Classic Boat – I capolavori di fine anni’80 e primi anni ‘90
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Vi abbiamo parlato di Classic Boat e ve ne abbiamo presentato le più significative, progetti brillanti e meritevoli di essere celebrati e considerati per il valore che hanno (QUI). Per approfondire il tema come merita, contestualizzando ogni progetto e ogni barca al suo tempo, ecco ora una serie di articoli di approfondimento, brevi analisi dei canoni progettuali, delle loro evoluzioni e delle stesse Classic Boat, periodo per periodo. Sull’onda del precedente episodio (QUI), dedicato alla seconda metà degli anni ’80, vediamo ora il periodo di transizione tra questi e i primi anni’90, un’epoca di cambiamento sotto tantissimi punti di vista.
Classic Boat – I capolavori di fine anni’80 e primi anni ‘90
Con l’avvento degli anni ‘90, la progettazione si avvicina definitivamente ad una nuova stagione. L’avvento del nuovo sistema di rating, l’IMS, inizia a farsi sempre più ingente e i canoni di design sono sempre più stravolti dall’utilizzo delle tecnologie digitali, dall’adozione di materiali compositi “esotici” e dall’introduzione di nuove derive, bulbi e ballast. Siamo al colmo di un’era nel momento in cui si mischia con un’altra, producendo barche sempre più performanti e sempre più vicine ai nostri canoni contemporanei.
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Classic Boat 1989-1992 – La fine di un decennio progettuale
Con il 1989 si è ad un punto di svolta. L’anno prima Beneteau aveva sconvolto il panorama introducendo il suo First 35S, firmato da un designer più che estraneo al mondo della vela e spalancandola al mercato del pop “terrestre”. Ora ci pensano i due fratelli sloveni Jacopin che, per Elan, disegnano una delle barche più caratteristiche del periodo, un’antesignana di tantissime a seguire: l’Elan 431, caratteristico per l’innovativa poppa a gradini e la bassissima tuga a scomparsa.
Ad innovare si unisce anche Jeanneau, che nello stesso anno introduce ben 3 differenti modelli. Se da una parte vara infatti i Sun Fast 39 e Sun Charme 39, fondamentalmente uguali, sebbene adibiti a diversi utilizzi, è però con il Sun Odissey 51 firmato da Farr e J&J che lascia di stucco il pubblico del Salone di Parigi, forte di linee performanti e, soprattutto, doppi timoni in pozzetto.
Fedele alla linea e al family feeling di cantiere, invece, il Pardo introduce invece il bellissimo Grand Soleil 42 (immagine in precedenza), firmato dalle grandi mani di Frers che prosegue sulla linea del suo precedente successo, il G.S. 52. Sempre di Frers, in contemporanea, esce anche un grande classico scandinavo, una barca che non guarda in faccia nessuno, siano questi regolamenti o provetti regatanti. È l’Hallberg Rassy 36 MKi, un bluewater d’eccellenza le cui linee elegantissime sono definite da una coperta sgombra e sicura.
La “frenesia” di fine decennio non sfiora però Frers, che nel pieno rispetto della tradizione del cantiere, sforna qui un successo clamoroso, con ben 606 scafi prodotti. A lei, un solo altro grande bluewater si affianca nel 1989, il Super Maramu di Amel, barca giramondo per definizione, un ketch di 16 metri prodotto in oltre 400 esemplari.
Classic Boat 1989-1992 – La svolta del 1990
Il 1990 si apre con un progetto eclatante. Nessuno aveva mai osato tanto. Lo studio Vallicelli firma il Genesi 43, una rottura con ogni schema precedente, un design mai visto. Ogni componente di bordo è specificatamente progettata per lei, le soluzioni sono geniali, uniche, e Comar dà così il suo colpo di spugna al passato, definendo per tutti l’apertura di un nuovo decennio.
Similmente fa X-Yachts, che con Jeppesen alla matita firma uno scafo totalmente privo di influenze IOR, e anzi progettato per rispondere al meglio agli handicap IMS. Nasce così il popolarissimo X-412, un trendsetter senza eguali che ha dettato gli standard per tantissimi progetti a venire. La prua è stretta, fine, il baglio massimo è abbondante e rimane tale quasi fino allo specchio di poppa. Gran parte della superficie bagnata è così spostata dietro l’albero, così come il centro di deriva, di cui sono migliorate al massimo anche le turbolenze.
Contemporaneamente, Frers torna a far parlare di sè firmando un ulteriore Hallberg Rassy, qui giunto alla sua apoteosi. È l’Hallberg Rassy 42 (F), l’apice della barca giramondo, l’immagine stessa evocata dal nome del cantiere. Qui, l’innovazione non è nello sconvolgimento, ma nella costante miglioria di sé: la barca è un successo, è sicura e porta ovunque, sempre.
Classic Boat 1989-1992 – Più piccole e più veloci
Se parte degli anni ‘80 ci hanno regalato alcuni tra i più iconici e grandi fast cruiser di sempre, i primi anni ‘90 impostano il decennio con una formula più contenuta. Il fast cruiser rimane, ma è portato al suo estremo, sia in termini di performance, sia in termini di accessibilità. Diminuiscono così le “grandi” barche e il trend si ferma sui 10/12 metri. Tra le più significative, sono tre le Classic Boat a rimanere forse più presenti nella memoria, tutte firmate da alcune delle più grandi archistar del periodo.
La più piccola, con i suoi 9.99 metri, è un grande classico nostrano, il Fax di Jezequel, progettato per Zuanelli. È il grande tentativo del cantiere nel mondo della crociera veloce, ed è un successo. Si rivela infatti una barca agile, solida e sicura, e presenta soluzioni futuristiche, a partire dal disegno della tuga, che vedremo comparire sempre più spesso nei progetti successivi.
Sempre italiano è un grande colpo grosso del ‘92, l’Este 39 (11.95 metri) firmato da Vallicelli, un perfetto esempio di cruiser/racer dalle linee pulite, senza eccessi, cui si affianca un altro grande successo, questa volta di Jeppesen, l’IMX-38, destinato a diventare un’icona tra i monotipi d’altura. Si tratta infatti di un progetto tanto aggressivo quanto intelligente, altro successo di X-Yachts. Prodotta in 92 esemplari, fu subito considerata una gran barca, non solo performante con le nuove regole di regata IMS, ma anche piacevole e concretamente bella.
Tre “chicche” sulle Classic Boats
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1 commento su “Classic Boat – I capolavori di fine anni’80 e primi anni ‘90”
Bella rassegna doverosa.
Ieri sono salito a bordo di una barca italiana molto elegante e piacevole da portare : Dullia 30 del mago Ettore Santarelli.
Bel pozzetto, passavanti comodi, manovre ben posizionate . Una Classic boat di cui essere orgogliosi.