono molto diverse solo che si invertono i rapporti alcool cibo in quella inglese si assesta rispettivamente a 70% / 30%!!

mustique

Difficile uscirne sobri anche per i bevitori più moderati. Peccato che noi avevamo una partenza alle 4.30 del mattino per Granada. Le nostre ultime 60 miglia. Arrivati al Basil’s Bar incontrai diversi armatori, tra cui il padre di George, il più giovane della flotta con i suoi 15 anni, Louis, irlandese, armatore di Irene IV e super innamorato dell’Italia dove si reca spesso per lavoro. Poi una coppia di americani di Chicago, che sapendo della mia reputazione come chef di bordo italiano, mi chiesero subito di consigliare loro che pasta comprare, e come si faceva la Puttanesca e la vera Carbonara, avendo sentito che noi a bordo avevamo Pecorino e Guanciale che Roger chiamava “1 Charlie”!!

Dopo il primo Rhum Punch era consigliabile passare alla birra e dopo un po’ il buffet era aperto e fummo invitati ad iniziare a servirci. Io mi sedetti in uno dei tre grandi tavoli, ancora vuoto e dopo poco arrivò George, poi David e poi tutti i giovani della flotta. Il tavolo era il più divertente della festa, con anche il figlio della festeggiata e la sua fidanzata, che si erano occupati dell’organizzazione della festa. Loro erano in barca dall’inizio quindi da gennaio 2022 senza mai sbarcare. La nostra barca era nota per aver un capitano molto pignolo e ci raccontarono aneddoti molto divertenti e che la nostra reputazione era molto alta presso la flotta non avendo mai avuto problemi ed essendo riusciti a recuperare lo svantaggio temporale di 15 giorni.

mustique

Fu quando dissi che forse io avrei dovuto stare ad un altro tavolo visto l’età media che era forse sui 25 anni, che uno dei ragazzi, seduto di fronte a me mi disse che in fin dei conti non ero poi così lontano visto che secondo lui avevo circa 45 anni. Non sapevo cosa rispondergli. Mentirgli sulla mia età mi sembrava grottesco, ma confessare che avevo più del doppio della sua età, mi avrebbe immediatamente escluso da quella banda di giovani vagabondi degli oceani, con cui scherzavamo e parlavamo come fossimo compagni di classe e la cosa proprio non mi andava molto giù. Questo credo che sia un’altra delle dimensioni fantastiche di andar per mare.

Qualcuno dice che la gente che va per mare è bella a prescindere, c’è un fondo di verità però. Li trovavo tutti veramente stupendi e pensai ai miei figli della loro età esattamente dai 15 ai 28. Che bello sarebbe stato poter fare il giro del mondo a vela tutti insieme o almeno averli avuti qui in quel momento. Credo un sogno irrealizzabile visto l’impegno sul lavoro delle mie figlie, e la scuola di mio figlio oltre agli impegni miei e di mia moglie.

Alle 4.30 ero sul ponte dopo un buon caffè, salpammo dal gavitello e puntammo la prua a sud con direzione Grenada. Il vento aumentava ma mano che uscivamo dalla copertura di Mustique, dopo un’ora dissi a Roger che proseguivo da solo il turno e che poteva tornare a dormire. Mi godetti l’alba con l’isola di Canuan al traverso. Navigavamo sottovento alle isole che mano a mano sfilavano sul bordo di sinistra, con un bellissimo vento al traverso, gli Alisei settentrionali che soffiano costanti da Nord Est.

Alle 7.30 Sali Roger e io gli passai il comando dopo essere stato con lui a contemplare il nostro traverso. Condividevamo la stessa passione e la differenza d’età era per me un motivo di soddisfazione potergli essere d’aiuto a bordo, se lo meritavano entrambi, stavano completando il giro del mondo a 78 e 75 anni, con uno spirito straordinario. Arrivati al porto di Grenada, malgrado il vento, Roger ormeggiò con una manovra da manuale, che gli rimarcai con piacere. Li trovammo molti Oyster essendo Grenada la penultima tappa ufficiale del Rally.

Lo stesso giorno arrivarono gli amici di Mary e Roger, Maurice e Mary, e come benvenuto Mary mi chiese di preparare la mia famosa Carbonara. Per fortuna mi riuscì proprio bene, e potei ancora una volta confermare la mia qualità di First Mate e Chef.

mustique

6.700 miglia in oceano

Prima di lasciare Grenada riuscii a comprare un bel Log Book, che non ero fino ad allora riuscito a trovare, e trascrivere tutte i 5 Passage certificati e stampati da Roger.

Avevo realizzato 6700 miglia in oceano. Questo sarebbe rimasto. Mary ci disse che potevamo dormire a bordo fino a quando loro non sarebbero ripartiti e questo fu molto utile, il 18, dopo una ricca prima colazione offerta da me a tutto l’equipaggio dell’Ocean Pearl, per celebrare il mio congedo, e gli abbracci di rito, presi un taxi per l’aeroporto di Grenada e da lì volai a Barbados e poi a Londra per poi atterrare a Milano Linate. In relativamente poche ore avevo attraversato l’Ocean Atlantico. Una strana sensazione. All’aeroporto pensavo di incontrare il mio amico Giulio, uscii veloce e mi sentii chiamare, mi voltai e trovai Sophie ed Ellen, le mie adorate figlie che erano venute a prendermi facendomi una sorpresa per la Festa del Papà. Non poteva esserci una conclusione più bella.

Nicolò von Wunster a Mustique

Pochi giorni prima Charlie Durham, responsabile del Crew Recruiting per l’Oyster Ocean Rally mi aveva scritto un messaggio che mi aveva fatto un immenso piacere: mi chiedeva se per caso fossi interessato a valutare il prossimo OOR 2024, con partenza a gennaio dove c’erano già 24 barche iscritte. Come non sognare di navigare attraverso Panama, le Galapagos e proseguire per le Marchesi…vedremo, … il sogno continua.

Nicolò von Wunster


 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri l’ultimo numero

Sei già abbonato?

Ultimi annunci
I nostri social

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Guida illustrata alla navigazione invernale – Parte 2

Nella prima puntata di questa guida illustrata alla navigazione invernale abbiamo visto alcune tecniche, situazioni e consigli per affrontare le sfide stagionali. Proseguiamo quindi con la seconda – e ultima – parte della guida illustrata (con metodi testati sulla sua